Il senso del mio lavoro è quello di trattare con estrema chiarezza e semplicità un argomento assolutamente attuale, in tutta la sua autorevolezza e come la percepiamo oggi: l'immagine. Partendo dall'iconoclastia medievale, per cui l'immagine veniva negata poiché fonte di venerazione tendente all'idolatria e alla conseguente venerazione più dell'immagine che del santo, si è passati a spiegare qual è il linguaggio con cui le immagini tentano di comunicare con chi le ascolta. Nel discorso che questa tesi tenta di fare, non era possibile in alcun modo prescindere dall'arte: è nell'arte che per secoli l'immagine ha trovato la sua dimora più sicura e, a mio parere, ancora oggi rappresenta la disciplina che meglio può esplicare la sua evoluzione e la sua vocazione. Così, andando oltre il discorso iconoclasta, il primo passo è stato quello di raccontare l'evoluzione dell'immagine attraverso il Rinascimento (in cui cambiarono la proporzione e la prospettiva), il Barocco (con la sua estrema decorazione) e successivamente tutti i movimenti che tra Ottocento e Novecento portarono un sostanziale rinnovamento e scardinamento dell'immagine: a volte quasi iconoclasta, eccessivo o privo dell'immagine stessa. Per concludere questa parte del discorso non si poteva prescindere dalla teoria dell'immagine attraverso le parole e gli studi di diversi antropologi, sociologi e filosofi che negli anni (se non nei secoli) hanno studiato e redatto testi sulla comunicazione e il potere delle immagini; il passaggio al nuovo millennio, in questo contesto di analisi, segna una nuova stagione. La parte finale della tesi tratta il tema del narcisismo contemporaneo e di come l'immagine sia diventata uno strumento alla portata di tutti: passando dalla figura psicologica del narcisista al collegamento con i social network e i selfie ho avuto la possibilità di spiegare l'immagne del nostro tempo e di come questa influenzi le vite di tutti noi.
L'evoluzione dell'immagine: dall'iconoclastia al narcisismo contemporaneo
IACOBONE, PASQUALE
2015/2016
Abstract
Il senso del mio lavoro è quello di trattare con estrema chiarezza e semplicità un argomento assolutamente attuale, in tutta la sua autorevolezza e come la percepiamo oggi: l'immagine. Partendo dall'iconoclastia medievale, per cui l'immagine veniva negata poiché fonte di venerazione tendente all'idolatria e alla conseguente venerazione più dell'immagine che del santo, si è passati a spiegare qual è il linguaggio con cui le immagini tentano di comunicare con chi le ascolta. Nel discorso che questa tesi tenta di fare, non era possibile in alcun modo prescindere dall'arte: è nell'arte che per secoli l'immagine ha trovato la sua dimora più sicura e, a mio parere, ancora oggi rappresenta la disciplina che meglio può esplicare la sua evoluzione e la sua vocazione. Così, andando oltre il discorso iconoclasta, il primo passo è stato quello di raccontare l'evoluzione dell'immagine attraverso il Rinascimento (in cui cambiarono la proporzione e la prospettiva), il Barocco (con la sua estrema decorazione) e successivamente tutti i movimenti che tra Ottocento e Novecento portarono un sostanziale rinnovamento e scardinamento dell'immagine: a volte quasi iconoclasta, eccessivo o privo dell'immagine stessa. Per concludere questa parte del discorso non si poteva prescindere dalla teoria dell'immagine attraverso le parole e gli studi di diversi antropologi, sociologi e filosofi che negli anni (se non nei secoli) hanno studiato e redatto testi sulla comunicazione e il potere delle immagini; il passaggio al nuovo millennio, in questo contesto di analisi, segna una nuova stagione. La parte finale della tesi tratta il tema del narcisismo contemporaneo e di come l'immagine sia diventata uno strumento alla portata di tutti: passando dalla figura psicologica del narcisista al collegamento con i social network e i selfie ho avuto la possibilità di spiegare l'immagne del nostro tempo e di come questa influenzi le vite di tutti noi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/23819