Emergenza sanitaria Covid-19: il ruolo del Tecnico della Prevenzione nella fase acuta e il suo adattamento alla fase 2

The unforeseen and worrying situation caused by the new coronavirus, whose scientific name is SARS-CoV-2, led to the redefinition of the activities of the Prevention Technician figure and the identification of new ones in support of the current emergency. The goal is therefore to understand what role our professional profile has assumed in the health emergency, such as the tasks entrusted to him and the methods of verifying the correct implementation of the provisions of the DPCM and Guidelines by the structures. In order to understand the role assumed by the Prevention Technician operating in the SISP service, an observational study was carried out at the ASl TO3 which showed that the health worker in addition to the normal tasks related to the profession has carried out telephone assistance activities to the population and companies, surveys epidemiological, health surveillance, inspections following covid complaints, support activities for other professionals for the execution of swabs, preparation of anti-covid measures and procedures, surveillance and inspection activities on Protocol application. The study targeted three sample populations distinguished by activity: holiday centers for minors, swimming facilities, beauty centers / hairdressers distributed throughout the ASl TO3 territory. The adherence by the activities to the rules recommended by the DPCM and the Guidelines was assessed by carrying out on-site inspections, during which the specially prepared checklists, in paper format, for the three sample populations under study. Furthermore, the perception of risk by operators / users and the level of knowledge of our professional figure was assessed through an interview. The target populations are the same as those used for checklists. The work resulted in a total of 42 check-lists and interviews. From the results obtained from the check-lists it emerged that almost all the summer centers, swimming pools and beauty centers / hairdressers demonstrate that they comply with and observe the Anti-contagion Health Protocols (PSA) provided for by the DPCM and the related guidelines. This therefore represents a confident aspect. As for the answers obtained from the interviews, it emerged that workers and users are aware of the importance of preventive and protective measures; moreover, it is noted that the figure of the prevention technician is still little known and widespread. However, most of the workers believe that the activity we carry out is useful in order to prevent the spread of the coronavirus. Ultimately, the prevention technician also made his contribution to address the coronavirus emergency both within the national health service and in the private sector, also carrying out activities that differ from the profile regulated by the Ministerial Decree 58/1997. It almost seems that in the eyes of companies, "the inspector" comes to "undress" his "repressor" clothes, which are often attributed to him, to wear those of a prevention professional, who provides assistance and support. The fact that most of the activities have quickly adapted to the requirements of the Security Protocol represents a confident aspect, which could change the approach to security in the future. Now all that remains is to try to prevent a possible second wave, focusing attention above all on the application of social distancing and protection measures. After all, prevention is better than cure.

La situazione imprevista e preoccupante causata dal nuovo coronavirus, il cui nome scientifico è SARS-CoV-2, ha portato alla redifinizione delle attività proprie della figura del Tecnico della Prevenzione e all’individuazione di nuove a sostegno dell’attuale emergenza. L’obiettivo è quindi quello di comprendere quale ruolo il nostro profilo professionale ha assunto nell’emergenza sanitaria, quali i compiti a lui affidati e le modalità di verifica della corretta attuazione delle disposizioni previste dai DPCM e Linee Guida da parte delle strutture. Al fine di comprendere il ruolo assunto dal Tecnico della Prevenzione operante nel servizio SISP è stato svolto uno studio osservazionale presso l’Asl TO3 da cui è emerso che l’operatore sanitario oltre ai normali compiti affini alla professione ha svolto attività di assistenza telefonica alla popolazione e alle aziende, indagini epidemiologiche, sorveglianza sanitaria, sopralluoghi a seguito di esposti per covid, attività di supporto ad altre figure professionali per l’esecuzione di tamponi, predisposizione di misure e procedure anti-covid, attività di vigilanza e ispezione su applicazione Protocollo. Lo studio ha avuto come target tre popolazioni campionarie distinte per attività: centri vacanza per minori, impianti natatori, centri estetici/acconciatori distribuiti sul territorio Asl TO3. L’aderenza da parte delle attività alle regole raccomandate dal DPCM e dalle Linee Guida è stata valutata tramite l’esecuzione di sopralluoghi sul campo, nel corso dei quali vengono compilate dai Tecnici le check-list appositamente predisposte, in formato cartaceo, per le tre popolazioni campionarie oggetto di studio. Inoltre è stata valutata la percezione del rischio da parte degli operatori/utenti e il livello di conoscenza della nostra figura professionale attraverso un’intervista. Le popolazioni target sono le stesse utilizzate per le check-list. Il lavoro ha portato a ottenere un totale di 42 ckeck-list e interviste. Dai risultati ottenuti dalle check-list è emerso che quasi la totalità dei centri estivi, delle piscine e dei centri estetici/acconciatori dimostra di attenersi ed osservare i Protocolli Sanitari Anti-contagio (PSA) previsti dai DPCM e le relative Linee Guida. Questo rappresenta quindi un aspetto fiducioso. Per quanto riguarda le risposte ottenute dalle interviste è emerso come i lavoratori e gli utenti siano consapevoli dell’importanza delle misure preventive e protettive; inoltre si osserva come la figura del Tecnico della prevenzione sia ancora poco conosciuta e diffusa. Tuttavia, la gran parte dei lavoratori ritiene utile l’attività da noi svolta al fine di prevenire la diffusione del coronavirus. In definitiva, anche il Tecnico della prevenzione ha dato il suo contributo per fronteggiare l'emergenza coronavirus sia all'interno del Servizio sanitario nazionale sia nel settore privato, svolgendo anche attività che si discostano rispetto al profilo normato dal DM 58/1997. Sembra quasi che agli occhi delle aziende “l’ispettore” venga a “spogliarsi” dei suoi abiti di “repressore”, che spesso gli vengono attribuiti, per indossare quelli di un professionista della prevenzione, che fornisce assistenza e supporto. Il fatto che la maggior parte delle attività si sia adeguata in breve tempo a quanto richiesto dal Protocollo di Sicurezza rappresenta un aspetto fiducioso, che potrebbe cambiare in futuro l’approccio alla sicurezza. Ora non resta che cercare di prevenire una possibile seconda ondata, riportando l’attenzione soprattutto sull’applicazione delle misure di distanziamento sociale e di protezione. Perché, del resto, prevenire è meglio che curare.