I settori alpini d'alta quota e gli ambienti glaciali, sono soggetti ad una sempre maggiore frequentazione. Questo ha determinato la necessità di approfondire la conoscenza su questi ambienti geomorfologicamente attivi, in modo da identificare i fenomeni di instabilità naturale che li caratterizzano e valutare i rischi ai quali l'uomo va incontro frequentandoli. Obiettivo del lavoro di tesi è l'analisi dell'interazione Uomo-Ambiente Geomorfologico in un settore alpino glacializzato, ovvero il bacino del Ghiacciaio del Miage e il settore della Val Veny in cui confluisce e termina lo stesso ghiacciaio (Massiccio del Monte Bianco, Valle d'Aosta). Il lavoro è stato suddiviso in una fase di raccolta di dati bibliografici, una di rilevamento sul terreno, e infine una fase di analisi/elaborazione/interpretazione dei dati con la produzione di una carta geotematica. Nella prima fase sono stati individuati, i fenomeni di instabilità naturale tipici della Val Veny, ovvero: processi di instabilità direttamente o indirettamente collegati alla presenza di masse glaciali, catene di eventi, frane, valanghe e alluvioni. Di questi processi è stata proposta una descrizione geomorfologica. Successivamente, è stata effettuata una raccolta bibliografica dei maggiori eventi di instabilità verificatisi durante l'ultimo secolo. Sono stati analizzati in particolare una ventina di eventi, sulla base di bibliografia scientifica, dati d'archivio e precedenti tesi. Nel corso dell'estate 2014 sono stati effettuati diversi sopralluoghi per verificare sul terreno il contesto geomorfologico, le caratteristiche dei fenomeni di instabilità ed i loro effetti. In particolare è stato possibile assistere ¿quasi in diretta¿ a due eventi: la rotta glaciale del 26 agosto ed il successivo svuotamento del Lago del Miage del settembre 2014. Per questi casi sono state raccolte testimonianze dirette e fotografie originali degli effetti e dei danni. Di tali eventi è stata eseguita un'analisi dettagliata grazie al confronto con precedenti eventi simili e all'analisi di dati meteorologici. Durante la fase di analisi ed elaborazione dei dati, sono state analizzate tutte le tipologie di eventi d'instabilità verificatisi in Val Veny applicando uno schema concettuale che permette di risolvere le modalità dell'interazione fra Uomo e Ambiente geomorfologico. Quest'analisi ha permesso di riconoscere, per ciascun caso analizzato, non solo le componenti naturali dei rischi, ma anche quali siano gli impatti delle attività antropiche sulle risorse geomorfologiche locali. In questo modo è stato possibile verificare se l'Uomo sia o meno causa innescante o predisponente per gli eventi di instabilità, e anche se possano verificarsi condizioni di rischio per l'uomo in caso di attivazione di ulteriori processi di pericolosità geomorfologica. Successivamente all'elaborazione dei dati e coerentemente alla risoluzione dello schema concettuale, per ciascuna delle tipologie di instabilità naturale, sono state proposte alcune azioni da intraprendere per la mitigazione del rischio geomorfologico, ivi compresa la diffusione di informazioni ai frequentatori dell'area oggetto di studio. Infine, per sintetizzare e rendere fruibili le informazioni, è stata creata una carta tematica per la diffusione della conoscenza sul rischio geomorfologico: essa delimita le aree soggette alle diverse pericolosità geomorfologiche e indica le infrastrutture vulnerabili, in modo da evidenziare le zone soggette a maggior rischio.
Analisi dei rischi geomorfologici in aree turistiche di alta montagna: il caso del Ghiacciaio del Miage in Val Veny (Monte Bianco)
TEMPORIN, ELEONORA
2014/2015
Abstract
I settori alpini d'alta quota e gli ambienti glaciali, sono soggetti ad una sempre maggiore frequentazione. Questo ha determinato la necessità di approfondire la conoscenza su questi ambienti geomorfologicamente attivi, in modo da identificare i fenomeni di instabilità naturale che li caratterizzano e valutare i rischi ai quali l'uomo va incontro frequentandoli. Obiettivo del lavoro di tesi è l'analisi dell'interazione Uomo-Ambiente Geomorfologico in un settore alpino glacializzato, ovvero il bacino del Ghiacciaio del Miage e il settore della Val Veny in cui confluisce e termina lo stesso ghiacciaio (Massiccio del Monte Bianco, Valle d'Aosta). Il lavoro è stato suddiviso in una fase di raccolta di dati bibliografici, una di rilevamento sul terreno, e infine una fase di analisi/elaborazione/interpretazione dei dati con la produzione di una carta geotematica. Nella prima fase sono stati individuati, i fenomeni di instabilità naturale tipici della Val Veny, ovvero: processi di instabilità direttamente o indirettamente collegati alla presenza di masse glaciali, catene di eventi, frane, valanghe e alluvioni. Di questi processi è stata proposta una descrizione geomorfologica. Successivamente, è stata effettuata una raccolta bibliografica dei maggiori eventi di instabilità verificatisi durante l'ultimo secolo. Sono stati analizzati in particolare una ventina di eventi, sulla base di bibliografia scientifica, dati d'archivio e precedenti tesi. Nel corso dell'estate 2014 sono stati effettuati diversi sopralluoghi per verificare sul terreno il contesto geomorfologico, le caratteristiche dei fenomeni di instabilità ed i loro effetti. In particolare è stato possibile assistere ¿quasi in diretta¿ a due eventi: la rotta glaciale del 26 agosto ed il successivo svuotamento del Lago del Miage del settembre 2014. Per questi casi sono state raccolte testimonianze dirette e fotografie originali degli effetti e dei danni. Di tali eventi è stata eseguita un'analisi dettagliata grazie al confronto con precedenti eventi simili e all'analisi di dati meteorologici. Durante la fase di analisi ed elaborazione dei dati, sono state analizzate tutte le tipologie di eventi d'instabilità verificatisi in Val Veny applicando uno schema concettuale che permette di risolvere le modalità dell'interazione fra Uomo e Ambiente geomorfologico. Quest'analisi ha permesso di riconoscere, per ciascun caso analizzato, non solo le componenti naturali dei rischi, ma anche quali siano gli impatti delle attività antropiche sulle risorse geomorfologiche locali. In questo modo è stato possibile verificare se l'Uomo sia o meno causa innescante o predisponente per gli eventi di instabilità, e anche se possano verificarsi condizioni di rischio per l'uomo in caso di attivazione di ulteriori processi di pericolosità geomorfologica. Successivamente all'elaborazione dei dati e coerentemente alla risoluzione dello schema concettuale, per ciascuna delle tipologie di instabilità naturale, sono state proposte alcune azioni da intraprendere per la mitigazione del rischio geomorfologico, ivi compresa la diffusione di informazioni ai frequentatori dell'area oggetto di studio. Infine, per sintetizzare e rendere fruibili le informazioni, è stata creata una carta tematica per la diffusione della conoscenza sul rischio geomorfologico: essa delimita le aree soggette alle diverse pericolosità geomorfologiche e indica le infrastrutture vulnerabili, in modo da evidenziare le zone soggette a maggior rischio.File | Dimensione | Formato | |
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