Introduction and objective: The term ¿hope¿ (Spes from latin) has greek-roman etymological roots and several meanings. It encompasses a trust feeling about life and foreshadowing of the future, an expectation or a positive change. The philosopher Ernest Bloch described it as a vital and pulsating force and proposed a new way of confront the future to mankind. Hope has a strong meaning in the caring. It is described in the second Carative Factors ¿Instillation of faith-hope¿ from Jean Watson' Theory of Human Caring. The objective of the present paper is to offer a description of the meaning of the hope dimension in the interpersonal relationship between nurse and patient, from both the point of view of who give and who receives the care. Materials and methods: The present non-research dissertation provides a review of literature. The first part was produced by in-depth examination of paper and telematics materials. I analyzed the Carative Factors/Caritas Process to frame the hope in caring and in a humanistic background. The second part present a review of the scientific literature, through research of key words, Boolean operators and predefined limits on the Medline, Cinhal-Ebsco, Psycinfo database. I selected 26 papers which were analyzed in a table. Results: The concept of hope was better explored in older patients, patients with chronic diseases, oncologic disease, terminally-ill or in rehabilitation. It assumes different meaning depending on the past history of disease of the patient. It can receive positive influences from external factors, like the interpersonal relationship with the nurse or the emotional bonds and from internal factors, like spirituality, faith, the research for meaning and purpose of life. The nurse, as individual, nurture personal hopes and, as an health-care professional, nurture caring-driven hopes, which can influence those of the patient. The nurse can be a source and guardian of hope. Discussion: It emerges from literature that hope in caring is a multidimensional, dynamic and universal phenomenon. It has a therapeutic potential, because it can generate a positive attitude even in painful conditions and pushes people to look for new meanings, objectives and purposes of life. It is lifeblood in caring structures, with meaningful consequences over the patient' psychosocial wellbeing and over the quality of caring. Key words: hope, patients, nurses, caring, nursing care, nursing process.
Introduzione e obiettivo: Il termine speranza ha radici etimologiche greco-romane e numerosi significati. Prevede un senso di fiducia nella vita e il prefigurarsi un futuro, un'aspettativa o un cambiamento positivo. Il filosofo Ernest Bloch la descrisse come una forza pulsante e vitale e propose all'umanità un nuovo modo di porsi al futuro. La speranza ha un valore importante all'interno del caring. È descritta nel secondo Carative Factors ¿infondere fede e speranza¿ dalla Teoria dello Human Caring di Jean Watson. L'obiettivo dell'elaborato è descrivere il significato della dimensione della speranza all'interno della relazione tra infermiere e persona assistita, sia dal punto di vista di chi assiste che di chi riceve le cure. Materiali e metodi: La tesi, di tipo compilativo, è una revisione di letteratura. La prima parte è stata elaborata mediante approfondimento di materiale cartaceo e telematico. Sono stati analizzati i Carative Factors/Caritas Processes al fine di contestualizzare la speranza nel caring e in un background umanistico. La seconda parte è una revisione di letteratura scientifica, mediante ricerca sulle banche dati Medline, Cinhal-Ebsco, Psycinfo, con parole chiave, operatori booleani e limiti di ricerca. Sono stati selezionati 26 articoli, successivamente analizzati mediante una tabella. Risultati: La speranza è maggiormente esplorata in persone assistite con malattia cronica, oncologica, in fase terminale, in fase di riabilitazione e negli anziani. A seconda del vissuto di malattia assume significati differenti per la persona. Riceve influenze positive da fattori esterni, come la relazione con l'infermiere e i legami affettivi, e da fattori interni, come la spiritualità, la fede, la ricerca di significati e di uno scopo di vita. L'infermiere, come individuo, nutre speranze personali, e, come professionista, nutre speranze rivolte al caring, che sono in grado di influenzare quelle della persona assistita. Egli può diventare fonte e custode di speranza. Analisi/Discussione: Dalla letteratura emerge che la speranza nel caring è un fenomeno multidimensionale, dinamico e universale. Ha un potenziale terapeutico, poiché è in grado di generare un orientamento positivo, anche in condizioni dolorose, e di spingere le persone alla ricerca di nuovi significati, obiettivi e scopi di vita. È linfa vitale negli ambienti di cura, con ricadute importanti sul benessere biopsicosociale della persona e sulla qualità del caring. Parole chiave: speranza, persone assistite, infermieri, cure infermieristiche, processo assistenziale.
La speranza come dimensione spirituale nel caring: una revisione della letteratura
LIPRANDI, LORENA
2015/2016
Abstract
Introduzione e obiettivo: Il termine speranza ha radici etimologiche greco-romane e numerosi significati. Prevede un senso di fiducia nella vita e il prefigurarsi un futuro, un'aspettativa o un cambiamento positivo. Il filosofo Ernest Bloch la descrisse come una forza pulsante e vitale e propose all'umanità un nuovo modo di porsi al futuro. La speranza ha un valore importante all'interno del caring. È descritta nel secondo Carative Factors ¿infondere fede e speranza¿ dalla Teoria dello Human Caring di Jean Watson. L'obiettivo dell'elaborato è descrivere il significato della dimensione della speranza all'interno della relazione tra infermiere e persona assistita, sia dal punto di vista di chi assiste che di chi riceve le cure. Materiali e metodi: La tesi, di tipo compilativo, è una revisione di letteratura. La prima parte è stata elaborata mediante approfondimento di materiale cartaceo e telematico. Sono stati analizzati i Carative Factors/Caritas Processes al fine di contestualizzare la speranza nel caring e in un background umanistico. La seconda parte è una revisione di letteratura scientifica, mediante ricerca sulle banche dati Medline, Cinhal-Ebsco, Psycinfo, con parole chiave, operatori booleani e limiti di ricerca. Sono stati selezionati 26 articoli, successivamente analizzati mediante una tabella. Risultati: La speranza è maggiormente esplorata in persone assistite con malattia cronica, oncologica, in fase terminale, in fase di riabilitazione e negli anziani. A seconda del vissuto di malattia assume significati differenti per la persona. Riceve influenze positive da fattori esterni, come la relazione con l'infermiere e i legami affettivi, e da fattori interni, come la spiritualità, la fede, la ricerca di significati e di uno scopo di vita. L'infermiere, come individuo, nutre speranze personali, e, come professionista, nutre speranze rivolte al caring, che sono in grado di influenzare quelle della persona assistita. Egli può diventare fonte e custode di speranza. Analisi/Discussione: Dalla letteratura emerge che la speranza nel caring è un fenomeno multidimensionale, dinamico e universale. Ha un potenziale terapeutico, poiché è in grado di generare un orientamento positivo, anche in condizioni dolorose, e di spingere le persone alla ricerca di nuovi significati, obiettivi e scopi di vita. È linfa vitale negli ambienti di cura, con ricadute importanti sul benessere biopsicosociale della persona e sulla qualità del caring. Parole chiave: speranza, persone assistite, infermieri, cure infermieristiche, processo assistenziale.File | Dimensione | Formato | |
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