Abstract: In tutti i Paesi europei, negli ultimi decenni, il mondo del lavoro femminile è mutato notevolmente e le donne hanno sempre più preso parte ad ogni settore delle attività lavorative, dal dipendente all'autonomo e anche nel settore imprenditoriale. La Banca d'Italia, afferma che un tasso di occupazione femminile pari al 60%, porterebbe il PIL italiano a salire del 7% ma, il tasso di occupazione femminile in Italia resta tra i più bassi dell'Ue. Gli ostacoli all'accesso delle donne italiane al mercato del lavoro sono di diverso tipo, determinati da cause strutturali del sistema produttivo italiano, da diverse forme di segregazione di genere e di disparità salariali, ma soprattutto dalla difficoltà di conciliare il lavoro con i tempi di cura della famiglia. Tutti questi motivi spesso spingono le donne a scegliere la via del lavoro autonomo e della creazione d'impresa. Attraverso il lavoro autonomo, le donne vedono la propria autorealizzazione e la valorizzazione della propria intelligenza, soddisfano la necessità di affermazione professionale senza però dover rinunciare ad un fattore importante come la famiglia. Indispensabile per la nascita e lo sviluppo delle imprese è l'ambiente politico-istituzionale dove vengono definite le opportunità disponibili per la creazione d'impresa e vengono pianificate le azioni specifiche che hanno lo scopo di favorirlo. La parità tra uomini e donne, costituisce da sempre uno degli obiettivi fondamentali dell'Unione Europea. Uno dei principi fondamentali sanciti dal diritto comunitario è l'uguaglianza tra uomini e donne e in tal senso, l'Unione Europea si prefigge lo scopo di assicurare pari opportunità e uguale trattamento ai due generi. Le politiche e i programmi europei per l'imprenditoria femminile hanno l'obiettivo di diffondere tra le donne lo spirito imprenditoriale, incoraggiando e sostenendo finanziariamente l'avvio e lo svolgimento di attività d'impresa al femminile. In Italia, un fondamentale intervento legislativo a favore delle pari opportunità è rappresentato dalla legge 125/91 mentre con la legge 215 del 1992 l'attenzione viene rivolta al lavoro imprenditoriale delle donne e le sue finalità riguardano sia la facilitazione dell'accesso al credito, sia la promozione della formazione e qualificazione della professionalità femminile. A livello regionale, il Piemonte ha da sempre sostenuto e guardato con molta attenzione alle imprese ¿rosa¿ e al lavoro autonomo femminile. In quest'ottica è stato istituito il Fondo di garanzia che ha il compito di agevolare le imprese femminili nell'accesso al credito oltre ai numerosi programmi regionali sul versante dei servizi. Analizzando i dati statistici relativi all'occupazione e all'imprenditoria femminile italiana e piemontese si osserva che in Italia a fine 2011 le imprese femminili rappresentavano il 23,5% delle imprese registrate totali, in Piemonte l'incremento rispetto all'anno precedente è stato dello 0,3% e Torino, con 56.344 imprese femminili registrate, è quarta tra le province italiane. A livello nazionale, lenta ma costante è la diffusione delle aziende guidate da donne nei comparti apparentemente meno femminili come le costruzioni ma in Piemonte il 60% delle imprese si concentra nei settori del commercio e degli altri servizi. L'analisi della forma giuridica mostra come l'impresa individuale sia la forma prevalentemente adottata anche se è sempre maggiore la tendenza a cercare di adottare forme giuridiche più strutturate tanto che, nella regione piemontese, sono le società di capitale a concretizzare l'aumento più consistente (+3,5%) rispetto al 2010.
Imprenditoria "Rosa" in Italia e Piemonte
POZE' FALET, MONIA
2011/2012
Abstract
Abstract: In tutti i Paesi europei, negli ultimi decenni, il mondo del lavoro femminile è mutato notevolmente e le donne hanno sempre più preso parte ad ogni settore delle attività lavorative, dal dipendente all'autonomo e anche nel settore imprenditoriale. La Banca d'Italia, afferma che un tasso di occupazione femminile pari al 60%, porterebbe il PIL italiano a salire del 7% ma, il tasso di occupazione femminile in Italia resta tra i più bassi dell'Ue. Gli ostacoli all'accesso delle donne italiane al mercato del lavoro sono di diverso tipo, determinati da cause strutturali del sistema produttivo italiano, da diverse forme di segregazione di genere e di disparità salariali, ma soprattutto dalla difficoltà di conciliare il lavoro con i tempi di cura della famiglia. Tutti questi motivi spesso spingono le donne a scegliere la via del lavoro autonomo e della creazione d'impresa. Attraverso il lavoro autonomo, le donne vedono la propria autorealizzazione e la valorizzazione della propria intelligenza, soddisfano la necessità di affermazione professionale senza però dover rinunciare ad un fattore importante come la famiglia. Indispensabile per la nascita e lo sviluppo delle imprese è l'ambiente politico-istituzionale dove vengono definite le opportunità disponibili per la creazione d'impresa e vengono pianificate le azioni specifiche che hanno lo scopo di favorirlo. La parità tra uomini e donne, costituisce da sempre uno degli obiettivi fondamentali dell'Unione Europea. Uno dei principi fondamentali sanciti dal diritto comunitario è l'uguaglianza tra uomini e donne e in tal senso, l'Unione Europea si prefigge lo scopo di assicurare pari opportunità e uguale trattamento ai due generi. Le politiche e i programmi europei per l'imprenditoria femminile hanno l'obiettivo di diffondere tra le donne lo spirito imprenditoriale, incoraggiando e sostenendo finanziariamente l'avvio e lo svolgimento di attività d'impresa al femminile. In Italia, un fondamentale intervento legislativo a favore delle pari opportunità è rappresentato dalla legge 125/91 mentre con la legge 215 del 1992 l'attenzione viene rivolta al lavoro imprenditoriale delle donne e le sue finalità riguardano sia la facilitazione dell'accesso al credito, sia la promozione della formazione e qualificazione della professionalità femminile. A livello regionale, il Piemonte ha da sempre sostenuto e guardato con molta attenzione alle imprese ¿rosa¿ e al lavoro autonomo femminile. In quest'ottica è stato istituito il Fondo di garanzia che ha il compito di agevolare le imprese femminili nell'accesso al credito oltre ai numerosi programmi regionali sul versante dei servizi. Analizzando i dati statistici relativi all'occupazione e all'imprenditoria femminile italiana e piemontese si osserva che in Italia a fine 2011 le imprese femminili rappresentavano il 23,5% delle imprese registrate totali, in Piemonte l'incremento rispetto all'anno precedente è stato dello 0,3% e Torino, con 56.344 imprese femminili registrate, è quarta tra le province italiane. A livello nazionale, lenta ma costante è la diffusione delle aziende guidate da donne nei comparti apparentemente meno femminili come le costruzioni ma in Piemonte il 60% delle imprese si concentra nei settori del commercio e degli altri servizi. L'analisi della forma giuridica mostra come l'impresa individuale sia la forma prevalentemente adottata anche se è sempre maggiore la tendenza a cercare di adottare forme giuridiche più strutturate tanto che, nella regione piemontese, sono le società di capitale a concretizzare l'aumento più consistente (+3,5%) rispetto al 2010.File | Dimensione | Formato | |
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