L'intento di questa tesi è sviluppare un discorso critico rispetto ad una grave lacuna del sistema penale italiano: la mancanza della previsione di una fattispecie penale che punisca il reato di tortura. Partendo dalla definizione di tortura avvenuta nelle prime convenzioni internazionali, analizzando in seguito le diverse declinazioni della fattispecie che si sono susseguite nel tempo, giungerò a sottoporre ad un'attenta ed accurata valutazione la situazione dell'ordinamento italiano. Nonostante la Convenzione ONU contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti del 1989, infatti, sia stata ratificata dal Parlamento in quel medesimo anno, ancora oggi il codice penale italiano non prevede alcuna norma volta a definire e punire comportamenti che integrino la fattispecie di tortura. Questa inerzia del legislatore non è giustificabile, a maggior ragione se si considera che è la nostra stessa Carta Fondamentale, la Costituzione, a vietare all'art. 13 «ogni violenza fisica o morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà» e a sancire l'obbligo per il legislatore di conformarsi alle norme internazionali (artt. 10 e 117 Cost.). Le conseguenze della mancata previsione del reato di tortura sono d'altronde evidenti e si riflettono su alcuni aspetti fondamentali rispetto all'esito di un processo: la responsabilità penale e la prescrizione. Parimenti, i giudici si trovano costretti a declassare vere e proprie condotte di tortura a semplici reati di maltrattamento o lesioni personali, diminuendo il grado di responsabilità imputabile e alleggerendo la pena applicabile. La necessità che l'Italia colmi questa sua macroscopica lacuna legislativa è impellente: sono ormai troppi i casi di tortura perpetrati all'interno di un Paese civile quale si propone di essere il nostro. Esaminando proprio i casi più noti all'opinione pubblica, cercherò di comprendere quali siano le ragioni ostative all'introduzione del reato di tortura ed allo stesso tempo tenterò di proporre dei possibili rimedi temporanei e definitivi contro questa macchia del sistema italiano.

L'introduzione del reato di tortura nel nostro ordinamento: profili costituzionali.

PAOLOTTI, ROBERTA
2014/2015

Abstract

L'intento di questa tesi è sviluppare un discorso critico rispetto ad una grave lacuna del sistema penale italiano: la mancanza della previsione di una fattispecie penale che punisca il reato di tortura. Partendo dalla definizione di tortura avvenuta nelle prime convenzioni internazionali, analizzando in seguito le diverse declinazioni della fattispecie che si sono susseguite nel tempo, giungerò a sottoporre ad un'attenta ed accurata valutazione la situazione dell'ordinamento italiano. Nonostante la Convenzione ONU contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti del 1989, infatti, sia stata ratificata dal Parlamento in quel medesimo anno, ancora oggi il codice penale italiano non prevede alcuna norma volta a definire e punire comportamenti che integrino la fattispecie di tortura. Questa inerzia del legislatore non è giustificabile, a maggior ragione se si considera che è la nostra stessa Carta Fondamentale, la Costituzione, a vietare all'art. 13 «ogni violenza fisica o morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà» e a sancire l'obbligo per il legislatore di conformarsi alle norme internazionali (artt. 10 e 117 Cost.). Le conseguenze della mancata previsione del reato di tortura sono d'altronde evidenti e si riflettono su alcuni aspetti fondamentali rispetto all'esito di un processo: la responsabilità penale e la prescrizione. Parimenti, i giudici si trovano costretti a declassare vere e proprie condotte di tortura a semplici reati di maltrattamento o lesioni personali, diminuendo il grado di responsabilità imputabile e alleggerendo la pena applicabile. La necessità che l'Italia colmi questa sua macroscopica lacuna legislativa è impellente: sono ormai troppi i casi di tortura perpetrati all'interno di un Paese civile quale si propone di essere il nostro. Esaminando proprio i casi più noti all'opinione pubblica, cercherò di comprendere quali siano le ragioni ostative all'introduzione del reato di tortura ed allo stesso tempo tenterò di proporre dei possibili rimedi temporanei e definitivi contro questa macchia del sistema italiano.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/23270