L'integrazione lipidica della dieta con olio di Echium plantagineum non protetto a livello ruminale (EPO), anche se utilizzato ad un basso livello d'inclusione, ha migliorato la produzione e la qualità del latte di capra, influenzandone notevolmente il profilo acidico del grasso. L'ingestione di sostanza secca non ha mostrato differenze significative tra i gruppi. La migliore efficienza alimentare ha determinato l'incremento di produzione di latte, della secrezione giornaliera di grasso, proteine, lattosio e la riduzione dell'escrezione di urea. Il profilo acidico del grasso del latte ha mostrato una significativa riduzione degli acidi grassi saturi e dell'indice ipercolesterolemizzante (HSFA), risultati importanti nella prevenzione di alcuni aspetti delle malattie cardiovascolari. È stato osservato un aumento degli acidi grassi monoinsaturi, in particolare un sensibile incremento degli acidi trans ottadecenoici; l'attività dell'enzima Δ9-desaturasi viene in parte depressa dall'attività inibente degli acidi grassi polinsaturi assunti con l'integrazione, con conseguente riduzione di monoeni in forma cis. La componente polinsatura subisce un notevole miglioramento grazie agli acidi grassi forniti da EPO: aumentano significativamente i coniugati dell'acido linoleico (CLA), gli acidi grassi polinsaturi della serie ω-6 (PUFA ω-6) l'acido γ-linolenico (GLA) e l'acido dihomo-γ-linolenico (DGLA), e quelli della serie ω-3 (PUFA ω-3), in particolare l'acido α-linolenico (ALA) ed acido eicosapentaenoico (EPA), con livelli di acido stearidonico (SDA) 12 volte superiori rispetto al controllo. L'acido docosaesaenoico (DHA) non è stato identificato. La diminuzione del contenuto di acido arachidonico (C20:4 ω-6, AA) e quindi del relativo rapporto ω-6/ω-3 sono anch'essi da considerare risultati interessanti in relazione ai potenziali effetti benefici sulla salute umana. I tassi di trasferimento di GLA, ALA ed SDA rimangono comunque molto bassi, nonostante le loro concentrazioni nella dieta siano sensibilmente maggiori rispetto a quelle utilizzate nel gruppo di controllo: ciò significa che questi PUFA sono soggetti ad un elevato tasso di bioidrogenazione a livello ruminale. Inoltre, questo studio è stato il primo ad utilizzare olio di Echium non rumino-protetto nella dieta dei ruminanti, ed ha permesso, attraverso la determinazione gascromatografica dei composti intermedi di bioidrogenazione di LA, ALA, GLA ed SDA, di confermare le vie metaboliche ruminali già ipotizzate in vitro per questi acidi grassi. La comparazione dei risultati ottenuti in questo lavoro con analoghe sperimentazioni condotte da altri autori sulla vacca da latte, evidenzia notevoli differenze specie-specifiche che necessitano di ulteriori indagini per comprendere meglio le diverse capacità metaboliche che il microbiota ruminale riesce ad attivare nella capra e nella bovina.

Effetti dell'integrazione alimentare di olio di Echium plantagineum sulla produzione quanti-qualitativa del latte caprino.

CARO, ELEONORA
2014/2015

Abstract

L'integrazione lipidica della dieta con olio di Echium plantagineum non protetto a livello ruminale (EPO), anche se utilizzato ad un basso livello d'inclusione, ha migliorato la produzione e la qualità del latte di capra, influenzandone notevolmente il profilo acidico del grasso. L'ingestione di sostanza secca non ha mostrato differenze significative tra i gruppi. La migliore efficienza alimentare ha determinato l'incremento di produzione di latte, della secrezione giornaliera di grasso, proteine, lattosio e la riduzione dell'escrezione di urea. Il profilo acidico del grasso del latte ha mostrato una significativa riduzione degli acidi grassi saturi e dell'indice ipercolesterolemizzante (HSFA), risultati importanti nella prevenzione di alcuni aspetti delle malattie cardiovascolari. È stato osservato un aumento degli acidi grassi monoinsaturi, in particolare un sensibile incremento degli acidi trans ottadecenoici; l'attività dell'enzima Δ9-desaturasi viene in parte depressa dall'attività inibente degli acidi grassi polinsaturi assunti con l'integrazione, con conseguente riduzione di monoeni in forma cis. La componente polinsatura subisce un notevole miglioramento grazie agli acidi grassi forniti da EPO: aumentano significativamente i coniugati dell'acido linoleico (CLA), gli acidi grassi polinsaturi della serie ω-6 (PUFA ω-6) l'acido γ-linolenico (GLA) e l'acido dihomo-γ-linolenico (DGLA), e quelli della serie ω-3 (PUFA ω-3), in particolare l'acido α-linolenico (ALA) ed acido eicosapentaenoico (EPA), con livelli di acido stearidonico (SDA) 12 volte superiori rispetto al controllo. L'acido docosaesaenoico (DHA) non è stato identificato. La diminuzione del contenuto di acido arachidonico (C20:4 ω-6, AA) e quindi del relativo rapporto ω-6/ω-3 sono anch'essi da considerare risultati interessanti in relazione ai potenziali effetti benefici sulla salute umana. I tassi di trasferimento di GLA, ALA ed SDA rimangono comunque molto bassi, nonostante le loro concentrazioni nella dieta siano sensibilmente maggiori rispetto a quelle utilizzate nel gruppo di controllo: ciò significa che questi PUFA sono soggetti ad un elevato tasso di bioidrogenazione a livello ruminale. Inoltre, questo studio è stato il primo ad utilizzare olio di Echium non rumino-protetto nella dieta dei ruminanti, ed ha permesso, attraverso la determinazione gascromatografica dei composti intermedi di bioidrogenazione di LA, ALA, GLA ed SDA, di confermare le vie metaboliche ruminali già ipotizzate in vitro per questi acidi grassi. La comparazione dei risultati ottenuti in questo lavoro con analoghe sperimentazioni condotte da altri autori sulla vacca da latte, evidenzia notevoli differenze specie-specifiche che necessitano di ulteriori indagini per comprendere meglio le diverse capacità metaboliche che il microbiota ruminale riesce ad attivare nella capra e nella bovina.
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