La presente ricerca mira a ricostruire il contributo degli studi sull'idea di Europa dei principali esponenti della filosofia politica ceca del '900. In particolare, lo sviluppo dell'idea di Europa è ricostruito attraverso i lavori di Jan Patočka e Václav Havel, i due principali esponenti della cultura dissidente della Cecoslovacchia durante il regime comunista. Accanto alle riflessioni di Patočka e Havel, è stato scelto di guardare anche al pensiero sull'Europa dei romanzieri boemi Milan Kundera e Ivan Kílma e dell'allievo di Patočka, K. Kosik, che potendo assistere al crollo del muro di Berlino, porterà avanti il pensiero del suo maestro nell'attualità di un mondo non più bipolare. L'analisi del pensiero politico ceco assume una particolare rilevanza nel contesto di un distacco sempre più forte de parte della popolazione ceca nei confronti dell'Unione Europea, che prende la forma di un crescente euroscetticismo all'interno del Paese, dimostrato dalla bassa affluenza alle urne delle ultime due elezioni per il Parlamento europeo. In quest'ottica, l'obiettivo di questo lavoro è proprio quello di ricercare all'interno della storia europea, analizzata attraverso le lenti del pensiero politico ceco, le radici culturali ed identitarie dell'Europa. Tale analisi si svolge associando la ricostruzione del pensiero politico degli autori in parola ai successivi contesti storici ai quali di volta in volta si riferiscono. Si cerca così di sistematizzare il pensiero politico ceco seguendo lo sviluppo cronologico della storia d'Europa, al fine conseguire un sufficiente grado di linearità e chiarezza della ricostruzione. In particolare, la ricerca ripercorre lo sviluppo di seguito indicato: l'idea d'Europa nell'eredità dell'antichità greco- romana, con la nascita della filosofia platonica e del diritto romano come prima fonte del diritto comune; l'inizio della crisi spirituale europea, seguendo una parabola che spazia da Carlo Magno ai tempi moderni; il tentativo di costruzione di un sistema geopolitico stabile dopo le grandi rivoluzioni conclusesi con la Pace di Vestfalia e il Congresso di Vienna; infine, il passaggio dall'era europea all'era post-europea, costituita dalla perdita della centralità geopolitica dell'Europa. Questa analisi permette di identificare nell'opera dei pensatori politici cechi una denuncia della crisi della coscienza, della spiritualità e della cultura europea. Si delinea in generale una crisi dell'umanità, la quale, seppur con differenti modalità, si è fatta marginalizzare in quanto soggetto morale e ha abdicato alla sua identità in cambio di un'identità di massa. Emerge per l'Europa la necessità, dopo essersi concentrata di questioni di sicurezza e di prosperità economica, di una profonda riflessione sulla rinnovata importanza della questione dell'identità.

La crisi europea. L'idea d'Europa nel pensiero politico ceco.

CARAVELLI, FIAMMETTA MARIA
2015/2016

Abstract

La presente ricerca mira a ricostruire il contributo degli studi sull'idea di Europa dei principali esponenti della filosofia politica ceca del '900. In particolare, lo sviluppo dell'idea di Europa è ricostruito attraverso i lavori di Jan Patočka e Václav Havel, i due principali esponenti della cultura dissidente della Cecoslovacchia durante il regime comunista. Accanto alle riflessioni di Patočka e Havel, è stato scelto di guardare anche al pensiero sull'Europa dei romanzieri boemi Milan Kundera e Ivan Kílma e dell'allievo di Patočka, K. Kosik, che potendo assistere al crollo del muro di Berlino, porterà avanti il pensiero del suo maestro nell'attualità di un mondo non più bipolare. L'analisi del pensiero politico ceco assume una particolare rilevanza nel contesto di un distacco sempre più forte de parte della popolazione ceca nei confronti dell'Unione Europea, che prende la forma di un crescente euroscetticismo all'interno del Paese, dimostrato dalla bassa affluenza alle urne delle ultime due elezioni per il Parlamento europeo. In quest'ottica, l'obiettivo di questo lavoro è proprio quello di ricercare all'interno della storia europea, analizzata attraverso le lenti del pensiero politico ceco, le radici culturali ed identitarie dell'Europa. Tale analisi si svolge associando la ricostruzione del pensiero politico degli autori in parola ai successivi contesti storici ai quali di volta in volta si riferiscono. Si cerca così di sistematizzare il pensiero politico ceco seguendo lo sviluppo cronologico della storia d'Europa, al fine conseguire un sufficiente grado di linearità e chiarezza della ricostruzione. In particolare, la ricerca ripercorre lo sviluppo di seguito indicato: l'idea d'Europa nell'eredità dell'antichità greco- romana, con la nascita della filosofia platonica e del diritto romano come prima fonte del diritto comune; l'inizio della crisi spirituale europea, seguendo una parabola che spazia da Carlo Magno ai tempi moderni; il tentativo di costruzione di un sistema geopolitico stabile dopo le grandi rivoluzioni conclusesi con la Pace di Vestfalia e il Congresso di Vienna; infine, il passaggio dall'era europea all'era post-europea, costituita dalla perdita della centralità geopolitica dell'Europa. Questa analisi permette di identificare nell'opera dei pensatori politici cechi una denuncia della crisi della coscienza, della spiritualità e della cultura europea. Si delinea in generale una crisi dell'umanità, la quale, seppur con differenti modalità, si è fatta marginalizzare in quanto soggetto morale e ha abdicato alla sua identità in cambio di un'identità di massa. Emerge per l'Europa la necessità, dopo essersi concentrata di questioni di sicurezza e di prosperità economica, di una profonda riflessione sulla rinnovata importanza della questione dell'identità.
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