La presente ricerca ha per oggetto le dinamiche editoriali che si sono sviluppate all'interno dell'Einaudi tra il 1938 e il 1964 in rapporto alle pubblicazioni di poesia, principalmente italiana e contemporanea. Per rappresentare nel modo più lineare e fedele possibile l'intero organismo editoriale, con i suoi fallimenti e le sue realizzazioni, i suoi conflitti ideologici e le sue tempistiche, si è agito incrociando il materiale d'archivio della casa editrice, in alcuni casi inedito, con gli epistolari degli autori chiamati in causa, i due volumi di Tommaso Munari che raccolgono i verbali delle sedute editoriali, e le puntualissime opere storiografiche di Gabriele Turi e Luisa Mangoni. Oltre a ricostruire il percorso poetico dell'Einaudi, in molti casi si sono sia avanzate delle ipotesi di interpretazione, sempre sostenute con l'ausilio dei testi e della documentazione, sia elaborate delle considerazioni, cercando ogni volta di evitare conclusioni affrettate e spurie. Inoltre, si è sempre proceduti in una prospettiva diacronica, storica, e mai, se non per accenni indispensabili, monografica, bilanciando, in molti casi, il discorso sul singolo protagonista con l'aspetto contestuale, per esempio epistolare, e la cornice generale, per esempio la seduta editoriale. Dalla tesi non solo si ricavano alcuni dati che, a livello di storia dell'editoria, sono rimasti fino ad oggi sconosciuti, ma si fa inoltre necessariamente luce su alcuni personaggi della nostra letteratura rimasti, in modi diversi, nell'ombra, e che, invece, hanno giocato una funzione a dir poco fondamentale ovviamente per l'Einaudi, ma anche, di riflesso, per la cultura italiana contemporanea. Uno di questi, per esempio, è Franco Fortini, omaggiato poeta, traduttore e saggista, ma poco studiato dal canto della sua attività editoriale, che, coinvolgendolo per più di un decennio nel ruolo di colui che giudica e manda come ch'avvinghia, lo rende responsabile sia di un'intera collana, la «Pbe», sia della scelta di inserire la poesia, che agli inizi degli anni '60 è ormai da intendersi come un'apolide, essendo defunta la collana «Poeti», nei celebri «Coralli», donando nuova vita al settore. Un'altra figura largamente scomparsa dai riflettori delle lettere italiane è Angelo Maria Ripellino, noto sì come slavista, saggista e traduttore, meno, forse giustamente, come poeta, ma del tutto ignorato nella veste di consulente, per la cui attività ricevette gli elogi di Italo Calvino. Fu lui uno degli animatori, in senso russo-sovietico, della «Nuova collana dei poeti con testo a fronte», e a proporre il Dottor Zivago di Pasternak, poi sottratto da Feltrinelli; sempre lui consigliò di stampare i formalisti russi e scrisse per Calvino una numero eccezionale di schede di lettura. E a lui si deve, infine, l'intuizione di iniziare una nuova collana di poesia, eclettica, cosmopolita e capace di ospitare opere di ogni tempo e civiltà. Tutto ciò si estende in due sezioni: nella prima si ricostruisce la vicenda della prima collana «Poeti», nata per caso su impulso di Montale, dal 1938 al cosiddetto ¿biennio Fortini¿; nella seconda se ne delinea il progressivo decadimento, intervallato dall'inerzia di Muscetta e dal suo tentativo eroico di rilanciarla tramite il finanziamento della Principessa di Bassiano nel '51, e si conclude con le vicende e i personaggi che daranno vita al nuovo progetto editoriale, finora fortunatissimo, della mitica Serie Bianca.
L'Einaudi e la poesia contemporanea. Dalla collana "Poeti" alle origini della "Serie Bianca"
DEIANA, RICCARDO
2015/2016
Abstract
La presente ricerca ha per oggetto le dinamiche editoriali che si sono sviluppate all'interno dell'Einaudi tra il 1938 e il 1964 in rapporto alle pubblicazioni di poesia, principalmente italiana e contemporanea. Per rappresentare nel modo più lineare e fedele possibile l'intero organismo editoriale, con i suoi fallimenti e le sue realizzazioni, i suoi conflitti ideologici e le sue tempistiche, si è agito incrociando il materiale d'archivio della casa editrice, in alcuni casi inedito, con gli epistolari degli autori chiamati in causa, i due volumi di Tommaso Munari che raccolgono i verbali delle sedute editoriali, e le puntualissime opere storiografiche di Gabriele Turi e Luisa Mangoni. Oltre a ricostruire il percorso poetico dell'Einaudi, in molti casi si sono sia avanzate delle ipotesi di interpretazione, sempre sostenute con l'ausilio dei testi e della documentazione, sia elaborate delle considerazioni, cercando ogni volta di evitare conclusioni affrettate e spurie. Inoltre, si è sempre proceduti in una prospettiva diacronica, storica, e mai, se non per accenni indispensabili, monografica, bilanciando, in molti casi, il discorso sul singolo protagonista con l'aspetto contestuale, per esempio epistolare, e la cornice generale, per esempio la seduta editoriale. Dalla tesi non solo si ricavano alcuni dati che, a livello di storia dell'editoria, sono rimasti fino ad oggi sconosciuti, ma si fa inoltre necessariamente luce su alcuni personaggi della nostra letteratura rimasti, in modi diversi, nell'ombra, e che, invece, hanno giocato una funzione a dir poco fondamentale ovviamente per l'Einaudi, ma anche, di riflesso, per la cultura italiana contemporanea. Uno di questi, per esempio, è Franco Fortini, omaggiato poeta, traduttore e saggista, ma poco studiato dal canto della sua attività editoriale, che, coinvolgendolo per più di un decennio nel ruolo di colui che giudica e manda come ch'avvinghia, lo rende responsabile sia di un'intera collana, la «Pbe», sia della scelta di inserire la poesia, che agli inizi degli anni '60 è ormai da intendersi come un'apolide, essendo defunta la collana «Poeti», nei celebri «Coralli», donando nuova vita al settore. Un'altra figura largamente scomparsa dai riflettori delle lettere italiane è Angelo Maria Ripellino, noto sì come slavista, saggista e traduttore, meno, forse giustamente, come poeta, ma del tutto ignorato nella veste di consulente, per la cui attività ricevette gli elogi di Italo Calvino. Fu lui uno degli animatori, in senso russo-sovietico, della «Nuova collana dei poeti con testo a fronte», e a proporre il Dottor Zivago di Pasternak, poi sottratto da Feltrinelli; sempre lui consigliò di stampare i formalisti russi e scrisse per Calvino una numero eccezionale di schede di lettura. E a lui si deve, infine, l'intuizione di iniziare una nuova collana di poesia, eclettica, cosmopolita e capace di ospitare opere di ogni tempo e civiltà. Tutto ciò si estende in due sezioni: nella prima si ricostruisce la vicenda della prima collana «Poeti», nata per caso su impulso di Montale, dal 1938 al cosiddetto ¿biennio Fortini¿; nella seconda se ne delinea il progressivo decadimento, intervallato dall'inerzia di Muscetta e dal suo tentativo eroico di rilanciarla tramite il finanziamento della Principessa di Bassiano nel '51, e si conclude con le vicende e i personaggi che daranno vita al nuovo progetto editoriale, finora fortunatissimo, della mitica Serie Bianca.File | Dimensione | Formato | |
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