L'obbiettivo della tesi è quello di realizzare un'analisi sugli effetti che gli attentati terroristici, verificatisi nell'ultimo ventennio, hanno avuto sul settore turistico. In primis è stata data una definizione dei consumi della paura, ovvero di tutti quei consumi che sorgono o che subiscono modifiche a causa della paura. In particolare sono stati considerati in relazione alle dinamiche poste in essere dagli ultimi attentati terroristici. L'elaborato si snoda attraverso la ricostruzione dei principali attentati: quello delle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001 a New York, quello di Charlie Hebdo del 7 gennaio 2015, la strage del 13 novembre 2015 a Parigi ed infine l'attentato all'aeroporto e alla metropolitana avvenuto a Bruxelles il 22 marzo 2016. In letteratura è studiato il fenomeno del terrorismo religioso, manca, invece, uno studio mirato che confronta quest'ultimo con il turismo. Per realizzare tale ricerca si è svolta un'analisi sugli articoli delle principali testate giornalistiche, quali: La Stampa, La Repubblica, Il Corriere della Sera, NewYork Times, The Guardian, The Economist e Le Parisién; sono stati, inoltre, monitorati i principali siti emittenti di dati statistici, quali l'Istat, per contestualizzare i tragici avvenimenti. In oltre per avere un panorama più completo sul fenomeno è stata realizzata una etnografia in rete (Net-etnografy) attraverso il monitoraggio dei principali siti e blog che discutono sul tema in modo più o meno acceso. In conclusione lo studio mette in luce che i diversi attentati sono per certi versi simili tra loro, ma allo stesso tempo hanno elementi che non coincidono; in particolare per motivazioni, logiche e metodi, spesso dotati di alta tecnologia. Gli ultimi attentati si caratterizzano per aver incrementato la paura e il divisionismo, colpendo luoghi comuni o luoghi che simboleggiano la libertà d'espressione. Tuttavia in essi si concretizza ¿l'odio¿ della cultura islamica nei confronti dei valori occidentali. I trend sul turismo appaiono oggi fragili, non esistono ancora dei dati, ma come si evince dai forum di discussione − la paura dilaga tra gli europei che raccontano dei timori che hanno nell'intraprendere un viaggio o affrontare un volo aereo. L'attentato di New York, come dimostrano i dati, non ha avuto un forte impatto sui flussi turistici europei, probabilmente a seguito di una diversa percezione in quanto circostanziato e meno sentito. I fenomeni descritti, infine, si differenziano anche sul terreno mediatico che oggi, grazie alle tecnologie e ai social media riesce a coinvolgere maggiormente la popolazione.
I consumi della paura: il terrorismo modifica le scelte in ambito turistico?
MORLACCHI, MICHELA
2015/2016
Abstract
L'obbiettivo della tesi è quello di realizzare un'analisi sugli effetti che gli attentati terroristici, verificatisi nell'ultimo ventennio, hanno avuto sul settore turistico. In primis è stata data una definizione dei consumi della paura, ovvero di tutti quei consumi che sorgono o che subiscono modifiche a causa della paura. In particolare sono stati considerati in relazione alle dinamiche poste in essere dagli ultimi attentati terroristici. L'elaborato si snoda attraverso la ricostruzione dei principali attentati: quello delle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001 a New York, quello di Charlie Hebdo del 7 gennaio 2015, la strage del 13 novembre 2015 a Parigi ed infine l'attentato all'aeroporto e alla metropolitana avvenuto a Bruxelles il 22 marzo 2016. In letteratura è studiato il fenomeno del terrorismo religioso, manca, invece, uno studio mirato che confronta quest'ultimo con il turismo. Per realizzare tale ricerca si è svolta un'analisi sugli articoli delle principali testate giornalistiche, quali: La Stampa, La Repubblica, Il Corriere della Sera, NewYork Times, The Guardian, The Economist e Le Parisién; sono stati, inoltre, monitorati i principali siti emittenti di dati statistici, quali l'Istat, per contestualizzare i tragici avvenimenti. In oltre per avere un panorama più completo sul fenomeno è stata realizzata una etnografia in rete (Net-etnografy) attraverso il monitoraggio dei principali siti e blog che discutono sul tema in modo più o meno acceso. In conclusione lo studio mette in luce che i diversi attentati sono per certi versi simili tra loro, ma allo stesso tempo hanno elementi che non coincidono; in particolare per motivazioni, logiche e metodi, spesso dotati di alta tecnologia. Gli ultimi attentati si caratterizzano per aver incrementato la paura e il divisionismo, colpendo luoghi comuni o luoghi che simboleggiano la libertà d'espressione. Tuttavia in essi si concretizza ¿l'odio¿ della cultura islamica nei confronti dei valori occidentali. I trend sul turismo appaiono oggi fragili, non esistono ancora dei dati, ma come si evince dai forum di discussione − la paura dilaga tra gli europei che raccontano dei timori che hanno nell'intraprendere un viaggio o affrontare un volo aereo. L'attentato di New York, come dimostrano i dati, non ha avuto un forte impatto sui flussi turistici europei, probabilmente a seguito di una diversa percezione in quanto circostanziato e meno sentito. I fenomeni descritti, infine, si differenziano anche sul terreno mediatico che oggi, grazie alle tecnologie e ai social media riesce a coinvolgere maggiormente la popolazione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/22694