L'obiettivo della tesi è capire se il corso degli eventi durante la Crisi di Suez abbia avuto delle ripercussioni sui mercati petroliferi. La Crisi di Suez è indubbiamente uno degli eventi cruciali della storia internazionale nella seconda metà del XX secolo. Dal punto di vista politico, al suo termine cambiarono definitivamente gli equilibri in Medio Oriente, con la formulazione della Dottrina Eisenhower attraverso cui gli Stati Uniti cominciarono a esercitare direttamente la leadership nell'area, cosa che fino a quel momento era stata delegata agli alleati europei, in primo luogo la Gran Bretagna. Inoltre, il nazionalismo arabo si impose definitivamente come forza politica da tenere in seria considerazione, in grado di mettere in crisi sia i Governi filo-occidentali della regione, sia lo status quo petrolifero dei primi anni '50 in modo da favorire il controllo delle risorse naturali da parte dei Governi locali. Gli Stati Uniti misero in campo tutti i mezzi a loro disposizione per imporre la risoluzione della Crisi per via diplomatica, onde evitare che l'Unione Sovietica divenisse la potenza egemone nel Medio Oriente, e scongiurare il rischio di una nuova guerra mondiale. Per la prima volta lo strapotere economico americano fu utilizzato contro gli alleati storici d'oltreoceano. E, per la prima volta, in questa occasione il petrolio figurava tra le armi di pressione: nonostante il fatto che le previsioni riguardo i danni per l'economia europea causati da un'interruzione delle forniture petrolifere si fossero rivelate troppo pessimistiche, il rinvio della messa in atto di un piano straordinario di aiuti da parte degli Stati Uniti contribuì notevolmente a porre fine all'invasione anglo-franco-israeliana. L'elaborato comprende tre capitoli. Nel primo viene brevemente descritto il corso della Crisi presentando i protagonisti, analizzando le cause e ponendo l'accento sugli aspetti politici e diplomatici: in particolare le pressioni economiche attuate dall'Amministrazione Eisenhower per far desistere gli alleati dal portare avanti l'aggressione all'Egitto e l'attivismo dell'O.N.U., che portò a creare per la prima volta una forza di polizia internazionale allo scopo di riportare la pace nella zona del Canale di Suez. Nel secondo si passa ad analizzare la questione petrolifera, prima attraverso una breve storia dell'ordine petrolifero consolidatosi nell'area mediorientale fino alla prima metà degli anni Cinquanta, poi attraverso lo studio dei documenti diplomatici americani riguardanti il problema delle forniture all'Europa Occidentale a seguito della nazionalizzazione della Compagnia e del blocco del Canale avvenuto a seguito dell'intervento militare in Egitto. Nel terzo capitolo vengono illustrati gli effetti della Crisi: sia quelli politici, come la messa in pratica della Dottrina Eisenhower che inaugurò l'egemonia statunitense in Medio Oriente, sia quelli che riguardavano l'aspetto petrolifero a partire dal successo di Nasser fino alla nascita dell'O.P.E.C., con la crescita dell'influenza da parte del movimento nazionalista arabo che mise in discussione dalle fondamenta le politiche petrolifere internazionali.
Il petrolio e Suez: gli effetti della crisi del 1956 sui mercati petroliferi internazionali
TRIPODI, ALESSANDRO
2015/2016
Abstract
L'obiettivo della tesi è capire se il corso degli eventi durante la Crisi di Suez abbia avuto delle ripercussioni sui mercati petroliferi. La Crisi di Suez è indubbiamente uno degli eventi cruciali della storia internazionale nella seconda metà del XX secolo. Dal punto di vista politico, al suo termine cambiarono definitivamente gli equilibri in Medio Oriente, con la formulazione della Dottrina Eisenhower attraverso cui gli Stati Uniti cominciarono a esercitare direttamente la leadership nell'area, cosa che fino a quel momento era stata delegata agli alleati europei, in primo luogo la Gran Bretagna. Inoltre, il nazionalismo arabo si impose definitivamente come forza politica da tenere in seria considerazione, in grado di mettere in crisi sia i Governi filo-occidentali della regione, sia lo status quo petrolifero dei primi anni '50 in modo da favorire il controllo delle risorse naturali da parte dei Governi locali. Gli Stati Uniti misero in campo tutti i mezzi a loro disposizione per imporre la risoluzione della Crisi per via diplomatica, onde evitare che l'Unione Sovietica divenisse la potenza egemone nel Medio Oriente, e scongiurare il rischio di una nuova guerra mondiale. Per la prima volta lo strapotere economico americano fu utilizzato contro gli alleati storici d'oltreoceano. E, per la prima volta, in questa occasione il petrolio figurava tra le armi di pressione: nonostante il fatto che le previsioni riguardo i danni per l'economia europea causati da un'interruzione delle forniture petrolifere si fossero rivelate troppo pessimistiche, il rinvio della messa in atto di un piano straordinario di aiuti da parte degli Stati Uniti contribuì notevolmente a porre fine all'invasione anglo-franco-israeliana. L'elaborato comprende tre capitoli. Nel primo viene brevemente descritto il corso della Crisi presentando i protagonisti, analizzando le cause e ponendo l'accento sugli aspetti politici e diplomatici: in particolare le pressioni economiche attuate dall'Amministrazione Eisenhower per far desistere gli alleati dal portare avanti l'aggressione all'Egitto e l'attivismo dell'O.N.U., che portò a creare per la prima volta una forza di polizia internazionale allo scopo di riportare la pace nella zona del Canale di Suez. Nel secondo si passa ad analizzare la questione petrolifera, prima attraverso una breve storia dell'ordine petrolifero consolidatosi nell'area mediorientale fino alla prima metà degli anni Cinquanta, poi attraverso lo studio dei documenti diplomatici americani riguardanti il problema delle forniture all'Europa Occidentale a seguito della nazionalizzazione della Compagnia e del blocco del Canale avvenuto a seguito dell'intervento militare in Egitto. Nel terzo capitolo vengono illustrati gli effetti della Crisi: sia quelli politici, come la messa in pratica della Dottrina Eisenhower che inaugurò l'egemonia statunitense in Medio Oriente, sia quelli che riguardavano l'aspetto petrolifero a partire dal successo di Nasser fino alla nascita dell'O.P.E.C., con la crescita dell'influenza da parte del movimento nazionalista arabo che mise in discussione dalle fondamenta le politiche petrolifere internazionali.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/22487