In Italy the main cause of death is cardiovascular disease. In particular, acute coronary syndromes, considered for a long time to be a pathology peculiar to men, are the first cause of myocardial infarction in women; the result is greater mortality and morbidity in females. The current model, derived from years of studies on populations composed predominantly by male subjects, does not take into account the specific gender and sex differences that influence the pathophysiology and clinical presentation of acute coronary syndrome in women. The aim of the study is to analyze whether there is a bias towards female cardioischemic disease, which we will research through the retrospective study on electronic medical records in the population examined. Patients requiring urgent revascularization should be sent for coronary angiography at the same rate; if a significant difference was detected in the number of patients treated, this would be due to undertreatment of one of the groups. We also aim to shed light on the possible causes of undertreatment, first and foremost the different presenting symptoms, by analyzing the data of the subgroup that actually underwent coronary angiography in the cardiac intensive unit.
In Italia la principale causa di morte è la malattia cardiovascolare. In particolare, le sindromi coronariche acute, considerate per molto tempo patologia peculiare del sesso maschile, sono la prima causa di infarto miocardico nelle donne; il risultato è una maggiore mortalità e morbidità nel sesso femminile. Il modello attuale, derivato da anni di studi su popolazioni composte in prevalenza da soggetti di sesso maschile, non tiene conto delle differenze genere e sesso specifiche che condizionano la fisiopatologia e la presentazione clinica della sindrome coronarica acuta nella donna. Lo scopo dello studio è analizzare se esiste un bias nei confronti della malattia cardioischemica femminile, che ricercheremo attraverso lo studio retrospettivo su cartelle cliniche elettroniche nella popolazione presa in esame. I pazienti che necessitano di urgente rivascolarizzazione dovrebbero essere avviati alla coronarografia in pari misura, se si rilevasse una differenza significativa nel numero di pazienti trattati questo sarebbe dovuto a un sottotrattamento di uno dei gruppi. Ci si propone inoltre di fare luce sulle possibili cause di sottotrattamento, prima su tutte la differente sintomatologia di presentazione, analizzando i dati del sottogruppo che è andato effettivamente incontro a coronarografia in unità intensiva cardiologica.
Sindrome coronarica acuta e genere: eventuali differenze nella presentazione clinica in DEA, gestione e outcome
ASTENGO, MATTEO
2022/2023
Abstract
In Italia la principale causa di morte è la malattia cardiovascolare. In particolare, le sindromi coronariche acute, considerate per molto tempo patologia peculiare del sesso maschile, sono la prima causa di infarto miocardico nelle donne; il risultato è una maggiore mortalità e morbidità nel sesso femminile. Il modello attuale, derivato da anni di studi su popolazioni composte in prevalenza da soggetti di sesso maschile, non tiene conto delle differenze genere e sesso specifiche che condizionano la fisiopatologia e la presentazione clinica della sindrome coronarica acuta nella donna. Lo scopo dello studio è analizzare se esiste un bias nei confronti della malattia cardioischemica femminile, che ricercheremo attraverso lo studio retrospettivo su cartelle cliniche elettroniche nella popolazione presa in esame. I pazienti che necessitano di urgente rivascolarizzazione dovrebbero essere avviati alla coronarografia in pari misura, se si rilevasse una differenza significativa nel numero di pazienti trattati questo sarebbe dovuto a un sottotrattamento di uno dei gruppi. Ci si propone inoltre di fare luce sulle possibili cause di sottotrattamento, prima su tutte la differente sintomatologia di presentazione, analizzando i dati del sottogruppo che è andato effettivamente incontro a coronarografia in unità intensiva cardiologica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/224