Con questo lavoro mi propongo di presentare la situazione di un particolare gruppo sociale cinese svantaggiato, identificato dal sociologo Lian Si 廉思 come yizu (蚁族) ¿tribù delle formiche¿. Si tratta di un fenomeno urbano che vide inizialmente protagonisti i giovani neolaureati nati negli Anni Ottanta e Novanta, di origine prevalentemente rurale, i quali hanno visto nello studio una speranza di riscatto sociale che si è rivelata, però, disattesa. La loro precaria situazione nella lotta verso il successo e la realizzazione delle proprie aspirazioni, li catapulta in una realtà totalmente diversa da quella ambita. Costretti ad accettare posti di lavoro instabili, mal remunerati e non in linea con il proprio profilo al fine di perseguire il sogno di vivere in una grande città, questi ragazzi, versano in uno stato di emarginazione e sperimentano l'esclusione dalla comunità. Nel primo capitolo, descriverò i caratteri di questo svantaggiato gruppo sociale, soffermandomi sui loro ritmi di vita e sulle attività che si ripetono giorno per giorno, sostanzialmente immutate. Come ho già suggerito, le ¿formiche¿ sono figli dell'Era di Riforma e Apertura (gaige kaifang, 改革开放) della Cina e della ¿Politica di pianificazione delle nascite¿, che ha prodotto tre generazioni di figli unici, sui quali si riversano le pressioni di genitori disposti a privazioni e rinunce pur di garantire loro la possibilità di studiare. Nel corso della trattazione, tuttavia, si noterà che l'etichetta yizu è applicabile anche ad altri gruppi sociali svantaggiati, che includono lavoratori migranti e coloro che hanno perso il lavoro. Nella differenziazione di queste tre categorie di ¿formiche¿ risulta evidente lo scarto culturale che sussiste fra loro: le formiche in senso stretto hanno, infatti, ricevuto un alto grado di istruzione che corrisponde al conseguimento del titolo universitario, mentre è raro che un comune lavoratore migrante abbia avuto la possibilità di frequentare la scuola. I lavoratori migranti hanno, inoltre, una minor consapevolezza dei propri diritti e si accontentano di guadagnare quanto sufficiente per tornare a casa per il Capodanno Cinese e spedire dei soldi alle proprie famiglie. A cavallo fra queste due categorie si collocano i lavoratori specializzati, i quali hanno un'istruzione maggiore rispetto ai lavoratori migranti, essendosi diplomati in scuole tecniche ma non nutrono il sogno di vivere in una grande città. Tratto comune ai tre gruppi deboli della società è lo spirito di sacrificio che porta queste persone a non perdersi d'animo e a combattere con costanza le difficoltà quotidiane. L'ispirazione per scrivere il secondo capitolo, invece, nasce dall'interesse suscitato in me a seguito della visione del documentario Dreamwork China, realizzato da Ivan Franceschini e Tommaso Facchin. Osservando gli sguardi e ascoltando i racconti dei lavoratori della Foxconn, la più grande fabbrica al mondo, sono stata portata a riflettere su ciò che si nasconde dietro al mio smartphone: una catena di morte. Storie di povertà, di vite spezzate, di giovani che un sogno lo avevano ma non hanno avuto modo di realizzarlo. Condurrò, dunque, un'analisi delle condizioni di lavoro e delle gravi conseguenze a cui esse hanno portato decine di oppressi che consentono al pianeta di essere connesso. Lo scopo di tale percorso è delineare un profilo delle difficoltà affrontante da coloro che vivono ai margini della società contribuendo, però, allo sviluppo economico del Paese. Ritengo, infine, doveroso apprezzare la costanza e tenacia che questi giovani, quasi miei coetanei, mostrano nel perseguire i propri scopi o nel tener fede ai propri propositi, nonostante le condizioni in cui vivono non risultino essere favorevoli.
Yizu, tribù delle formiche: Lian Si dà un volto umano agli insetti lavoratori
PULELLA, GIULIA
2015/2016
Abstract
Con questo lavoro mi propongo di presentare la situazione di un particolare gruppo sociale cinese svantaggiato, identificato dal sociologo Lian Si 廉思 come yizu (蚁族) ¿tribù delle formiche¿. Si tratta di un fenomeno urbano che vide inizialmente protagonisti i giovani neolaureati nati negli Anni Ottanta e Novanta, di origine prevalentemente rurale, i quali hanno visto nello studio una speranza di riscatto sociale che si è rivelata, però, disattesa. La loro precaria situazione nella lotta verso il successo e la realizzazione delle proprie aspirazioni, li catapulta in una realtà totalmente diversa da quella ambita. Costretti ad accettare posti di lavoro instabili, mal remunerati e non in linea con il proprio profilo al fine di perseguire il sogno di vivere in una grande città, questi ragazzi, versano in uno stato di emarginazione e sperimentano l'esclusione dalla comunità. Nel primo capitolo, descriverò i caratteri di questo svantaggiato gruppo sociale, soffermandomi sui loro ritmi di vita e sulle attività che si ripetono giorno per giorno, sostanzialmente immutate. Come ho già suggerito, le ¿formiche¿ sono figli dell'Era di Riforma e Apertura (gaige kaifang, 改革开放) della Cina e della ¿Politica di pianificazione delle nascite¿, che ha prodotto tre generazioni di figli unici, sui quali si riversano le pressioni di genitori disposti a privazioni e rinunce pur di garantire loro la possibilità di studiare. Nel corso della trattazione, tuttavia, si noterà che l'etichetta yizu è applicabile anche ad altri gruppi sociali svantaggiati, che includono lavoratori migranti e coloro che hanno perso il lavoro. Nella differenziazione di queste tre categorie di ¿formiche¿ risulta evidente lo scarto culturale che sussiste fra loro: le formiche in senso stretto hanno, infatti, ricevuto un alto grado di istruzione che corrisponde al conseguimento del titolo universitario, mentre è raro che un comune lavoratore migrante abbia avuto la possibilità di frequentare la scuola. I lavoratori migranti hanno, inoltre, una minor consapevolezza dei propri diritti e si accontentano di guadagnare quanto sufficiente per tornare a casa per il Capodanno Cinese e spedire dei soldi alle proprie famiglie. A cavallo fra queste due categorie si collocano i lavoratori specializzati, i quali hanno un'istruzione maggiore rispetto ai lavoratori migranti, essendosi diplomati in scuole tecniche ma non nutrono il sogno di vivere in una grande città. Tratto comune ai tre gruppi deboli della società è lo spirito di sacrificio che porta queste persone a non perdersi d'animo e a combattere con costanza le difficoltà quotidiane. L'ispirazione per scrivere il secondo capitolo, invece, nasce dall'interesse suscitato in me a seguito della visione del documentario Dreamwork China, realizzato da Ivan Franceschini e Tommaso Facchin. Osservando gli sguardi e ascoltando i racconti dei lavoratori della Foxconn, la più grande fabbrica al mondo, sono stata portata a riflettere su ciò che si nasconde dietro al mio smartphone: una catena di morte. Storie di povertà, di vite spezzate, di giovani che un sogno lo avevano ma non hanno avuto modo di realizzarlo. Condurrò, dunque, un'analisi delle condizioni di lavoro e delle gravi conseguenze a cui esse hanno portato decine di oppressi che consentono al pianeta di essere connesso. Lo scopo di tale percorso è delineare un profilo delle difficoltà affrontante da coloro che vivono ai margini della società contribuendo, però, allo sviluppo economico del Paese. Ritengo, infine, doveroso apprezzare la costanza e tenacia che questi giovani, quasi miei coetanei, mostrano nel perseguire i propri scopi o nel tener fede ai propri propositi, nonostante le condizioni in cui vivono non risultino essere favorevoli.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/22369