La presente tesi vuole indagare come la depressione post-partum possa influenzare l'abilità delle madri di rappresentare se stessa nel suo ruolo di caregiver e come possa limitare la sua capacità di pensare e di tenere in considerazione i sentimenti, le emozioni e gli stati mentali interiori del figlio. Si è presa in esame la letteratura clinica per quanto riguarda il concetto di capacità riflessiva genitoriale, ovvero il ruolo della capacità della madre di riflettere su stati interni del bambino per lo sviluppo di una relazione sicura tra la diade e per lo sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo del bambino e si sono approfonditi i fattori di rischio della depressione post-partum, per inquadrare la patologia nel contesto socio-culturale in cui si presenta. Per dimostrare la suddetta tesi ho preso in esame, oltre alla letteratura scientifica sul tema, i dati raccolti dal gruppo di ricerca composto dalla dott.ssa Cussino, dalla dott.ssa Zaccagnino, dalla dott.ssa Steele, dal dott. Callerame, dalla dott.ssa Civilotti e dal Prof. Veglia, volti ad esplorare le rappresentazioni delle cure materne e il costrutto di Funzione Riflessiva Genitoriale (Parental Reflective Functioning, PRF), valutato mediante l'utilizzo della Parent Development Interview (PDI) in un campione di 37 neo mamme. La ricerca è stata svolta nel 2012, in un centro consultoriale del Nord Italia e fa parte di un progetto più ampio che mirava a sensibilizzare i genitori sull'impatto negativo della depressione post-partum. Gli psicologi hanno utilizzato la Scala di Depressione Post-Partum di Edimburgo (Edinburgh Postnatal Depression Scale, EPDS) all'ottavo mese di gravidanza (T0) e dopo tre mesi dal parto (T1), dividendo le donne in due gruppi (EPDS &#8805; o < di 10) in base al loro punteggio EPDS e al decimo mese di vita del bambino (T2) hanno somministrato la Parent Development Interview. Il merito principale del suddetto studio clinico è quello di aver seguito le 37 donne per quasi un anno, configurandosi quindi come una ricerca longitudinale volta a monitorare l'arco di tempo più sensibile per la donna che vive l'esperienza della maternità. Le risposte delle madri depresse furono caratterizzate da livelli inferiori di piacere e gioia, da una preponderanza di sentimenti negativi e da un senso inferiore di efficacia. Si è presa in esame la funzione riflessiva genitoriale e si è riscontrato che le madri senza sintomi depressivi mostravano punteggi maggiori di PRF, associati a risultati positivi sulla scala della gioia, del piacere e del sentimento di autoefficacia, dimostrando quindi una maggiore capacità di comprendere meglio i pensieri, le emozioni e i comportamenti del proprio bambino. Dal confronto dei risultati EPDS pre e post-partum si è potuto constatare che tutte le donne che hanno palesato sintomi depressivi nel post-partum avevano già avuto punteggi di EPDS &#8805;0 in gravidanza. I risultati ottenuti sono in linea con la letteratura scientifica poiché sottolineano l'importanza dei processi meta-cognitivi della madre come componente fondamentale nella coppia madre-figlio e l'importanza della prevenzione fin dalla gravidanza per impedire la stabilizzazione e aggravarsi della sintomatologia depressiva. La tesi si conclude con la discussione e le implicazioni cliniche di questi risultati e l'uso della Parental Development Interview e con alcune ipotesi di interventi preventivi volti al mantenimento della salute mentale delle donne a rischio di depressione post-partum

La depressione post-partum e la capacità riflessiva genitoriale in uno studio clinico

PEDERZOLLI, MARIANNA
2015/2016

Abstract

La presente tesi vuole indagare come la depressione post-partum possa influenzare l'abilità delle madri di rappresentare se stessa nel suo ruolo di caregiver e come possa limitare la sua capacità di pensare e di tenere in considerazione i sentimenti, le emozioni e gli stati mentali interiori del figlio. Si è presa in esame la letteratura clinica per quanto riguarda il concetto di capacità riflessiva genitoriale, ovvero il ruolo della capacità della madre di riflettere su stati interni del bambino per lo sviluppo di una relazione sicura tra la diade e per lo sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo del bambino e si sono approfonditi i fattori di rischio della depressione post-partum, per inquadrare la patologia nel contesto socio-culturale in cui si presenta. Per dimostrare la suddetta tesi ho preso in esame, oltre alla letteratura scientifica sul tema, i dati raccolti dal gruppo di ricerca composto dalla dott.ssa Cussino, dalla dott.ssa Zaccagnino, dalla dott.ssa Steele, dal dott. Callerame, dalla dott.ssa Civilotti e dal Prof. Veglia, volti ad esplorare le rappresentazioni delle cure materne e il costrutto di Funzione Riflessiva Genitoriale (Parental Reflective Functioning, PRF), valutato mediante l'utilizzo della Parent Development Interview (PDI) in un campione di 37 neo mamme. La ricerca è stata svolta nel 2012, in un centro consultoriale del Nord Italia e fa parte di un progetto più ampio che mirava a sensibilizzare i genitori sull'impatto negativo della depressione post-partum. Gli psicologi hanno utilizzato la Scala di Depressione Post-Partum di Edimburgo (Edinburgh Postnatal Depression Scale, EPDS) all'ottavo mese di gravidanza (T0) e dopo tre mesi dal parto (T1), dividendo le donne in due gruppi (EPDS ≥ o < di 10) in base al loro punteggio EPDS e al decimo mese di vita del bambino (T2) hanno somministrato la Parent Development Interview. Il merito principale del suddetto studio clinico è quello di aver seguito le 37 donne per quasi un anno, configurandosi quindi come una ricerca longitudinale volta a monitorare l'arco di tempo più sensibile per la donna che vive l'esperienza della maternità. Le risposte delle madri depresse furono caratterizzate da livelli inferiori di piacere e gioia, da una preponderanza di sentimenti negativi e da un senso inferiore di efficacia. Si è presa in esame la funzione riflessiva genitoriale e si è riscontrato che le madri senza sintomi depressivi mostravano punteggi maggiori di PRF, associati a risultati positivi sulla scala della gioia, del piacere e del sentimento di autoefficacia, dimostrando quindi una maggiore capacità di comprendere meglio i pensieri, le emozioni e i comportamenti del proprio bambino. Dal confronto dei risultati EPDS pre e post-partum si è potuto constatare che tutte le donne che hanno palesato sintomi depressivi nel post-partum avevano già avuto punteggi di EPDS ≥0 in gravidanza. I risultati ottenuti sono in linea con la letteratura scientifica poiché sottolineano l'importanza dei processi meta-cognitivi della madre come componente fondamentale nella coppia madre-figlio e l'importanza della prevenzione fin dalla gravidanza per impedire la stabilizzazione e aggravarsi della sintomatologia depressiva. La tesi si conclude con la discussione e le implicazioni cliniche di questi risultati e l'uso della Parental Development Interview e con alcune ipotesi di interventi preventivi volti al mantenimento della salute mentale delle donne a rischio di depressione post-partum
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
769537_ladepressionepost-partumelacapacitàriflessivagenitorialeinunostudioclinico.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 421.21 kB
Formato Adobe PDF
421.21 kB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/22355