La coltura del riso ha fatto la sua comparsa alcuni millenni a.C. nelle regioni della Cina e del Sud-est asiatico attraversate dalla catena dell'Himalaya. Il riso è utilizzato come principale alimento da circa il 50% della popolazione mondiale; oltre il 90% della produzione totale di risone è destinato all'alimentazione umana. Le particolari condizioni ecologiche della risaia hanno favorito l'instaurarsi di una specifica flora infestante, molto competitiva nei confronti della coltura. Tra le specie che negli ultimi anni hanno maggiormente colpito la risicoltura mondiale è il riso crodo (Oryza sativa). Il riso crodo è una pericolosa pianta infestante appartenente alla stessa specie del riso coltivato, segnalata nelle risaie italiane già agli inizi del 1800. È caratterizzato da un vigore vegetativo superiore a quello delle varietà coltivate, dispone, inoltre, della capacità di disperdere i suoi semi, già pochi giorni dopo la fioritura. È denominato anche riso a grana rossa, per la frequente pigmentazione rossa del pericarpo della cariosside. L'elevata capacità competitiva di questa malerba è principalmente associata alla capacità d'accestimento, alla taglia e a un fabbisogno in nutrienti significativamente superiori a quelli del riso coltivato. I semi di riso crodo sono caratterizzati da una elevata dormienza che supera comunemente, i dieci anni; questa caratteristica biologica rappresenta un importante fattore di successo nello sviluppo della malerba. Le possibili strategie di gestione e contenimento del riso crodo, sono di tipo indiretto e diretto. La lotta indiretta si attua mediante la prevenzione della diffusione della malerba, principalmente basata sull'adozione di strategie agronomiche. Al riguardo un ruolo di primaria importanza è svolto dall'utilizzo delle sementi certificate, da un'attenta pulizia delle attrezzature agricole, soprattutto delle mietitrebbiatrici, per impedire il trasferimento di semi dell'infestante da camere infestate a camere prive della malerba. La lotta diretta si basa principalmente sull'applicazione dia strumenti meccanici e chimici, frequentemente in combinazione con la tecnica della falsa semina. Gli interventi meccanici trovano applicazione sia sul riso crodo nelle prime fasi di sviluppo, prima della semina della coltura, ricorrendo all'impiego di erpici, sia sulla malerba in fioritura in presenza della coltura, utilizzando idonee barre falcianti; in quest'ultimo caso il riso crodo deve avere una taglia superiore a quella del riso coltivato. La lotta chimica rappresenta la pratica in grado di offrire, oggi, le maggiori possibilità di successo nella lotta contro questa malerba. Può essere attuata con con prodotti e tecniche applicabili in diversi momenti del ciclo colturale e della fase di sviluppo della malerba: in pre-semina anticipata, in pre-semina in combinazione con la falsa semina, in pre-emergenza ritardata e in presenza della coltura. Le strategie di gestione in presenza della coltura si basano sull'utilizzo di varietà Clearfield®, in grado di tollerare, a seguito di interventi di mutazione convenzionale, i diserbanti della famiglia dell'imidazolinoni caratterizzati completa selettività nei riguardi della coltura e da elevata efficacia nei confronti del riso crodo e della maggior parte delle altre malerbe. L'impiego di queste varietà, richiede l'adozione di idonee strategie gestionali per evitare il rischio di comparsa di biotipi resistenti della malerba a seguito del flusso genico.

BIOLOGIA E MODALITà DI GESTIONE DEL RISO CRODO

GIROMINI, DEBORA
2015/2016

Abstract

La coltura del riso ha fatto la sua comparsa alcuni millenni a.C. nelle regioni della Cina e del Sud-est asiatico attraversate dalla catena dell'Himalaya. Il riso è utilizzato come principale alimento da circa il 50% della popolazione mondiale; oltre il 90% della produzione totale di risone è destinato all'alimentazione umana. Le particolari condizioni ecologiche della risaia hanno favorito l'instaurarsi di una specifica flora infestante, molto competitiva nei confronti della coltura. Tra le specie che negli ultimi anni hanno maggiormente colpito la risicoltura mondiale è il riso crodo (Oryza sativa). Il riso crodo è una pericolosa pianta infestante appartenente alla stessa specie del riso coltivato, segnalata nelle risaie italiane già agli inizi del 1800. È caratterizzato da un vigore vegetativo superiore a quello delle varietà coltivate, dispone, inoltre, della capacità di disperdere i suoi semi, già pochi giorni dopo la fioritura. È denominato anche riso a grana rossa, per la frequente pigmentazione rossa del pericarpo della cariosside. L'elevata capacità competitiva di questa malerba è principalmente associata alla capacità d'accestimento, alla taglia e a un fabbisogno in nutrienti significativamente superiori a quelli del riso coltivato. I semi di riso crodo sono caratterizzati da una elevata dormienza che supera comunemente, i dieci anni; questa caratteristica biologica rappresenta un importante fattore di successo nello sviluppo della malerba. Le possibili strategie di gestione e contenimento del riso crodo, sono di tipo indiretto e diretto. La lotta indiretta si attua mediante la prevenzione della diffusione della malerba, principalmente basata sull'adozione di strategie agronomiche. Al riguardo un ruolo di primaria importanza è svolto dall'utilizzo delle sementi certificate, da un'attenta pulizia delle attrezzature agricole, soprattutto delle mietitrebbiatrici, per impedire il trasferimento di semi dell'infestante da camere infestate a camere prive della malerba. La lotta diretta si basa principalmente sull'applicazione dia strumenti meccanici e chimici, frequentemente in combinazione con la tecnica della falsa semina. Gli interventi meccanici trovano applicazione sia sul riso crodo nelle prime fasi di sviluppo, prima della semina della coltura, ricorrendo all'impiego di erpici, sia sulla malerba in fioritura in presenza della coltura, utilizzando idonee barre falcianti; in quest'ultimo caso il riso crodo deve avere una taglia superiore a quella del riso coltivato. La lotta chimica rappresenta la pratica in grado di offrire, oggi, le maggiori possibilità di successo nella lotta contro questa malerba. Può essere attuata con con prodotti e tecniche applicabili in diversi momenti del ciclo colturale e della fase di sviluppo della malerba: in pre-semina anticipata, in pre-semina in combinazione con la falsa semina, in pre-emergenza ritardata e in presenza della coltura. Le strategie di gestione in presenza della coltura si basano sull'utilizzo di varietà Clearfield®, in grado di tollerare, a seguito di interventi di mutazione convenzionale, i diserbanti della famiglia dell'imidazolinoni caratterizzati completa selettività nei riguardi della coltura e da elevata efficacia nei confronti del riso crodo e della maggior parte delle altre malerbe. L'impiego di queste varietà, richiede l'adozione di idonee strategie gestionali per evitare il rischio di comparsa di biotipi resistenti della malerba a seguito del flusso genico.
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