La volontà che muove la ricerca e le riflessioni contenute nel presente lavoro è quella di realizzare un'analisi compiuta di una interessante norma del codice penale italiano, quella che incrimina il disastro innominato, contemplato all'articolo 434 c.p. Principalmente, ciò che interessa è mettere in luce le caratteristiche sostanziali e generali della norma, al fine di meglio valutarne le potenzialità applicative nell'ambito del diritto penale del lavoro. Nel perseguire tale scopo, in una prima parte sarà proposta un' analisi delle caratteristiche del reato, ponendo l'accento in primo luogo sui caratteri tipici dei delitti contro la pubblica incolumità e in secondo luogo approfondendo gli elementi costitutivi della fattispecie. Poiché la formulazione della norma non è affatto di univoca interpretazione, essa si presta a differenti letture, soprattutto nell'ambito rilevante dell'elemento soggettivo e della natura del secondo comma. Si intende perciò, in tale prima parte del lavoro, evidenziare punti di debolezza e di forza delle diverse interpretazioni cercando di fornire una conclusiva e coerente raffigurazione del delitto. Nella seconda parte, invece, si analizzerà la figura del disastro innominato rivolgendo maggiormente l'attenzione all'applicazione di questa fattispecie alla tutela penale del lavoro. Nell'ideazione del delitto infatti, il legislatore ha agito con il fine di creare una norma in grado di tutelare la collettività contro gli incidenti industriali di magnitudo e intensità tali da metterla in pericolo. Per questo motivo ben si adatta ad essere utilizzato in una società creatrice di vaste fonti di rischio, legate all'evoluzione chimica, energetica e scientifica in generale. Si analizzeranno, in quest'ottica, i caratteri della cosiddetta società post-moderna del rischio (Beck, 1986), cercando di evidenziare come il progresso tecnologico e scientifico sottraggano sempre più all'uomo la prevedibilità e il controllo sulla potenzialità diffusiva dei danni legati alla produzione industriale. Si metteranno, di conseguenza, in luce le difficoltà che il diritto penale classico incontra nella protezione delle vittime e nella prevenzione dei grandi danni tipici di tale modernità tecnologica, difficoltà legate agli stringenti vincoli probatori e di responsabilità che caratterizzano il diritto penale rispetto a quello civile o amministrativo. Nel far ciò si esaminerà il caso Petrolchimico di Porto Marghera, in cui la difficoltà nella ricostruzione della responsabilità e dei danni ha reso inapplicabile una condanna che si volesse rispettosa dei principi costituzionali che reggono il diritto penale. Infine, e partendo dalla convinzione che la tutela penale del lavoro conservi un ruolo rilevante nella protezione delle vittime dei delitti industriali, si analizzerà un caso affatto diverso dal precedente, riguardante la nota e recentissima vicenda processuale dell'Eternit italiana, principalmente nello stabilimento e nella comunità di Casale Monferrato. Questo importantissimo caso, oltre a fornire un'interessante analisi strutturale del delitto di disastro innominato, consentirà di mostrare le qualità applicative di quest'ultimo, garantendo il successo, in tempi brevi, di un processo dalle insolite proporzioni e con un risultato di condanna soddisfacente dal punto di vista della resa di giustizia alle numerose vittime.
Il delitto di disastro nella tutela penale del lavoro
GUERRA, ELEONORA
2011/2012
Abstract
La volontà che muove la ricerca e le riflessioni contenute nel presente lavoro è quella di realizzare un'analisi compiuta di una interessante norma del codice penale italiano, quella che incrimina il disastro innominato, contemplato all'articolo 434 c.p. Principalmente, ciò che interessa è mettere in luce le caratteristiche sostanziali e generali della norma, al fine di meglio valutarne le potenzialità applicative nell'ambito del diritto penale del lavoro. Nel perseguire tale scopo, in una prima parte sarà proposta un' analisi delle caratteristiche del reato, ponendo l'accento in primo luogo sui caratteri tipici dei delitti contro la pubblica incolumità e in secondo luogo approfondendo gli elementi costitutivi della fattispecie. Poiché la formulazione della norma non è affatto di univoca interpretazione, essa si presta a differenti letture, soprattutto nell'ambito rilevante dell'elemento soggettivo e della natura del secondo comma. Si intende perciò, in tale prima parte del lavoro, evidenziare punti di debolezza e di forza delle diverse interpretazioni cercando di fornire una conclusiva e coerente raffigurazione del delitto. Nella seconda parte, invece, si analizzerà la figura del disastro innominato rivolgendo maggiormente l'attenzione all'applicazione di questa fattispecie alla tutela penale del lavoro. Nell'ideazione del delitto infatti, il legislatore ha agito con il fine di creare una norma in grado di tutelare la collettività contro gli incidenti industriali di magnitudo e intensità tali da metterla in pericolo. Per questo motivo ben si adatta ad essere utilizzato in una società creatrice di vaste fonti di rischio, legate all'evoluzione chimica, energetica e scientifica in generale. Si analizzeranno, in quest'ottica, i caratteri della cosiddetta società post-moderna del rischio (Beck, 1986), cercando di evidenziare come il progresso tecnologico e scientifico sottraggano sempre più all'uomo la prevedibilità e il controllo sulla potenzialità diffusiva dei danni legati alla produzione industriale. Si metteranno, di conseguenza, in luce le difficoltà che il diritto penale classico incontra nella protezione delle vittime e nella prevenzione dei grandi danni tipici di tale modernità tecnologica, difficoltà legate agli stringenti vincoli probatori e di responsabilità che caratterizzano il diritto penale rispetto a quello civile o amministrativo. Nel far ciò si esaminerà il caso Petrolchimico di Porto Marghera, in cui la difficoltà nella ricostruzione della responsabilità e dei danni ha reso inapplicabile una condanna che si volesse rispettosa dei principi costituzionali che reggono il diritto penale. Infine, e partendo dalla convinzione che la tutela penale del lavoro conservi un ruolo rilevante nella protezione delle vittime dei delitti industriali, si analizzerà un caso affatto diverso dal precedente, riguardante la nota e recentissima vicenda processuale dell'Eternit italiana, principalmente nello stabilimento e nella comunità di Casale Monferrato. Questo importantissimo caso, oltre a fornire un'interessante analisi strutturale del delitto di disastro innominato, consentirà di mostrare le qualità applicative di quest'ultimo, garantendo il successo, in tempi brevi, di un processo dalle insolite proporzioni e con un risultato di condanna soddisfacente dal punto di vista della resa di giustizia alle numerose vittime.File | Dimensione | Formato | |
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