L'incremento dei flussi migratori è un fenomeno che ha interessato e messo a dura prova il sistema di accoglienza italiano. Nonostante i grossi sviluppi e l'intento di creare un piano di accoglienza ordinario e strutturato, sono ancora tanti i limiti di tale sistema. Durante il 2014, grazie anche all'operazione Mare Nostrum migliaia di persone sono state salvate dalla Marina militare italiana e trasportate nei porti delle città del sud dove ogni prefettura coordina la macchina dell'accoglienza. In particolar modo nel porto di Reggio Calabria la macchina prefettizia dell'accoglienza è stata sempre affiancata da un gruppo di 60 volontari che sono intervenuti con l'intento di umanizzare delle procedure prettamente burocratiche. Per questo motivo si è deciso di analizzare come il ruolo dei funzionari pubblici, sottoposto a forti pressioni interne ed esterne all'apparato organizzativo, possa spesso mettere da parte uno dei principi fondamentali del loro lavoro la cura dell'utente. Partendo dalla teoria di Lipsky della street level bureaucracy si analizza come tale mancanza possa essere un effetto intrinseco al modus operandi degli street level bureaucrats. In secondo luogo verrà analizzata la legislazione italiana in materia di centri di accoglienza, mostrando un quadro di quella che è stata la storia dell'accoglienza italiana a partire dall'emergenza Nord Africa a oggi. Il terzo capitolo è invece dedicato all'analisi dell'impatto che i flussi migratori hanno avuto in Calabria, territorio che per anni è stato caratterizzato dal contro fenomeno dell'emigrazione, mettendo in luce esperienze negative, come il caso di Rosarno, e quelle positive come il caso di Riace. Infine verrà descritto il caso di Reggio Calabria e il ruolo che i volontari hanno assunto durante gli sbarchi e nei centri di accoglienza, provando a far emergere le modalità che i funzionari pubblici mettono in pratica per portare a termine il proprio lavoro e come questo possa tradursi in una mancanza di attenzione verso le persone, in questo caso i migranti, che diventano numeri o semplici pratiche da sbrigare. Il ruolo dei volontari rappresenta quindi una buona pratica che cerca di rendere più umano un momento così delicato che rischia di trasformarsi in una catena di montaggio.

Gli operatori della prima accoglienza dei migranti

GHISU, SILVIA
2015/2016

Abstract

L'incremento dei flussi migratori è un fenomeno che ha interessato e messo a dura prova il sistema di accoglienza italiano. Nonostante i grossi sviluppi e l'intento di creare un piano di accoglienza ordinario e strutturato, sono ancora tanti i limiti di tale sistema. Durante il 2014, grazie anche all'operazione Mare Nostrum migliaia di persone sono state salvate dalla Marina militare italiana e trasportate nei porti delle città del sud dove ogni prefettura coordina la macchina dell'accoglienza. In particolar modo nel porto di Reggio Calabria la macchina prefettizia dell'accoglienza è stata sempre affiancata da un gruppo di 60 volontari che sono intervenuti con l'intento di umanizzare delle procedure prettamente burocratiche. Per questo motivo si è deciso di analizzare come il ruolo dei funzionari pubblici, sottoposto a forti pressioni interne ed esterne all'apparato organizzativo, possa spesso mettere da parte uno dei principi fondamentali del loro lavoro la cura dell'utente. Partendo dalla teoria di Lipsky della street level bureaucracy si analizza come tale mancanza possa essere un effetto intrinseco al modus operandi degli street level bureaucrats. In secondo luogo verrà analizzata la legislazione italiana in materia di centri di accoglienza, mostrando un quadro di quella che è stata la storia dell'accoglienza italiana a partire dall'emergenza Nord Africa a oggi. Il terzo capitolo è invece dedicato all'analisi dell'impatto che i flussi migratori hanno avuto in Calabria, territorio che per anni è stato caratterizzato dal contro fenomeno dell'emigrazione, mettendo in luce esperienze negative, come il caso di Rosarno, e quelle positive come il caso di Riace. Infine verrà descritto il caso di Reggio Calabria e il ruolo che i volontari hanno assunto durante gli sbarchi e nei centri di accoglienza, provando a far emergere le modalità che i funzionari pubblici mettono in pratica per portare a termine il proprio lavoro e come questo possa tradursi in una mancanza di attenzione verso le persone, in questo caso i migranti, che diventano numeri o semplici pratiche da sbrigare. Il ruolo dei volontari rappresenta quindi una buona pratica che cerca di rendere più umano un momento così delicato che rischia di trasformarsi in una catena di montaggio.
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