Introduction: The association between diabetes mellitus and dementia is now widely demonstrated by various studies in the literature. The long-term risk of developing cognitive decline is more than twice as high in people with diabetes as in non-diabetic people. The growing prevalence of diabetes, coupled with its increasing early onset, suggests that related cognitive dysfunction will increase in the near future, causing a significant socioeconomic impact. Background and purpose: Various longitudinal studies have analysed that a greater adherence to the Mediterranean Diet, characterized by a high intake of fish, vegetables, legumes, fruit, cereals, unsaturated fatty acids mostly in the form of olive oil, a low intake of dairy products, meat, saturated fat, and a regular but moderate amount of ethanol can all contribute to better cognitive performance. However, most of these studies have focused on cognitive performance in healthy elderly individuals or individuals with increased cardiovascular risk, including diabetes as a potential risk factor. Further investigation is needed due to the limited number of studies focusing exclusively on patients with type 2 diabetes. This study aims to evaluate whether adherence to the Mediterranean diet affects cognitive function and memory in type 2 diabetic patients, in particular if, as adherence to the Mediterranean diet increases, the cognitive performance of type 2 diabetics improves. Materials and methods: For this study, 149 type 2 diabetic subjects were recruited from October 2019 to June 2021, who took part in TESEO, a multidisciplinary research project, conducted by the Department of Medical Sciences operating within the " City of Health and Science "of Turin. Two questionnaires were administered: adherence to the Mediterranean diet was measured by the MDS (Mediterranean Diet Score), a previously validated 14-item questionnaire, and cognitive impairment was assessed by the Repeatable Battery for the Assessment of the Neuropsychological Status (RBANS), a validated tool that consists of 12 tests that examine various cognitive functions. Results: From the results of the MDS, the participants were classified into three categories of adherence to the Mediterranean diet: 10.07% (n = 15) totaled a score of ≤5 and falls into the "poor" category, 73.82% (n = 110) obtained a score of 6–9 and falls into “fair” and 16.11% (n = 24), with ≥10 points, is in the “good” category. Subsequently, the scores of the MDS questionnaire were crossed with the percentile scores obtained in the RBANS questionnaire, obtaining the following results: the average of the percentile scores of the "poor" group is 25.68, that of the "fair" group is 36.72 and that of the “good” group is 49.80. The three means are statistically different from each other (p = 0.0491). In this study, no association was found between individual nutrients and cognitive function, except for butter and sugary drinks; subjects who exceeded the recommended portion had lower scores on the cognitive function questionnaire (p = 0.009, p = 0.0003). Conclusions: On the basis of the results obtained, greater adherence to the Mediterranean diet is associated with better cognitive performance in type 2 diabetics; however, more research is needed to generalize these findings. In any case, the Mediterranean diet remains the best dietary model to follow both for the prevention of diabetes and cognitive impairment, and, once the disease has arisen, as part of the treatment to improve the quality of life and reduce complications. The dietician is the most qualified professional to help these patients to follow the Mediterranean dietary model, guaranteeing completeness from a qualitative, caloric and nutritional point of view.
Introduzione: L’associazione tra diabete mellito e demenza è ormai ampiamente dimostrata da numerosi studi presenti in letteratura. La crescente prevalenza del diabete, insieme alla sua crescente insorgenza precoce, suggerisce che la disfunzione cognitiva aumenterà nel prossimo futuro, causando un notevole impatto socioeconomico. Background e scopo: Vari studi longitudinali hanno analizzato che una maggiore aderenza alla Dieta Mediterranea, caratterizzata da un elevato apporto di pesce, verdura, legumi, frutta, cereali, olio d’oliva, un basso apporto di latticini, carne, grassi saturi e una quantità regolare ma moderata di etanolo, può contribuire a migliori prestazioni cognitive. Ciononostante, la maggior parte di questi studi si è concentrata sulle prestazioni cognitive in individui anziani sani o con aumentato rischio cardiovascolare. Sono necessarie ulteriori indagini a causa del numero limitato di studi incentrati esclusivamente su pazienti con diabete di tipo 2. Il presente studio si propone di valutare se l’aderenza alla dieta mediterranea influenza le funzioni cognitive e la memoria nei pazienti diabetici di tipo 2, più nello specifico se all’aumentare dell’aderenza alla dieta mediterranea migliorano le prestazioni cognitive. Materiali e metodi: Per questo studio sono stati reclutati da ottobre 2019 a giugno 2021 149 soggetti diabetici di tipo 2, che hanno preso parte al TESEO, un progetto di ricerca multidisciplinare, condotto dal Dipartimento di Scienze Mediche dell'area “Città della Salute e della Scienza” di Torino. Sono stati somministrati due questionari: l'aderenza alla dieta mediterranea è stata misurata dal MDS (Mediterranean Diet Score), un questionario di 14 elementi precedentemente convalidato e il deterioramento cognitivo è stato valutato tramite l’RBANS (Repeatable Battery for the Assessment of the Neuropsychological Status), uno strumento convalidato che si compone di 12 test che esaminano varie funzioni cognitive. Risultati: Dai risultati del MDS, i partecipanti sono stati classificati in tre categorie di aderenza alla dieta mediterranea: il 10,07% (n=15) ha totalizzato un punteggio ≤5 e rientra nella categoria “scarsa”, il 73,82% (n=110) ha ottenuto un punteggio da 6–9 e rientra in “discreta” e il 16,11% (n=24), con ≥10 punti, fa parte della categoria “buona”. Successivamente, i punteggi del questionario MDS sono stati incrociati con i punteggi percentili ottenuti nel questionario RBANS, ottenendo i seguenti risultati: la media dei punteggi percentili del gruppo “scarsa” è di 25.68, quella del gruppo “discreta” è di 36.72 e quella del gruppo “buona” è di 49.80. Le tre medie sono statisticamente diverse tra loro (p= 0,0491). In questo studio non sono state trovate associazione tra i singoli nutrienti e la funzione cognitiva, ad eccezione del burro e delle bevande zuccherate; i soggetti che superavano la porzione consigliata avevano punteggi inferiori al questionario sulla funzione cognitiva (p=0.009, p=0.0003). Conclusioni: Sulla base dei risultati ottenuti, una maggiore aderenza alla dieta mediterranea è associata a una migliore prestazione cognitiva nei diabetici di tipo 2; tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per consentire la generalizzazione di questi esiti. In ogni caso, la dieta mediterranea rimane il modello dietetico migliore da seguire sia per la prevenzione del diabete e del deterioramento cognitivo, sia una volta insorta la malattia, come parte del trattamento per migliorare la qualità di vita e ridurre le complicanze. Il dietista è il professionista più qualificato per aiutare questi pazienti a seguire il modello dietetico mediterraneo, garantendo una completezza dal punto di vista qualitativo, calorico e nutrizionale.
Relazione tra Dieta Mediterranea e funzioni cognitive nei diabetici di tipo 2
CANOVA, ELENA KYOKO
2020/2021
Abstract
Introduzione: L’associazione tra diabete mellito e demenza è ormai ampiamente dimostrata da numerosi studi presenti in letteratura. La crescente prevalenza del diabete, insieme alla sua crescente insorgenza precoce, suggerisce che la disfunzione cognitiva aumenterà nel prossimo futuro, causando un notevole impatto socioeconomico. Background e scopo: Vari studi longitudinali hanno analizzato che una maggiore aderenza alla Dieta Mediterranea, caratterizzata da un elevato apporto di pesce, verdura, legumi, frutta, cereali, olio d’oliva, un basso apporto di latticini, carne, grassi saturi e una quantità regolare ma moderata di etanolo, può contribuire a migliori prestazioni cognitive. Ciononostante, la maggior parte di questi studi si è concentrata sulle prestazioni cognitive in individui anziani sani o con aumentato rischio cardiovascolare. Sono necessarie ulteriori indagini a causa del numero limitato di studi incentrati esclusivamente su pazienti con diabete di tipo 2. Il presente studio si propone di valutare se l’aderenza alla dieta mediterranea influenza le funzioni cognitive e la memoria nei pazienti diabetici di tipo 2, più nello specifico se all’aumentare dell’aderenza alla dieta mediterranea migliorano le prestazioni cognitive. Materiali e metodi: Per questo studio sono stati reclutati da ottobre 2019 a giugno 2021 149 soggetti diabetici di tipo 2, che hanno preso parte al TESEO, un progetto di ricerca multidisciplinare, condotto dal Dipartimento di Scienze Mediche dell'area “Città della Salute e della Scienza” di Torino. Sono stati somministrati due questionari: l'aderenza alla dieta mediterranea è stata misurata dal MDS (Mediterranean Diet Score), un questionario di 14 elementi precedentemente convalidato e il deterioramento cognitivo è stato valutato tramite l’RBANS (Repeatable Battery for the Assessment of the Neuropsychological Status), uno strumento convalidato che si compone di 12 test che esaminano varie funzioni cognitive. Risultati: Dai risultati del MDS, i partecipanti sono stati classificati in tre categorie di aderenza alla dieta mediterranea: il 10,07% (n=15) ha totalizzato un punteggio ≤5 e rientra nella categoria “scarsa”, il 73,82% (n=110) ha ottenuto un punteggio da 6–9 e rientra in “discreta” e il 16,11% (n=24), con ≥10 punti, fa parte della categoria “buona”. Successivamente, i punteggi del questionario MDS sono stati incrociati con i punteggi percentili ottenuti nel questionario RBANS, ottenendo i seguenti risultati: la media dei punteggi percentili del gruppo “scarsa” è di 25.68, quella del gruppo “discreta” è di 36.72 e quella del gruppo “buona” è di 49.80. Le tre medie sono statisticamente diverse tra loro (p= 0,0491). In questo studio non sono state trovate associazione tra i singoli nutrienti e la funzione cognitiva, ad eccezione del burro e delle bevande zuccherate; i soggetti che superavano la porzione consigliata avevano punteggi inferiori al questionario sulla funzione cognitiva (p=0.009, p=0.0003). Conclusioni: Sulla base dei risultati ottenuti, una maggiore aderenza alla dieta mediterranea è associata a una migliore prestazione cognitiva nei diabetici di tipo 2; tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per consentire la generalizzazione di questi esiti. In ogni caso, la dieta mediterranea rimane il modello dietetico migliore da seguire sia per la prevenzione del diabete e del deterioramento cognitivo, sia una volta insorta la malattia, come parte del trattamento per migliorare la qualità di vita e ridurre le complicanze. Il dietista è il professionista più qualificato per aiutare questi pazienti a seguire il modello dietetico mediterraneo, garantendo una completezza dal punto di vista qualitativo, calorico e nutrizionale.File | Dimensione | Formato | |
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