¿Le lotterie sono l'unico modo di far contribuire di buon grado i cittadini alla finanza pubblica¿ Cosi, Giacomo Girolamo Casanova, definiva quello che nel giro di secoli diventerà, con tutti i problemi e controsensi ad esso legati, uno degli introiti più remunerativi dello Stato: il gioco d'azzardo. Dinanzi ad un fabbisogno finanziario in crescita e a metodi di riscossione generalmente e tradizionalmente inefficienti e costosi, dagli anni Trenta del XVIII secolo il lotto si è dimostrato un modello istituzionale semplice, pratico e soprattutto efficace per aumentare le casse pubbliche. Attraverso la diffusione di un passatempo di carattere sociale e adorato dalla popolazione era infatti possibile aumentare le risorse statali senza l'introduzione di nuove tasse, da sempre causa di malcontento generale. Così, da due secoli a questa parte i principali Stati europei si rivolsero alle lotterie ogni qual volta, pretestuosamente o meno, si riteneva necessario far ricorso a prelievi speciali. Il gioco risulta quindi un business proficuo non solo in nazioni come l'Italia, percossa fortemente dalla crisi economica e considerata più debole di altri, ma anche nei cosiddetti Paesi Nordici, definiti da sempre modelli da emulare. Tuttavia, data la complessità e vastità dell'argomento trattato, ho deciso di circoscrivere la problematica a due soli paesi: l'Italia, ¿Stato biscazziere¿ per eccellenza, che da una parte premia al Quirinale l'uomo che più combatte i giochi d'azzardo e dall' altro spalanca la porta a 22.000 nuovi punti vendita destinati a rovinare altre migliaia di italiani. La Finlandia, dove l'azzardo coincide davvero con lo Stato, non esistendo i concessionari di gioco, e dotata di una policy, se così la vogliamo chiamare, contraddittoria, caratterizzata dal finanziamento del welfare con i proventi del gambling. L'esempio d'Europa l'una e l'antagonista dell'austerity l'altra, che attraverso una frugale analisi sembrano del tutto apposte, in realtà sono segnate da un destino comune: entrambe soggette a forti peggioramenti economici nel corso degli ultimi anni, riscontrano invece un atteggiamento simile nel betting, dotandosi di vere e proprie peculiarità che approfondiremo nel corso di questa tesi.

Il gioco d'azzardo e la crisi economica: una correlazione apparentemente paradossale

GUZZO, LUCREZIA
2015/2016

Abstract

¿Le lotterie sono l'unico modo di far contribuire di buon grado i cittadini alla finanza pubblica¿ Cosi, Giacomo Girolamo Casanova, definiva quello che nel giro di secoli diventerà, con tutti i problemi e controsensi ad esso legati, uno degli introiti più remunerativi dello Stato: il gioco d'azzardo. Dinanzi ad un fabbisogno finanziario in crescita e a metodi di riscossione generalmente e tradizionalmente inefficienti e costosi, dagli anni Trenta del XVIII secolo il lotto si è dimostrato un modello istituzionale semplice, pratico e soprattutto efficace per aumentare le casse pubbliche. Attraverso la diffusione di un passatempo di carattere sociale e adorato dalla popolazione era infatti possibile aumentare le risorse statali senza l'introduzione di nuove tasse, da sempre causa di malcontento generale. Così, da due secoli a questa parte i principali Stati europei si rivolsero alle lotterie ogni qual volta, pretestuosamente o meno, si riteneva necessario far ricorso a prelievi speciali. Il gioco risulta quindi un business proficuo non solo in nazioni come l'Italia, percossa fortemente dalla crisi economica e considerata più debole di altri, ma anche nei cosiddetti Paesi Nordici, definiti da sempre modelli da emulare. Tuttavia, data la complessità e vastità dell'argomento trattato, ho deciso di circoscrivere la problematica a due soli paesi: l'Italia, ¿Stato biscazziere¿ per eccellenza, che da una parte premia al Quirinale l'uomo che più combatte i giochi d'azzardo e dall' altro spalanca la porta a 22.000 nuovi punti vendita destinati a rovinare altre migliaia di italiani. La Finlandia, dove l'azzardo coincide davvero con lo Stato, non esistendo i concessionari di gioco, e dotata di una policy, se così la vogliamo chiamare, contraddittoria, caratterizzata dal finanziamento del welfare con i proventi del gambling. L'esempio d'Europa l'una e l'antagonista dell'austerity l'altra, che attraverso una frugale analisi sembrano del tutto apposte, in realtà sono segnate da un destino comune: entrambe soggette a forti peggioramenti economici nel corso degli ultimi anni, riscontrano invece un atteggiamento simile nel betting, dotandosi di vere e proprie peculiarità che approfondiremo nel corso di questa tesi.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
752641_tesimagistraleguzzo-ilgiocodazzardoelacrisieconomica.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 5.76 MB
Formato Adobe PDF
5.76 MB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/22130