Adolescenti e dispersione scolastica: il ruolo dell’educatore professionale nel favorire percorsi motivazionali

The following dissertation aims to present a short introductory path to the theme of school leaving, trying to understand the role of school and educational realities of the territory, seeking concrete opportunities for change. Preventing early school leaving means going back to the episodes and causes that lead to a gradual school disinvestment, identifying the moment when the spark that motivates and drives young people to believe in their abilities is extinguished, to be ambitious and to have a good level of self-effectiveness. The intervention on such a complex and wide-ranging problem cannot be carried out only by the school, but requires the intervention of several fields of action. It is essential that everyone plays their part, participating in educational and school policies that are able to address the issue with a systemic and structural approach. The school must become the engine of change, capable of involving and being involved in the many educational realities in a perspective of collaboration and co-responsibility for the new generations. It is necessary to think of new opportunities, schools open to citizenship, schools that become places of growth for all, capable of being welcoming and not excluding. A different school is possible, as is a different community. A school that does not have the primary objective of training workers, but that has the desire to train citizens, able to think and then to do later. Designing tomorrow means not losing anything that has been, but recomposing it in a new, more inclusive way. We must give voice to the children, to those who live the school in the first person and that is why they are the first to reflect the discomfort and deficiencies. An educational community is therefore the place that allows times and places where the processes of confrontation and debate can take place, allowing each individual to express their ideas and bring their skills, in a collaborative perspective. This paper presents the current situation in the Piedmont area and in the province of Cuneo, a very rich economic but poor area of relational and cultural capital, where school drop-out rates are high and there is educational poverty that is slowly spreading. The aim is therefore to make known some concrete and tangible options for change that are being put in place to combat this phenomenon, highlighting the opportunities and numerous opportunities for intervention which make it possible to understand that each subject can play its part and can work together for a better school, a school open to all, a new and inclusive school, which has as its primary objective not to leave anyone behind.

La seguente dissertazione ha l’obiettivo di presentare un breve percorso introduttivo al tema della dispersione scolastica, cercando di comprendere qual è il ruolo della scuola e delle realtà educative del territorio, ricercando opportunità concrete di cambiamento. Prevenire l’abbandono scolastico significa andare a ripercorrere gli episodi e le cause che portano ad un graduale disinvestimento scolastico, individuando il momento in cui si spegne la scintilla che motiva e spinge i giovani a credere nelle loro capacità, ad essere ambiziosi e ad avere un buon livello di autoefficacia. L’intervento su una problematica così complessa e ampia non può essere effettuato solamente dalla scuola, bensì richiede l’intervento di più campi d’azione. È indispensabile che ognuno faccia la propria parte, partecipando a politiche educative e scolastiche che sappiano affrontare la questione con un approccio sistemico e strutturale. La scuola deve diventare il motore del cambiamento, capace di coinvolgere e di essere coinvolta nelle numerose realtà educative in un’ottica di collaborazione e corresponsabilità nei confronti delle nuove generazioni. È necessario pensare a nuove opportunità, a scuola aperte alla cittadinanza, scuole che diventano luogo di crescita per tutti, capaci di essere accoglienti e non escludenti. Una scuola diversa è possibile, come è possibile una comunità diversa. Una scuola che non abbia l’obiettivo primario di formare lavoratori, ma che abbia il desiderio di formare cittadini, capaci di pensare e poi in un secondo momento di fare. Progettare il domani significa non perdere nulla di ciò che è stato, ma ricomporlo in modo nuovo, più inclusivo. Bisogna dare voce ai ragazzi, a coloro che la scuola la vivono in prima persona e che per questo sono i primi a rifletterne il disagio e le carenze. Una comunità educante è quindi il luogo che permette tempi e luoghi dove i processi di confronto e dibattito possano svolgersi, permettendo ad ogni individuo di esprimere le proprie idee e di portare le proprie competenze, in un’ottica collaborativa. Questo elaborato presenta la situazione attuale sul territorio Piemontese e della provincia di Cuneo, un territorio molto ricco economicamente ma povero di capitale relazionale e culturale, dove i tassi di abbandono scolastico sono elevati e vi è una povertà educativa che lentamente si sta diffondendo. L’obiettivo dunque è quello di far conoscere alcune opzioni concrete e tangibili di cambiamento che si stanno mettendo in atto per contrastare questo fenomeno, evidenziando le opportunità e le numerose possibilità di intervento che permettono di comprendere che ogni soggetto può fare la sua parte e può collaborare per una scuola migliore, una scuola aperta a tutti, una scuola nuova e inclusiva, che ha come obiettivo primario quello di non lasciare nessuno indietro.