According to data published in 2019 by the IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), the agri-food system is responsible for about 30% of total global greenhouse gas emissions. Of the various food sectors, the sum of the environmental impact generated throughout the life of the product was calculated, according to the LCA (Life Cycle Assessment) method which takes into account: production of raw materials, processing, packaging, distribution, consumption and disposal. Each food product has its own life cycle, therefore, it is easy to understand how any food choice can contribute, with positive or negative effects, to the overall environmental impact. According to the definition of "sustainable diet" published in 2010 by FAO and Bioversity International, the environmental sustainability of our diets can and must be compatible with nutritional profiles suitable for human health. In December 2019, the European Commission approved the New Green Deal, a set of economic strategies aiming to make Europe climate neutral by 2050. The Farm to Fork strategy, which is part of it, proposes actions to support consumers in their choices towards a healthy and sustainable diet and a reduction in food waste; in addition, it will look for new ways to better inform them, including digital tools, providing them with details on the origin, nutritional value and environmental footprint of food. The awareness of Italian consumers on the topic is analyzed through an online questionnaire, as well as the interest in nutritional and environmental information affixed to the labeling of food products. The sample consists of 626 respondents. The relationship between the level of knowledge on the total emissions generated by the food system and the diet of the respondents was statistically significant, so that those who follow a vegetarian diet, compared to those who adopt an omnivorous style, are more aware that these two dietary patterns create different environmental impacts. The relationship between the knowledge of the emissions generated by the packaging phase and the diet followed is statistically not significant; therefore, regardless of their diet, the respondents do not have statistically different knowledge in this regard; in particular, more than half of the respondents overestimate the real contribution of this component of the agri-food chain. Only 2% of the respondents believe that environmental sustainability and food adequacy cannot coexist in the same dietary pattern. 74.4% of the respondents believe that red meat is the category of food products whose entire supply chain is most responsible for the impact on the environment, among all food groups. Those who follow a vegetarian diet were statistically more informed about this data. The different interest on the part of consumers between information on the environment and nutritional information on the label was not statistically significant. The sample in question is overall rather interested in the environmental impact generated by the products of the food chain, and is interested in having more information that can help him make more informed choices during the purchasing phase. 74.6% of respondents would be willing to change their eating habits in favour of more sustainable choices. This result may justify the design of an information system to be affixed to the label of food products, in order to constitute a specific and effective aid tool in informing consumers.
Secondo i dati pubblicati nel 2019 dall’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), il sistema agroalimentare è responsabile di circa il 30% delle emissioni globali totali di gas climalteranti. Dei vari settori alimentari è stata calcolata la somma dell’impatto ambientale che si genera lungo tutta la vita del prodotto, secondo il metodo LCA (Life Cycle Assessment) che tiene conto di: produzione delle materie prime, trasformazione, confezionamento, distribuzione, consumo e smaltimento. Ogni prodotto alimentare è caratterizzato da un proprio ciclo di vita, pertanto, si comprende come qualsiasi scelta alimentare possa contribuire, con effetti positivi o negativi, sull’impatto ambientale complessivo. Secondo la definizione di “dieta sostenibile” pubblicata nel 2010 da FAO e Bioversity International, la sostenibilità ambientale delle nostre diete può e deve essere compatibile con profili nutrizionali adeguati alla salute umana. Nel dicembre 2019, la Commissione Europea approva il New Green Deal, un insieme di strategie economiche volte a rendere l’Europa neutrale da un punto di vista climatico entro il 2050. La strategia Farm to Fork che ne fa parte è volta a proporre azioni per sostenere i consumatori nella scelta a favore di un’alimentazione sana e sostenibile e di una riduzione degli sprechi alimentari; inoltre, ricercherà nuove modalità per informarli meglio, anche attraverso strumenti digitali, fornendo loro dettagli sulla provenienza, il valore nutritivo e l’impronta ambientale degli alimenti. Si analizza, tramite questionario online, il grado di sensibilizzazione all’argomento dei consumatori italiani, nonché l’interesse verso le informazioni nutrizionali ed ambientali apposte sull’etichettatura dei prodotti alimentari. Il campione è costituito da 626 intervistati. La relazione tra il livello di conoscenze sulle emissioni totali generate dal sistema alimentare e l’alimentazione degli intervistati è risultata statisticamente significativa, per cui i soggetti che seguono un’alimentazione vegetariana, rispetto a coloro che adottano uno stile onnivoro, sono più consapevoli degli impatti ambientali diversi apportati da questi due stili alimentari. La relazione tra le conoscenze delle emissioni generate dalla fase di confezionamento e l’alimentazione seguita è statisticamente non significativa; per cui, indipendentemente dalla propria alimentazione, gli intervistati non hanno conoscenze a tal proposito statisticamente differenti; in particolare più della metà degli intervistati sovrastima il reale contributo di questa componente della filiera agroalimentare. Solo il 2% degli intervistati ritiene che la sostenibilità ambientale e l’adeguatezza alimentare non possano coesistere nello stesso modello alimentare. Il 74,4% dei partecipanti ritiene che la carne rossa sia la categoria di prodotti alimentari la cui intera filiera è la maggior responsabile di impatto sull’ambiente, tra tutti i gruppi alimentari. Chi segue un’alimentazione vegetariana è risultato statisticamente più informato su questo dato. Il differente interesse da parte dei consumatori tra informazioni sull’ambiente ed informazioni nutrizionali in etichetta è risultato statisticamente non significativo. Il campione in esame è complessivamente piuttosto attento all’impatto ambientale generato dai prodotti della filiera alimentare, ed è interessato ad avere maggiori informazioni che lo possano aiutare a compiere scelte più consapevoli durante la fase d’acquisto. Il 74,6% degli intervistati sarebbe disposto a cambiare le proprie abitudini alimentari in favore di scelte più sostenibili. Questo risultato può giustificare l’ideazione di un sistema informativo da apporre sull’etichetta dei prodotti alimentari, in modo da costituire uno strumento d’ausilio specifico ed efficace nell’informazione ai consumatori.
Alimentazione sana e sostenibile: conoscenze e abitudini dei consumatori italiani
ALLEGRO, BRENDA
2019/2020
Abstract
Secondo i dati pubblicati nel 2019 dall’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), il sistema agroalimentare è responsabile di circa il 30% delle emissioni globali totali di gas climalteranti. Dei vari settori alimentari è stata calcolata la somma dell’impatto ambientale che si genera lungo tutta la vita del prodotto, secondo il metodo LCA (Life Cycle Assessment) che tiene conto di: produzione delle materie prime, trasformazione, confezionamento, distribuzione, consumo e smaltimento. Ogni prodotto alimentare è caratterizzato da un proprio ciclo di vita, pertanto, si comprende come qualsiasi scelta alimentare possa contribuire, con effetti positivi o negativi, sull’impatto ambientale complessivo. Secondo la definizione di “dieta sostenibile” pubblicata nel 2010 da FAO e Bioversity International, la sostenibilità ambientale delle nostre diete può e deve essere compatibile con profili nutrizionali adeguati alla salute umana. Nel dicembre 2019, la Commissione Europea approva il New Green Deal, un insieme di strategie economiche volte a rendere l’Europa neutrale da un punto di vista climatico entro il 2050. La strategia Farm to Fork che ne fa parte è volta a proporre azioni per sostenere i consumatori nella scelta a favore di un’alimentazione sana e sostenibile e di una riduzione degli sprechi alimentari; inoltre, ricercherà nuove modalità per informarli meglio, anche attraverso strumenti digitali, fornendo loro dettagli sulla provenienza, il valore nutritivo e l’impronta ambientale degli alimenti. Si analizza, tramite questionario online, il grado di sensibilizzazione all’argomento dei consumatori italiani, nonché l’interesse verso le informazioni nutrizionali ed ambientali apposte sull’etichettatura dei prodotti alimentari. Il campione è costituito da 626 intervistati. La relazione tra il livello di conoscenze sulle emissioni totali generate dal sistema alimentare e l’alimentazione degli intervistati è risultata statisticamente significativa, per cui i soggetti che seguono un’alimentazione vegetariana, rispetto a coloro che adottano uno stile onnivoro, sono più consapevoli degli impatti ambientali diversi apportati da questi due stili alimentari. La relazione tra le conoscenze delle emissioni generate dalla fase di confezionamento e l’alimentazione seguita è statisticamente non significativa; per cui, indipendentemente dalla propria alimentazione, gli intervistati non hanno conoscenze a tal proposito statisticamente differenti; in particolare più della metà degli intervistati sovrastima il reale contributo di questa componente della filiera agroalimentare. Solo il 2% degli intervistati ritiene che la sostenibilità ambientale e l’adeguatezza alimentare non possano coesistere nello stesso modello alimentare. Il 74,4% dei partecipanti ritiene che la carne rossa sia la categoria di prodotti alimentari la cui intera filiera è la maggior responsabile di impatto sull’ambiente, tra tutti i gruppi alimentari. Chi segue un’alimentazione vegetariana è risultato statisticamente più informato su questo dato. Il differente interesse da parte dei consumatori tra informazioni sull’ambiente ed informazioni nutrizionali in etichetta è risultato statisticamente non significativo. Il campione in esame è complessivamente piuttosto attento all’impatto ambientale generato dai prodotti della filiera alimentare, ed è interessato ad avere maggiori informazioni che lo possano aiutare a compiere scelte più consapevoli durante la fase d’acquisto. Il 74,6% degli intervistati sarebbe disposto a cambiare le proprie abitudini alimentari in favore di scelte più sostenibili. Questo risultato può giustificare l’ideazione di un sistema informativo da apporre sull’etichetta dei prodotti alimentari, in modo da costituire uno strumento d’ausilio specifico ed efficace nell’informazione ai consumatori.File | Dimensione | Formato | |
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Descrizione: Tesi di Laurea Allegro Brenda_CdS in Dietistica_Sessione autunnale novembre 2020
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