The purpose of this work is to examine the aspect of past tenses in italian, in particular the opposition between passato prossimo/imperfetto (present perfect/ 'imperfect') forms from the point of view of a teacher of italian SL. Starting from the analysis of some theoretical essays and papers regarding the acquisition of the verbal system in italian language, we will get to one particular study by Fabiana Rosi (2010). Giving a cloze test to some italian native speakers, as well as learners of italian as SL (both with previous education in italian and natural learners), the researcher gets to the conclusion that educated learners are the ones with the biggest competence or are able to, through introspection of the structure of the language, analyze and describe it. Native speakers use the language without asking themselves why or how they use a particular tense instead of another one, and natural or spontaneous learners are much closer to the native speakers approach than to the guided ones. The personal research starts from the curiosity of comparing the results of Rosi's studies (2010) to the results I personally got, interviewing some teachers of italian as SL of the ASAI association in Turin. As we will see, the biggest percentage of answers given by the teachers is related to their implicit competence and only a small part of the interviewed use the explicit one on the language and its structure, to determine the choosing of either one tense or the other one. A second phase of research consists in the active observation of some classes of Italian as SL (preA1 level) at the association ASAI. Those classes were focused on teaching particularly imperfetto and passato prossimo (present perfect). The terminology the teachers use does not refer to grammar explanations or definitions, but it's closer to the spoken language and it is focused on that: the aim is to teach the real language, the everyday life language, more than grammar. New topics are introduced by communication and mistakes are corrected by strategies like prompts and recasts, that give the chance to put in evidence something wrong (negative evidence) or to give negative feedbacks in an implicit way.
La presente tesi nasce con l'intenzione di indagare la questione tempo-aspettuale in italiano e, più precisamente, i tempi verbali passato prossimo e imperfetto, dal punto di vista di un insegnante di italiano L2. Partendo dall'analisi di alcuni dei contributi teorici presenti in letteratura che riguardano l'acquisizione del sistema tempo-aspetto in italiano, si arriverà allo studio di una ricerca di Fabiana Rosi (2010) che, somministrando un testo di completamento a parlanti nativi d'italiano E apprendenti guidati e spontanei di italiano L2, giunge alla conclusione che la maggior competenza metalinguistica appartiene agli apprendenti guidati, mentre quelli spontanei si comportano maggiormente come i parlanti nativi, i quali usano la lingua senza riflettere metalinguisticamente sulle motivazioni per cui scelgono un tempo verbale piuttosto che un altro. La ricerca personale nasce dalla curiosità di confrontare i risultati ottenuti dallo studio di Rosi con i risultati ottenuti intervistando delle insegnanti di italiano L2, che operano presso l'associazione ASAI di Torino. Come si vedrà, anche nel caso delle insegnanti intervistate, si nota una grande percentuale di risposte che hanno a che fare con la competenza implicita e invece una minoranza che implicano una riflessione (ed esplicitazione) metalinguistica. In una seconda fase di ricerca, si è visto come, osservando delle lezioni di italiano L2 (livello preA1) incentrate proprio sul passato prossimo e sull'uso dell'imperfetto, si sviluppino le dinamiche una reale classe di italiano. La terminologia adottata dalle insegnanti non è mai di tipo grammaticale, non si fa uso di esplicite descrizioni grammaticali, ma piuttosto si introducono gli argomenti per mezzo della comunicazione; la correzione degli errori avviene attraverso strategie quali i prompt e i recast, fornendo cioè un feedback negativo, ma implicito.
L'INSEGNAMENTO DELL'OPPOSIZIONE IMPERFETTO/PASSATO PROSSIMO IN ITALIANO L2. UNA RICERCA.
MONTRUCCHIO, CARLA
2015/2016
Abstract
La presente tesi nasce con l'intenzione di indagare la questione tempo-aspettuale in italiano e, più precisamente, i tempi verbali passato prossimo e imperfetto, dal punto di vista di un insegnante di italiano L2. Partendo dall'analisi di alcuni dei contributi teorici presenti in letteratura che riguardano l'acquisizione del sistema tempo-aspetto in italiano, si arriverà allo studio di una ricerca di Fabiana Rosi (2010) che, somministrando un testo di completamento a parlanti nativi d'italiano E apprendenti guidati e spontanei di italiano L2, giunge alla conclusione che la maggior competenza metalinguistica appartiene agli apprendenti guidati, mentre quelli spontanei si comportano maggiormente come i parlanti nativi, i quali usano la lingua senza riflettere metalinguisticamente sulle motivazioni per cui scelgono un tempo verbale piuttosto che un altro. La ricerca personale nasce dalla curiosità di confrontare i risultati ottenuti dallo studio di Rosi con i risultati ottenuti intervistando delle insegnanti di italiano L2, che operano presso l'associazione ASAI di Torino. Come si vedrà, anche nel caso delle insegnanti intervistate, si nota una grande percentuale di risposte che hanno a che fare con la competenza implicita e invece una minoranza che implicano una riflessione (ed esplicitazione) metalinguistica. In una seconda fase di ricerca, si è visto come, osservando delle lezioni di italiano L2 (livello preA1) incentrate proprio sul passato prossimo e sull'uso dell'imperfetto, si sviluppino le dinamiche una reale classe di italiano. La terminologia adottata dalle insegnanti non è mai di tipo grammaticale, non si fa uso di esplicite descrizioni grammaticali, ma piuttosto si introducono gli argomenti per mezzo della comunicazione; la correzione degli errori avviene attraverso strategie quali i prompt e i recast, fornendo cioè un feedback negativo, ma implicito.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/22077