In questo lavoro ho considerato il dibattito sorto a proposito della semantica dei termini artefattuali. La discussione nasce dall'affermazione di Hilary Putnam sulla possibilità di estendere la semantica da lui teorizzata per i termini di specie e sostanza naturale anche ai termini artefattuali. Egli, insieme a Saul Kripke, rappresenta il principale esponente dell'esternismo, la teoria semantica secondo cui i significati e i riferimenti dei termini sono determinati dalla relazione oggettiva tra linguaggio e mondo che il parlante, anche pienamente competente, può anche non conoscere o conoscere solo in parte. Ciò a cui si deve guardare per determinare il significato e il riferimento dei termini è alla natura dei referenti da essi denotati, non alle descrizioni che associamo loro. Nel presente lavoro ho preso in considerazione le posizioni a favore e contro la tesi prospettata da Putnam sull'applicabilità della semantica esternista ai termini artefattuali, giungendo alla conclusione che nessuna è adeguata agli scopi che si propone, nemmeno quella di Putnam, che piuttosto elude il problema. Ho evidenziato che, se si vuol sostenere che i termini artefattuali hanno una semantica esternista, occorre individuare la "natura" artefattuale dei loro referenti, natura che rappresenti il corrispettivo di quella posseduta dai referenti dei termini di genere naturale. A questo proposito ho cercato di individuare un valido candidato a costituire l'essenza degli artefatti, argomentando infine che sembra davvero possibile seguire il suggerimento di Putnam: anche ai termini artefattuali si applica una semantica esternista.
La semantica dei termini artefattuali
OLIVERO, IRENE
2011/2012
Abstract
In questo lavoro ho considerato il dibattito sorto a proposito della semantica dei termini artefattuali. La discussione nasce dall'affermazione di Hilary Putnam sulla possibilità di estendere la semantica da lui teorizzata per i termini di specie e sostanza naturale anche ai termini artefattuali. Egli, insieme a Saul Kripke, rappresenta il principale esponente dell'esternismo, la teoria semantica secondo cui i significati e i riferimenti dei termini sono determinati dalla relazione oggettiva tra linguaggio e mondo che il parlante, anche pienamente competente, può anche non conoscere o conoscere solo in parte. Ciò a cui si deve guardare per determinare il significato e il riferimento dei termini è alla natura dei referenti da essi denotati, non alle descrizioni che associamo loro. Nel presente lavoro ho preso in considerazione le posizioni a favore e contro la tesi prospettata da Putnam sull'applicabilità della semantica esternista ai termini artefattuali, giungendo alla conclusione che nessuna è adeguata agli scopi che si propone, nemmeno quella di Putnam, che piuttosto elude il problema. Ho evidenziato che, se si vuol sostenere che i termini artefattuali hanno una semantica esternista, occorre individuare la "natura" artefattuale dei loro referenti, natura che rappresenti il corrispettivo di quella posseduta dai referenti dei termini di genere naturale. A questo proposito ho cercato di individuare un valido candidato a costituire l'essenza degli artefatti, argomentando infine che sembra davvero possibile seguire il suggerimento di Putnam: anche ai termini artefattuali si applica una semantica esternista.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/21965