Lo scopo del presente lavoro è di esporre le problematiche del sistema monetario internazionale che attualmente gestisce i rapporti economici tra i paesi, ricostruendo la sua evoluzione e prendendo in considerazione le due economie maggiormente coinvolte nel fenomeno. Negli ultimi decenni la globalizzazione insieme al progresso tecnologico ha allargato le prospettive di mercato e ridotto i confini economici tra gli stati nazionali, ma le decisioni di politica economica rimangono appannaggio dei singoli governi. A cominciare dagli anni '80 si è presentata una fase di accelerazione del processo di globalizzazione, che viene chiamata globalizzazione ¿neo-liberista¿. Precedentemente c'è stato l'affermarsi del modello di capitalismo americano e l'evolversi dell'assetto economico sociale della Cina. Il punto forte della globalizzazione neo-liberista riguarda la crescita esponenziale dei mercati finanziari. I vincoli amministrativi agli investimenti di portafoglio si sono ridotti notevolmente in molti paesi, creando grande mobilità di movimenti di capitale in investimenti finanziari facilmente liquidabili. Questo processo ha aiutato la distribuzione del risparmio internazionale su un mercato maggiore che offre ai risparmiatori più agevolazioni e ai paesi maggiori prestiti esteri, rendendo però il sistema finanziario internazionale a rischio per crisi finanziarie, valutarie e bancarie. La crescita delle relazioni economiche internazionali è stata appoggiata dal Sistema Monetario Internazionale, quindi quell'insieme di regole, istituzione e altri elementi che permettono ai paesi di scambiare beni, servizi e capitali. La crisi finanziaria del 2007 con la sovraesposizione degli istituti di prestito mobiliare negli Stati Uniti, gli squilibri dei pagamenti tra le aree del mondo, il ruolo del dollaro come moneta di riserva di riferimento, la comparsa di paesi emergenti sull'economia mondiale sono gli elementi più importanti di questa crisi. L'illimitata credibilità finanziaria americana e il beneficio che i suoi creditori hanno ricevuto grazie all'espansione della domanda americana per le loro merci e i loro risparmi, hanno attenuato la percezione del problema della sostenibilità degli squilibri internazionali e la ricerca delle soluzioni.

SQUILIBRI MACROECONOMICI E RIFORMA DEL SISTEMA MONETARIO INTERNAZIONALE

NIEDDU, SARA
2011/2012

Abstract

Lo scopo del presente lavoro è di esporre le problematiche del sistema monetario internazionale che attualmente gestisce i rapporti economici tra i paesi, ricostruendo la sua evoluzione e prendendo in considerazione le due economie maggiormente coinvolte nel fenomeno. Negli ultimi decenni la globalizzazione insieme al progresso tecnologico ha allargato le prospettive di mercato e ridotto i confini economici tra gli stati nazionali, ma le decisioni di politica economica rimangono appannaggio dei singoli governi. A cominciare dagli anni '80 si è presentata una fase di accelerazione del processo di globalizzazione, che viene chiamata globalizzazione ¿neo-liberista¿. Precedentemente c'è stato l'affermarsi del modello di capitalismo americano e l'evolversi dell'assetto economico sociale della Cina. Il punto forte della globalizzazione neo-liberista riguarda la crescita esponenziale dei mercati finanziari. I vincoli amministrativi agli investimenti di portafoglio si sono ridotti notevolmente in molti paesi, creando grande mobilità di movimenti di capitale in investimenti finanziari facilmente liquidabili. Questo processo ha aiutato la distribuzione del risparmio internazionale su un mercato maggiore che offre ai risparmiatori più agevolazioni e ai paesi maggiori prestiti esteri, rendendo però il sistema finanziario internazionale a rischio per crisi finanziarie, valutarie e bancarie. La crescita delle relazioni economiche internazionali è stata appoggiata dal Sistema Monetario Internazionale, quindi quell'insieme di regole, istituzione e altri elementi che permettono ai paesi di scambiare beni, servizi e capitali. La crisi finanziaria del 2007 con la sovraesposizione degli istituti di prestito mobiliare negli Stati Uniti, gli squilibri dei pagamenti tra le aree del mondo, il ruolo del dollaro come moneta di riserva di riferimento, la comparsa di paesi emergenti sull'economia mondiale sono gli elementi più importanti di questa crisi. L'illimitata credibilità finanziaria americana e il beneficio che i suoi creditori hanno ricevuto grazie all'espansione della domanda americana per le loro merci e i loro risparmi, hanno attenuato la percezione del problema della sostenibilità degli squilibri internazionali e la ricerca delle soluzioni.
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