The demonstrations of the past years in Paris have reopened the debate and historical research on the Commune of Paris of 1871. A topic initially hidden, because of its exposure of the bloody origin of the Third Republic of 1870, later exceedingly studied and analysed. I carried out this research during my six months of Erasmus in the Parisian suburbs where I was able to get in touch with the bibliography on the subject and to get to know the current French protests closely. The research in question proposes a brief introduction to contextualize the facts, placing the Commune among the many riots of the French nineteenth century, the end of Bonapartism, the Franco-Prussian war and the First International of Workers. A political profile of the two months of revolt is then illustrated. It is good to define the general picture of the communards: men and women of the proletarian Paris, children and foreigners. A summary of the political alignments of the rebels, namely the Jacobins, Proudhonians, internationalists and Blanquists precedes a section on the political and social measures enacted in the two months of government of the Commune. The second part focuses on four direct sources written by the hands of four Parisians of different social class who lived the two months of the Commune. The Francois Mitterand library of Paris allowed me to consult the volumes containing the testimonies of a National Guard, a revolutionary close to the top positions of power of the Commune, a doctor who was against the revolt and the woman who became a rebel icon, Louise Michel. An analysis of this kind facilitates the understanding of the impact of the Commune self-government on the various social classes of a city as varied as the French capital of the late nineteenth century. Finally, the last chapter is dedicated to the ideological conflicts that formed the background of the Commune. The clash of ideas becomes concrete at the top positions of power of the Commune two weeks before its end. It is between the communist and Jacobin majorities against the anarchist, socialist and Proudhonian minorities and it is reflected in the theorists of the revolution who looked at the communal experience with enthusiasm. In 1871, a few months after the Bloody Week that decisively accelerated the end of the Communards, Karl Marx, a communist theorist who had gained great popularity in France in 1871, published The Civil War in France on the events of the Commune. Four years later, the Russian anarchist theorist Michail Bakunin published State and Anarchy, a political ideological essay, central to the anarchist doctrine. Comparing the two works and the two thinkers also helps to interpret the events of Paris in 1871. In the period before March 18, anarchists and communists fought together to overturn the bourgeois system, but in less than two months the enormous differences emerged. Revolution, production, class and State take on different meanings in the two political horizons and feed the contrast among the Communards on fundamental themes such as federalism and centralization, authoritarianism and libertarianism. With this material the aim is to define a political profile of the Commune that goes beyond the simple spontaneous rebellion, digging into the facts and the historical context. Field research, in addition to providing an adequate bibliography, has certainly contributed to capturing in greater depth the meaning of the Commune over the years and nowadays.

Gli ultimi anni di manifestazioni a Parigi hanno riaperto il dibattito e la ricerca storica sulla Comune di Parigi del 1871. Un argomento inizialmente oscuro per non macchiare di sangue l'origine della neonata III° Repubblica del 1870, poi estremamente studiato e analizzato. Ho portato avanti questa ricerca durante i miei sei mesi di permanenza in Erasmus nella cintura parigina dove mi è stato possibile venire a contatto con la bibliografia in merito e conoscere il mondo dell'attuale protesta francese. La tesi in questione propone una breve introduzione per contestualizzare i fatti e collocare la Comune tra le molteplici rivolte dell'Ottocento francese, tra la fine del bonapartismo, la guerra franco-prussiana e la Prima Internazionale dei Lavoratori. S'illustra poi un profilo politico dei due mesi di rivolta. È bene definire un quadro generale dei comunardi, tra uomini e donne della Parigi proletaria, bambini e stranieri. Una sintesi degli schieramenti politici dei rivoltosi, dai giacobini ai proudhoniani, dagli internazionalisti ai blanquisti, precede una sezione sui provvedimenti politici e sociali nei due mesi di governo della Comune. La seconda parte si concentra su quattro fonti dirette scritte dalle mani di quattro parigini di differente estrazione sociale che vissero i due mesi di Comune sulla loro pelle. La biblioteca Francois Mitterand di Parigi mi ha permesso di consultare i volumi contenenti le testimonianze di una Guardia Nazionale, un rivoluzionario vicino ai vertici del potere, un medico contrario alla rivolta e l'icona ribelle Louise Michel. Un'analisi di questo tipo facilita la comprensione dell'impatto dell'autogoverno comunale sulle diverse classi sociali di una città variegata come la capitale francese di fine Ottocento. L'ultimo capitolo è dedicato infine ai conflitti ideologici che fecero da sfondo alla Comune. Il contrasto, che diventa un concreto scontro ai vertici del potere della Comune a due settimane dalla sua fine, è fra le componenti maggioritarie comuniste e giacobine contro le minoranze anarchiche, socialiste e proudhoniane e si riflette nei teorici della rivoluzione che salutarono con enfasi l'esperienza comunale. Nel 1871, a pochi mesi dalla Settimana di Sangue che mise un deciso freno ai comunardi, Karl Marx, teorico del comunismo che aveva conquistato una grande popolarità in Francia intorno al 1871, pubblicò La guerra civile in Francia sui fatti della Comune. Quattro anni dopo, il teorico anarchico russo Michail Bakunin pubblicò Stato e anarchia, un saggio ideologico politico, faro della dottrina anarchica. Mettere a confronto le due opere e i due pensatori aiuta a interpretare anche i fatti di Parigi del 1871. Nel periodo precedente al 18 marzo, anarchici e comunisti lottarono insieme per ribaltare il sistema borghese ma in meno di due mesi vennero a galla le enormi differenze. Rivoluzione, produzione, classe e Stato assumono un carattere e un significato diverso nei due orizzonti politici e vanno ad alimentare il contrasto tra i comunardi su temi fondamentali tra federalismo e centralizzazione, tra autoritarismo e libertarismo. Con questo materiale si vuole definire un profilo politico della Comune che vada aldilà della semplice ribellione spontanea per entrare nel merito dei fatti e del periodo storico. Una ricerca sul campo, oltre a fornire un'adeguata bibliografia, ha certamente contribuito a captare in modo più approfondito il significato della comune negli anni e nell'attualità.

Un profilo politico della Comune di Parigi

NIELOUD, GIORGIO
2019/2020

Abstract

Gli ultimi anni di manifestazioni a Parigi hanno riaperto il dibattito e la ricerca storica sulla Comune di Parigi del 1871. Un argomento inizialmente oscuro per non macchiare di sangue l'origine della neonata III° Repubblica del 1870, poi estremamente studiato e analizzato. Ho portato avanti questa ricerca durante i miei sei mesi di permanenza in Erasmus nella cintura parigina dove mi è stato possibile venire a contatto con la bibliografia in merito e conoscere il mondo dell'attuale protesta francese. La tesi in questione propone una breve introduzione per contestualizzare i fatti e collocare la Comune tra le molteplici rivolte dell'Ottocento francese, tra la fine del bonapartismo, la guerra franco-prussiana e la Prima Internazionale dei Lavoratori. S'illustra poi un profilo politico dei due mesi di rivolta. È bene definire un quadro generale dei comunardi, tra uomini e donne della Parigi proletaria, bambini e stranieri. Una sintesi degli schieramenti politici dei rivoltosi, dai giacobini ai proudhoniani, dagli internazionalisti ai blanquisti, precede una sezione sui provvedimenti politici e sociali nei due mesi di governo della Comune. La seconda parte si concentra su quattro fonti dirette scritte dalle mani di quattro parigini di differente estrazione sociale che vissero i due mesi di Comune sulla loro pelle. La biblioteca Francois Mitterand di Parigi mi ha permesso di consultare i volumi contenenti le testimonianze di una Guardia Nazionale, un rivoluzionario vicino ai vertici del potere, un medico contrario alla rivolta e l'icona ribelle Louise Michel. Un'analisi di questo tipo facilita la comprensione dell'impatto dell'autogoverno comunale sulle diverse classi sociali di una città variegata come la capitale francese di fine Ottocento. L'ultimo capitolo è dedicato infine ai conflitti ideologici che fecero da sfondo alla Comune. Il contrasto, che diventa un concreto scontro ai vertici del potere della Comune a due settimane dalla sua fine, è fra le componenti maggioritarie comuniste e giacobine contro le minoranze anarchiche, socialiste e proudhoniane e si riflette nei teorici della rivoluzione che salutarono con enfasi l'esperienza comunale. Nel 1871, a pochi mesi dalla Settimana di Sangue che mise un deciso freno ai comunardi, Karl Marx, teorico del comunismo che aveva conquistato una grande popolarità in Francia intorno al 1871, pubblicò La guerra civile in Francia sui fatti della Comune. Quattro anni dopo, il teorico anarchico russo Michail Bakunin pubblicò Stato e anarchia, un saggio ideologico politico, faro della dottrina anarchica. Mettere a confronto le due opere e i due pensatori aiuta a interpretare anche i fatti di Parigi del 1871. Nel periodo precedente al 18 marzo, anarchici e comunisti lottarono insieme per ribaltare il sistema borghese ma in meno di due mesi vennero a galla le enormi differenze. Rivoluzione, produzione, classe e Stato assumono un carattere e un significato diverso nei due orizzonti politici e vanno ad alimentare il contrasto tra i comunardi su temi fondamentali tra federalismo e centralizzazione, tra autoritarismo e libertarismo. Con questo materiale si vuole definire un profilo politico della Comune che vada aldilà della semplice ribellione spontanea per entrare nel merito dei fatti e del periodo storico. Una ricerca sul campo, oltre a fornire un'adeguata bibliografia, ha certamente contribuito a captare in modo più approfondito il significato della comune negli anni e nell'attualità.
ITA
The demonstrations of the past years in Paris have reopened the debate and historical research on the Commune of Paris of 1871. A topic initially hidden, because of its exposure of the bloody origin of the Third Republic of 1870, later exceedingly studied and analysed. I carried out this research during my six months of Erasmus in the Parisian suburbs where I was able to get in touch with the bibliography on the subject and to get to know the current French protests closely. The research in question proposes a brief introduction to contextualize the facts, placing the Commune among the many riots of the French nineteenth century, the end of Bonapartism, the Franco-Prussian war and the First International of Workers. A political profile of the two months of revolt is then illustrated. It is good to define the general picture of the communards: men and women of the proletarian Paris, children and foreigners. A summary of the political alignments of the rebels, namely the Jacobins, Proudhonians, internationalists and Blanquists precedes a section on the political and social measures enacted in the two months of government of the Commune. The second part focuses on four direct sources written by the hands of four Parisians of different social class who lived the two months of the Commune. The Francois Mitterand library of Paris allowed me to consult the volumes containing the testimonies of a National Guard, a revolutionary close to the top positions of power of the Commune, a doctor who was against the revolt and the woman who became a rebel icon, Louise Michel. An analysis of this kind facilitates the understanding of the impact of the Commune self-government on the various social classes of a city as varied as the French capital of the late nineteenth century. Finally, the last chapter is dedicated to the ideological conflicts that formed the background of the Commune. The clash of ideas becomes concrete at the top positions of power of the Commune two weeks before its end. It is between the communist and Jacobin majorities against the anarchist, socialist and Proudhonian minorities and it is reflected in the theorists of the revolution who looked at the communal experience with enthusiasm. In 1871, a few months after the Bloody Week that decisively accelerated the end of the Communards, Karl Marx, a communist theorist who had gained great popularity in France in 1871, published The Civil War in France on the events of the Commune. Four years later, the Russian anarchist theorist Michail Bakunin published State and Anarchy, a political ideological essay, central to the anarchist doctrine. Comparing the two works and the two thinkers also helps to interpret the events of Paris in 1871. In the period before March 18, anarchists and communists fought together to overturn the bourgeois system, but in less than two months the enormous differences emerged. Revolution, production, class and State take on different meanings in the two political horizons and feed the contrast among the Communards on fundamental themes such as federalism and centralization, authoritarianism and libertarianism. With this material the aim is to define a political profile of the Commune that goes beyond the simple spontaneous rebellion, digging into the facts and the historical context. Field research, in addition to providing an adequate bibliography, has certainly contributed to capturing in greater depth the meaning of the Commune over the years and nowadays.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/21524