Il presente studio si propone di analizzare l'uso della proposizione parentetica nella poesia augustea e flavia. Nel corso della trattazione si cercherà di mettere in luce la pregnanza che possiedono le annotazioni incidentali, anche le più brevi e quelle che a prima vista parrebbero aggiunte superflue e non indispensabili alla comprensione d'assieme di un episodio. Il lavoro di von Albrecht sulle Metamorfosi, di cui non vengono prese in considerazione le osservazioni meramente numeriche e classificatorie, costituisce la base di partenza di una ricerca che mira a studiare l'effettivo peso semantico della parentetica non solo nell'opera ovidiana, ma anche nella poesia di Virgilio, suo onnipresente e imprescindibile modello, e in quella di Stazio, che guarda a entrambi. Lo studioso tedesco fornisce una tabella in cui tutte le parentesi contenute nelle Metamorfosi di Ovidio sono ordinate in base alla loro struttura metrica e quindi suddivise per tipologia di funzione. Questo approccio quantitativo, benché utile per definire lo stile e le tendenze poetiche di Ovidio e per procedere verso il confronto con altri autori, è qui stato messo da parte in favore di uno sguardo qualitativo: non verranno infatti stilati elenchi, ma saranno esaminati singoli passi grazie all'esempio dei quali apparirà evidente l'uso della parentetica come sede di valutazioni autoriali e commenti al testo. Nel corso della trattazione verranno accostate alle parentetiche propriamente dette altre proposizioni che presentano un legame con la reggente (e che quindi non si possono definire incisi), ma la cui funzione, come quella delle parentesi, è quella di creare increspature sulla superficie del testo, dando spazio ai commenti del narratore.
Fra parentesi. Ruolo dell'inciso in Virgilio, Ovidio e Stazio
BERTONE, GAELLE
2019/2020
Abstract
Il presente studio si propone di analizzare l'uso della proposizione parentetica nella poesia augustea e flavia. Nel corso della trattazione si cercherà di mettere in luce la pregnanza che possiedono le annotazioni incidentali, anche le più brevi e quelle che a prima vista parrebbero aggiunte superflue e non indispensabili alla comprensione d'assieme di un episodio. Il lavoro di von Albrecht sulle Metamorfosi, di cui non vengono prese in considerazione le osservazioni meramente numeriche e classificatorie, costituisce la base di partenza di una ricerca che mira a studiare l'effettivo peso semantico della parentetica non solo nell'opera ovidiana, ma anche nella poesia di Virgilio, suo onnipresente e imprescindibile modello, e in quella di Stazio, che guarda a entrambi. Lo studioso tedesco fornisce una tabella in cui tutte le parentesi contenute nelle Metamorfosi di Ovidio sono ordinate in base alla loro struttura metrica e quindi suddivise per tipologia di funzione. Questo approccio quantitativo, benché utile per definire lo stile e le tendenze poetiche di Ovidio e per procedere verso il confronto con altri autori, è qui stato messo da parte in favore di uno sguardo qualitativo: non verranno infatti stilati elenchi, ma saranno esaminati singoli passi grazie all'esempio dei quali apparirà evidente l'uso della parentetica come sede di valutazioni autoriali e commenti al testo. Nel corso della trattazione verranno accostate alle parentetiche propriamente dette altre proposizioni che presentano un legame con la reggente (e che quindi non si possono definire incisi), ma la cui funzione, come quella delle parentesi, è quella di creare increspature sulla superficie del testo, dando spazio ai commenti del narratore.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/21506