Il tema con cui provo a misurarmi in questa tesi è quello della secolarizzazione. Definire esattamente che cosa significhi questo termine,non è un'impresa semplice:trattandosi di un concetto non operazionalizzabile,se non ci si mette d'accordo sulla definizione dei termini,della secolarizzazione si può dire tutto e tutto il contrario. Questa tesi parte,o meglio,riparte,dalla definizione che del concetto ne danno i classici della sociologia,primi fra tutti Weber e Durkehim,quella che si è imposta in ambito accademico come la teoria,capace di rendere intellegibile il transito da una modalità dell'esistenza a un'altra,da una società in cui era praticamente impossibile non credere, a una in cui la religione diventa un'opzione tra le altre,vale a dire l'idea del secolarismo come scoperta progressiva dell'ingegno umano che sfocia nel declino dell'arcaico dispositivo di senso della religione. La sacra volta che un tempo riuniva sotto un unico orizzonte di senso tutti gli individui,pare essersi frantumata,la religione diventa una sfera accanto alle altre,lo spazio sociale che può legittimamente occupare diminuisce,l'universo religioso si frammenta relativizzandosi,le pratiche religiose diventano un frammento della vita sociale e l'oggetto di una scelta individuale e privata. L'errore dei sostenitori del teorema classico,come ha sostenuto Berger,è stato confondere pluralismo e secolarizzazione,la coesistenza di universi religiosi e sistemi di valore differenziati,non equivale alla scomparsa tout court né dei valori né della religione,e il fatto che la fede divenga una scelta è indice di autenticità. La questione diventa allora analizzare le metamorfosi dell'immaginario che hanno reso possibile la genesi di un'opzione secolare accanto a quella religiosa,l'ergersi di quella che Taylor chiama la cornice immanente,non una gabbia ma una frontiera mobile,che esclude e dischiude possibilità. Il dibattito sulla secolarizzazione diventa un meta racconto non lineare,un intreccio di storie concatenate il cui nesso è abbastanza forte da rendere comprensibile il cambiamento,ma non così stringente da farlo apparire inevitabile o irreversibile. Rimane un margine di casualità occupato dall'agire umano e dalle sue risorse creative endogene e situate,con cui l'essere umano affronta le sfide contingenti dell'esistenza. La codificazione binaria del secolare e del religioso nei termini di un conflitto frontale tra potenze sovrastoriche è erronea,è necessaria invece una decostruzione delle genealogie classiche dell'età moderna attenta alla varietà delle configurazioni culturali,che passi anche attraverso la provincializzazione dell'Europa. A credere alla profezia della secolarizzazione ormai sono rimasti in pochi,Habermas introduce il concetto di post-secolarità,poiché oggi è l'Europa secolarizzata a costituire un'eccezione all'interno di un contesto globale ancora molto religioso. E' interessante a tal proposito analizzare il caso dell'Italia,in cui al declino istituzionale della chiesa cattolica fa da specchio il successo del suo 'capo',la figura di Papa Francesco come Papa del dialogo ben rappresenta la traduzione del religioso in termini secolari,a mostrare ancora una volta che i confini della credenza e della non credenza sono molto labili. In conclusione gli studiosi del 'nuovo dibattito sulla secolarizzazione' si sono concentrati sul sempre più diversificato 'paesaggio religioso' e hanno interpretato il pluralismo come un modo più fecondo per indagare il panorama religioso odierno,abbandonando la tradizionale cornice teorica della secolarizzazione per abbracciare anche il concetto di spiritualità e i nuovi movimenti 'alternativi'.

Tra secolarizzazione e sacralizzazione. Le metanarrative della contemporanea sociologia della religione.

ARTUSO, SILVIA
2019/2020

Abstract

Il tema con cui provo a misurarmi in questa tesi è quello della secolarizzazione. Definire esattamente che cosa significhi questo termine,non è un'impresa semplice:trattandosi di un concetto non operazionalizzabile,se non ci si mette d'accordo sulla definizione dei termini,della secolarizzazione si può dire tutto e tutto il contrario. Questa tesi parte,o meglio,riparte,dalla definizione che del concetto ne danno i classici della sociologia,primi fra tutti Weber e Durkehim,quella che si è imposta in ambito accademico come la teoria,capace di rendere intellegibile il transito da una modalità dell'esistenza a un'altra,da una società in cui era praticamente impossibile non credere, a una in cui la religione diventa un'opzione tra le altre,vale a dire l'idea del secolarismo come scoperta progressiva dell'ingegno umano che sfocia nel declino dell'arcaico dispositivo di senso della religione. La sacra volta che un tempo riuniva sotto un unico orizzonte di senso tutti gli individui,pare essersi frantumata,la religione diventa una sfera accanto alle altre,lo spazio sociale che può legittimamente occupare diminuisce,l'universo religioso si frammenta relativizzandosi,le pratiche religiose diventano un frammento della vita sociale e l'oggetto di una scelta individuale e privata. L'errore dei sostenitori del teorema classico,come ha sostenuto Berger,è stato confondere pluralismo e secolarizzazione,la coesistenza di universi religiosi e sistemi di valore differenziati,non equivale alla scomparsa tout court né dei valori né della religione,e il fatto che la fede divenga una scelta è indice di autenticità. La questione diventa allora analizzare le metamorfosi dell'immaginario che hanno reso possibile la genesi di un'opzione secolare accanto a quella religiosa,l'ergersi di quella che Taylor chiama la cornice immanente,non una gabbia ma una frontiera mobile,che esclude e dischiude possibilità. Il dibattito sulla secolarizzazione diventa un meta racconto non lineare,un intreccio di storie concatenate il cui nesso è abbastanza forte da rendere comprensibile il cambiamento,ma non così stringente da farlo apparire inevitabile o irreversibile. Rimane un margine di casualità occupato dall'agire umano e dalle sue risorse creative endogene e situate,con cui l'essere umano affronta le sfide contingenti dell'esistenza. La codificazione binaria del secolare e del religioso nei termini di un conflitto frontale tra potenze sovrastoriche è erronea,è necessaria invece una decostruzione delle genealogie classiche dell'età moderna attenta alla varietà delle configurazioni culturali,che passi anche attraverso la provincializzazione dell'Europa. A credere alla profezia della secolarizzazione ormai sono rimasti in pochi,Habermas introduce il concetto di post-secolarità,poiché oggi è l'Europa secolarizzata a costituire un'eccezione all'interno di un contesto globale ancora molto religioso. E' interessante a tal proposito analizzare il caso dell'Italia,in cui al declino istituzionale della chiesa cattolica fa da specchio il successo del suo 'capo',la figura di Papa Francesco come Papa del dialogo ben rappresenta la traduzione del religioso in termini secolari,a mostrare ancora una volta che i confini della credenza e della non credenza sono molto labili. In conclusione gli studiosi del 'nuovo dibattito sulla secolarizzazione' si sono concentrati sul sempre più diversificato 'paesaggio religioso' e hanno interpretato il pluralismo come un modo più fecondo per indagare il panorama religioso odierno,abbandonando la tradizionale cornice teorica della secolarizzazione per abbracciare anche il concetto di spiritualità e i nuovi movimenti 'alternativi'.
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