After the numerous movements of the XX century in favour of deinstitutionalization and closing asylums, inside the ex-patients start to grow the need and will to give voice to their suffering, “to be heard”. During the Eighties the concept of recovery is created, a model based on a multidisciplinary approach to treatment which includes the participation of the patient and his social network in the process leading to a change of prospective of the disease and of the patient himself, through the development of behaviours and strategies in order to allow the person to lead a satisfying life beyond the mental disorder. The present work is divided into two chapters. The first one analyses the paradigm of recovery emphasizing the active role of the person and his ability to lead a satisfying life despite the limitations caused by the illness, through the development of new meaning and motivation. The second chapter focus on the essential presence of the social network surrounding the patient, because it provides support in order to accomplish a functional rehabilitation and to oppose the risk of stigma, discrimination and social exclusion, leading the person to an efficient re-integration in the community, mentioning two approaches, one called Network Therapy from Ross Speck and the second called Open Dialogue from Jaakko Seikkula.

In seguito ai numerosi movimenti del XX secolo in favore della deistituzionalizzazione e del superamento della logica manicomiale, negli ex pazienti psichiatrici cresce la necessità e volontà di dare voce alle loro esperienze di sofferenza, di “farsi sentire”. Nasce così negli anni Ottanta il concetto di recovery, un modello che si basa su una modalità di trattamento multidisciplinare che include la partecipazione del paziente e della sua rete sociale in un processo che porta ad un cambiamento di prospettiva del disturbo e di se stessi, attraverso il potenziamento di comportamenti e strategie per condurre una vita soddisfacente oltre la malattia mentale. Il presente lavoro è diviso in due capitoli. Nel primo si pone l'obiettivo di analizzare il paradigma della recovery enfatizzando l'aspetto attivo del soggetto e la sua capacità di condurre una vita soddisfacente nonostante i deficit del disturbo, mediante lo sviluppo di nuovi significati e motivazioni. Il secondo capitolo si concentra sulla fondamentale presenza della rete sociale del paziente, poiché fornisce sostegno per una riabilitazione funzionale, per contrastare il rischio di stigmatizzazione, di discriminazione ed esclusione sociale e per condurre il soggetto verso un reinserimento ottimale nella comunità, con riferimento a due approcci, il primo di Ross Speck chiamato Network Therapy e un secondo di Jaakko Seikkula e colleghi denominato Dialogo Aperto.

Il paradigma della recovery: il ruolo del paziente e della rete sociale nel percorso di reinserimento nella comunità

CANDEO, ROBERTA
2019/2020

Abstract

In seguito ai numerosi movimenti del XX secolo in favore della deistituzionalizzazione e del superamento della logica manicomiale, negli ex pazienti psichiatrici cresce la necessità e volontà di dare voce alle loro esperienze di sofferenza, di “farsi sentire”. Nasce così negli anni Ottanta il concetto di recovery, un modello che si basa su una modalità di trattamento multidisciplinare che include la partecipazione del paziente e della sua rete sociale in un processo che porta ad un cambiamento di prospettiva del disturbo e di se stessi, attraverso il potenziamento di comportamenti e strategie per condurre una vita soddisfacente oltre la malattia mentale. Il presente lavoro è diviso in due capitoli. Nel primo si pone l'obiettivo di analizzare il paradigma della recovery enfatizzando l'aspetto attivo del soggetto e la sua capacità di condurre una vita soddisfacente nonostante i deficit del disturbo, mediante lo sviluppo di nuovi significati e motivazioni. Il secondo capitolo si concentra sulla fondamentale presenza della rete sociale del paziente, poiché fornisce sostegno per una riabilitazione funzionale, per contrastare il rischio di stigmatizzazione, di discriminazione ed esclusione sociale e per condurre il soggetto verso un reinserimento ottimale nella comunità, con riferimento a due approcci, il primo di Ross Speck chiamato Network Therapy e un secondo di Jaakko Seikkula e colleghi denominato Dialogo Aperto.
ITA
After the numerous movements of the XX century in favour of deinstitutionalization and closing asylums, inside the ex-patients start to grow the need and will to give voice to their suffering, “to be heard”. During the Eighties the concept of recovery is created, a model based on a multidisciplinary approach to treatment which includes the participation of the patient and his social network in the process leading to a change of prospective of the disease and of the patient himself, through the development of behaviours and strategies in order to allow the person to lead a satisfying life beyond the mental disorder. The present work is divided into two chapters. The first one analyses the paradigm of recovery emphasizing the active role of the person and his ability to lead a satisfying life despite the limitations caused by the illness, through the development of new meaning and motivation. The second chapter focus on the essential presence of the social network surrounding the patient, because it provides support in order to accomplish a functional rehabilitation and to oppose the risk of stigma, discrimination and social exclusion, leading the person to an efficient re-integration in the community, mentioning two approaches, one called Network Therapy from Ross Speck and the second called Open Dialogue from Jaakko Seikkula.
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