La guerra di Oriente (1854-56) vide la presenza, in Crimea, di un contingente dell'esercito sardo con una perdita elevatissima di vite umane per cause infettive soprattutto dalla epidemia di colera. L'obiettivo della tesi è di verificare se vi sono stati errori di logistica dell'assistenza sanitaria e ritardi temporali nella trasmissione delle notizie dal comando militare al governo. La figura di Alessandro Riberi viene presentata nelle sue due linee di azione: la riforma degli studi di medicina e la riforma della sanità militare che permisero di avere, all'epoca della spedizione di Crimea, una sanità militare moderna. La medicina di metà Ottocento viene valutata nella teoria ippocratica e nei limiti terapeutici relativi al colera, di cui si esamina la diffusione in Europa e le epidemie con percentuali di affetti e di decessi elevatissimi. La relazione del dottor Chenu, medico della spedizione francese, ci fa conoscere, attraverso le parole dei testimoni, l'effetto del colera nella zona di guerra dei Balcani. Numerose furono le testimonianze, attraverso diari e lettere, di testimoni diretti della guerra di Crimea che mostrano la consapevolezza, tra i soldati, dell'inutilità della terapia medica e le carenze di infrastrutture sanitarie. Il carteggio tra Camillo Cavour e Alfonso La Marmora ci informa sulle preoccupazioni del governo di avere dati precisi sulla epidemia, sulla necessità per il governo di avere un fatto d'arme che spostasse l'attenzione della stampa dalla drammatica situazione dell'epidemia. Attraverso le relazioni degli inviati di guerra e la pubblicazione delle note ufficiali si esamina poi come i giornali si posero verso le notizie, ufficiali e non ufficiali, sempre più preoccupanti che arrivavano dalla Crimea. La relazione del responsabile sanitario dottor Comissetti ripercorre i lavori preparativi per l'organizzazione ospedaliera in Costantinopoli e la successiva collocazione del corpo di spedizione in Crimea e presenta in una tabella l'andamento mese per mese dell'epidemia di colera e delle altre forme infettive; permette inoltre di avere un chiara conoscenza della teoria del colera da miasmi allora prevalente insieme al quadro della terapia dell'epoca. Le relazioni del responsabile amministrativo dottor Della Rovere, insieme a schede di farmaci che mostrano il tipo e la quantità utilizzata, precisano i motivi delle carenze organizzative al momento dell'epidemia di colera. Viene poi esaminato un aspetto poco rilevato dalla bibliografia esaminata, la presenza di personale infermieristico femminile e religioso. Nelle conclusioni si pone l'accento sulle carenze non di assistenza sanitaria ma di assistenza ospedaliera e sulle sue motivazioni. L'esame dei dispacci telegrafici individua un ritardo di informazione tra la fine di maggio e la metà di giugno da parte del comando militare; un periodo di preoccupazione, perplessità e di note polemiche da parte della stampa che però non ebbero un seguito; il carteggio La Marmora-Cavour mostra una sottovalutazione di quest'ultimo su quanto era accaduto e accadeva in Crimea.

Aspetti sanitari della spedizione sarda in Crimea (1855-1856)

PODESTA', FRANCESCO
2015/2016

Abstract

La guerra di Oriente (1854-56) vide la presenza, in Crimea, di un contingente dell'esercito sardo con una perdita elevatissima di vite umane per cause infettive soprattutto dalla epidemia di colera. L'obiettivo della tesi è di verificare se vi sono stati errori di logistica dell'assistenza sanitaria e ritardi temporali nella trasmissione delle notizie dal comando militare al governo. La figura di Alessandro Riberi viene presentata nelle sue due linee di azione: la riforma degli studi di medicina e la riforma della sanità militare che permisero di avere, all'epoca della spedizione di Crimea, una sanità militare moderna. La medicina di metà Ottocento viene valutata nella teoria ippocratica e nei limiti terapeutici relativi al colera, di cui si esamina la diffusione in Europa e le epidemie con percentuali di affetti e di decessi elevatissimi. La relazione del dottor Chenu, medico della spedizione francese, ci fa conoscere, attraverso le parole dei testimoni, l'effetto del colera nella zona di guerra dei Balcani. Numerose furono le testimonianze, attraverso diari e lettere, di testimoni diretti della guerra di Crimea che mostrano la consapevolezza, tra i soldati, dell'inutilità della terapia medica e le carenze di infrastrutture sanitarie. Il carteggio tra Camillo Cavour e Alfonso La Marmora ci informa sulle preoccupazioni del governo di avere dati precisi sulla epidemia, sulla necessità per il governo di avere un fatto d'arme che spostasse l'attenzione della stampa dalla drammatica situazione dell'epidemia. Attraverso le relazioni degli inviati di guerra e la pubblicazione delle note ufficiali si esamina poi come i giornali si posero verso le notizie, ufficiali e non ufficiali, sempre più preoccupanti che arrivavano dalla Crimea. La relazione del responsabile sanitario dottor Comissetti ripercorre i lavori preparativi per l'organizzazione ospedaliera in Costantinopoli e la successiva collocazione del corpo di spedizione in Crimea e presenta in una tabella l'andamento mese per mese dell'epidemia di colera e delle altre forme infettive; permette inoltre di avere un chiara conoscenza della teoria del colera da miasmi allora prevalente insieme al quadro della terapia dell'epoca. Le relazioni del responsabile amministrativo dottor Della Rovere, insieme a schede di farmaci che mostrano il tipo e la quantità utilizzata, precisano i motivi delle carenze organizzative al momento dell'epidemia di colera. Viene poi esaminato un aspetto poco rilevato dalla bibliografia esaminata, la presenza di personale infermieristico femminile e religioso. Nelle conclusioni si pone l'accento sulle carenze non di assistenza sanitaria ma di assistenza ospedaliera e sulle sue motivazioni. L'esame dei dispacci telegrafici individua un ritardo di informazione tra la fine di maggio e la metà di giugno da parte del comando militare; un periodo di preoccupazione, perplessità e di note polemiche da parte della stampa che però non ebbero un seguito; il carteggio La Marmora-Cavour mostra una sottovalutazione di quest'ultimo su quanto era accaduto e accadeva in Crimea.
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