La disoccupazione tecnologica, frutto del sempre più massiccio impiego della robotica e dell'informatica in ambito lavorativo, è uno dei principali problemi a cui le convenzionali politiche di welfare faticano a trovare una soluzione, specie dopo la crisi del 2008. Un reddito minimo universale, versato dallo Stato a tutti i cittadini senza richiesta di contropartite, è un meccanismo semplice e trasparente, caratterizzato da bassi costi amministrativi, che potrebbe costituire un'efficace misura contro disoccupazione e rischi sistemici; oltre a funzionare come strumento nella lotta alla povertà, esso comporta anche il sostegno della domanda di beni di consumo. Malgrado le critiche riguardo ai possibili disincentivi al lavoro, studi empirici suggeriscono come tale dispositivo, sotto determinate condizioni, possa influire positivamente sia sull'offerta di lavoro sia sulle scelte formative. Scopo di questa tesi è presentare le argomentazioni a sostegno e a sfavore dell'introduzione di un reddito minimo universale. Il testo è organizzato come segue: partendo dalla definizione del professor P. Van Parijs, principale sostenitore del reddito di base, la prima parte si occupa di circoscrivere il concetto del reddito minimo universale nel vasto panorama delle welfare policies, evidenziandone pregi e criticità. Nella seconda sezione vengono presi in considerazione vari studi accademici per confrontare tale dispositivo con quelli simili attualmente in uso. Il terzo capitolo discute dell'effettiva fattibilità del progetto in termini di sostenibilità sia economica che politica.
Il reddito minimo universale: un versamento incondizionato per il benessere di tutti?
BICKERT, ALEXANDER
2016/2017
Abstract
La disoccupazione tecnologica, frutto del sempre più massiccio impiego della robotica e dell'informatica in ambito lavorativo, è uno dei principali problemi a cui le convenzionali politiche di welfare faticano a trovare una soluzione, specie dopo la crisi del 2008. Un reddito minimo universale, versato dallo Stato a tutti i cittadini senza richiesta di contropartite, è un meccanismo semplice e trasparente, caratterizzato da bassi costi amministrativi, che potrebbe costituire un'efficace misura contro disoccupazione e rischi sistemici; oltre a funzionare come strumento nella lotta alla povertà, esso comporta anche il sostegno della domanda di beni di consumo. Malgrado le critiche riguardo ai possibili disincentivi al lavoro, studi empirici suggeriscono come tale dispositivo, sotto determinate condizioni, possa influire positivamente sia sull'offerta di lavoro sia sulle scelte formative. Scopo di questa tesi è presentare le argomentazioni a sostegno e a sfavore dell'introduzione di un reddito minimo universale. Il testo è organizzato come segue: partendo dalla definizione del professor P. Van Parijs, principale sostenitore del reddito di base, la prima parte si occupa di circoscrivere il concetto del reddito minimo universale nel vasto panorama delle welfare policies, evidenziandone pregi e criticità. Nella seconda sezione vengono presi in considerazione vari studi accademici per confrontare tale dispositivo con quelli simili attualmente in uso. Il terzo capitolo discute dell'effettiva fattibilità del progetto in termini di sostenibilità sia economica che politica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/21149