Esistono storicamente due modelli maggiormente riconosciuti per esplicare la messa in posto di depositi da flusso piroclastico (PDC-pyroclastic density current): la deposizione en masse e la deposizione graduale per impulsi successivi. Branney and Kokelaar (2002) evidenziano chiaramente come nel caso di flussi granulari sia relativamente facile individuare il meccanismo di deposizione attraverso l'osservazione del deposito stesso e lo studio delle caratteristiche sedimentologiche e fisiche. Nel caso di depositi omogenei massivi però, nei quali non è possibile individuare alcuna gradazione granulometrica e nessuna struttura di flusso, individuare il processo deposizionale diventa complesso. Lo studio in esame utilizza metodi magnetici, quali l'analisi dei dati di anisotropia della suscettività magnetica (AMS) e della magnetizzazione rimanente isotermica (AIRM) come discriminante delle dinamiche di messa in posto dei depositi massivi da flusso piroclastico. Sono stati presi in considerazione, per conformità con le caratteristiche ricercate, i depositi ignimbritici dell'eruzione Minoica di Santorini e del Tufo Giallo Napoletano (TGN) (Campi Flegrei). Per il campionamento, effettuato in modo da ottenere uno studio statistico, sono state utilizzate tecniche differenti nelle due località: il primo deposito è stato sede di un campionamento innovativo data la scarsa coesione dello stesso e l'impossibilità altrimenti di prelevare porzioni di materiale indisturbato; il secondo deposito, maggiormente coesivo, è stato invece carotato con tecniche standard. Lo studio sedimentologico ha permesso di confermare le caratteristiche granulometriche e fisiche ricercate nei depositi. Si sono ricavati in totale 236 campioni, i quali, una volta eliminati i contributi fuorvianti di litici e pomici attraverso un'attenta analisi della deviazione standard della media pesata, hanno permesso l'analisi del fabric magnetico delle rocce in esame. I dati di AMS forniscono indicazioni abbastanza chiare sulle direzioni di flusso, consistenti con la posizione del centro eruttivo, mentre la correlazione con i fabric rimanenti costituisce in alcuni casi un interessante spunto di ragionamento. Questo lavoro si propone di sciogliere le problematiche esistenti e, nel caso, porre nuovi stimoli per un ulteriore sviluppo e comprensione delle dinamiche sin- e post-deposizionali dei flussi piroclastici.
STUDIO SEDIMENTOLOGICO DI FLUSSI PIROCLASTICI MASSIVI CON METODI MAGNETICI. APPLICAZIONI ALL'ERUZIONE MINOICA (SANTORINI) E AL TUFO GIALLO NAPOLETANO (CAMPI FLEGREI)
FOSSATI, SILVIA
2015/2016
Abstract
Esistono storicamente due modelli maggiormente riconosciuti per esplicare la messa in posto di depositi da flusso piroclastico (PDC-pyroclastic density current): la deposizione en masse e la deposizione graduale per impulsi successivi. Branney and Kokelaar (2002) evidenziano chiaramente come nel caso di flussi granulari sia relativamente facile individuare il meccanismo di deposizione attraverso l'osservazione del deposito stesso e lo studio delle caratteristiche sedimentologiche e fisiche. Nel caso di depositi omogenei massivi però, nei quali non è possibile individuare alcuna gradazione granulometrica e nessuna struttura di flusso, individuare il processo deposizionale diventa complesso. Lo studio in esame utilizza metodi magnetici, quali l'analisi dei dati di anisotropia della suscettività magnetica (AMS) e della magnetizzazione rimanente isotermica (AIRM) come discriminante delle dinamiche di messa in posto dei depositi massivi da flusso piroclastico. Sono stati presi in considerazione, per conformità con le caratteristiche ricercate, i depositi ignimbritici dell'eruzione Minoica di Santorini e del Tufo Giallo Napoletano (TGN) (Campi Flegrei). Per il campionamento, effettuato in modo da ottenere uno studio statistico, sono state utilizzate tecniche differenti nelle due località: il primo deposito è stato sede di un campionamento innovativo data la scarsa coesione dello stesso e l'impossibilità altrimenti di prelevare porzioni di materiale indisturbato; il secondo deposito, maggiormente coesivo, è stato invece carotato con tecniche standard. Lo studio sedimentologico ha permesso di confermare le caratteristiche granulometriche e fisiche ricercate nei depositi. Si sono ricavati in totale 236 campioni, i quali, una volta eliminati i contributi fuorvianti di litici e pomici attraverso un'attenta analisi della deviazione standard della media pesata, hanno permesso l'analisi del fabric magnetico delle rocce in esame. I dati di AMS forniscono indicazioni abbastanza chiare sulle direzioni di flusso, consistenti con la posizione del centro eruttivo, mentre la correlazione con i fabric rimanenti costituisce in alcuni casi un interessante spunto di ragionamento. Questo lavoro si propone di sciogliere le problematiche esistenti e, nel caso, porre nuovi stimoli per un ulteriore sviluppo e comprensione delle dinamiche sin- e post-deposizionali dei flussi piroclastici.File | Dimensione | Formato | |
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