Traumatic head injury is one of the most common and frequent causes of impairment of the normal functioning of life. It consequently leads to a variety of disorders, deficits and difficulties that may involve multiple skills of the victim. The main target of this paper is to identify behavioural and personal consequences of a traumatic brain injury, with particular attention to episodic or impulsive aggression, irritability and lack of impulse control, which often may predispose the implementation of anti-social behaviour. To highlight the existence of a correlation between head trauma and antisocial behaviour, several recent studies that have focused on the impact of this factor in the prison populations, both adolescent and adult, are analysed. The results are very different, with a percentage variable from 25% to 87% of adult prisoners who were victims of previous head trauma, while from 16% to 87% of teenagers. The reasons of this gap is mainly due to the different ways of screening and evaluation of the trauma itself, but also to the novelty of the subject and discipline that deals with it. It specifies, in fact, that the consequences of this injury are very neglected, both in clinical field, but especially in the penitentiary field, because an appropriate and individualized rehabilitation would be able to mitigate the behavioural changes that can lead to entry into the prison system. The need to evaluate the trauma and its consequences is also evident in field trial, either civil or criminal. For this reason, it illustrates the benefits and risks of neuroscientific evidence, which is gaining ground in recent years and reveals an accurate and convincing support tool to the classical psychiatric assessment, but, sometimes, it could be misinterpreted as the answer to the question of guilt that should be answered only by the judge. To illustrate more closely the actual correlation between the traumatic head injury and the consequent antisocial behaviour, it shows the very representative case of a patient who, after the brain injury has implemented several aggressive and antisocial behaviour.
Il trauma cranico è una delle più diffuse e frequenti cause di compromissione del funzionamento normativo della vita. Da esso conseguono una varietà di disfunzioni, deficit e difficoltà che possono coinvolgere molteplici abilità del soggetto che ne rimane vittima. L'obiettivo principale di questo elaborato è quello di individuare le conseguenze comportamentali e personologiche derivanti da un trauma cranio-encefalico, con particolare attenzione all'aggressività episodica o impulsiva, all'irritabilità e alla mancanza di controllo degli impulsi che, spesso, possono predisporre alla messa in atto di comportamenti antisociali. Per mettere in luce l'esistenza di una correlazione tra trauma cranico e comportamento antisociale si analizzano diversi recenti studi che si sono focalizzati sull'incidenza di questo fattori nelle popolazioni carcerarie, sia adolescenziali che adulte. I risultati sono molto differenti, con una percentuale variabile da 25% a 87% di detenuti adulti vittime di precedenti traumi cranici, mentre da 16% a 87% di detenuti adolescenti. Le motivazioni di questo gap sono da ricondurre principalmente alle diverse modalità di screening e di valutazione del trauma stesso, ma anche alla novità del tema trattato e della disciplina che se ne occupa. Si specifica, infatti, come le conseguenze di tale lesione siano molto trascurate, sia in ambito clinico ma soprattutto in ambito penitenziario, in quanto una adeguata e individualizzata riabilitazione sarebbe in grado di attenuare i cambiamenti comportamentali che possono condurre all'ingresso nel sistema penitenziario. La necessità di valutare il trauma e le sue conseguenze è evidente anche in ambito processuale, sia civile che penale; per tale ragione si illustrano i vantaggi e i rischi della prova neuroscientifica, la quale sta prendendo piede negli ultimi anni e si rivela uno strumento di appoggio alla classica perizia psichiatrica molto accurato e convincente, rischiando forse in alcuni casi di essere considerata la risposta all'erroneo quesito di colpevolezza a cui dovrebbe rispondere solamente il giudice. Per illustrare più da vicino la reale correlazione tra il trauma cranico e il comportamento antisociale conseguente si riporta il caso molto rappresentativo di un paziente che, in seguito alla lesione cerebrale ha messo in atto diversi comportamenti aggressivi e antisociali.
Bad or Mad? La correlazione tra trauma cranico e comportamento antisociale
FOGLIATA, CRISTINA
2015/2016
Abstract
Il trauma cranico è una delle più diffuse e frequenti cause di compromissione del funzionamento normativo della vita. Da esso conseguono una varietà di disfunzioni, deficit e difficoltà che possono coinvolgere molteplici abilità del soggetto che ne rimane vittima. L'obiettivo principale di questo elaborato è quello di individuare le conseguenze comportamentali e personologiche derivanti da un trauma cranio-encefalico, con particolare attenzione all'aggressività episodica o impulsiva, all'irritabilità e alla mancanza di controllo degli impulsi che, spesso, possono predisporre alla messa in atto di comportamenti antisociali. Per mettere in luce l'esistenza di una correlazione tra trauma cranico e comportamento antisociale si analizzano diversi recenti studi che si sono focalizzati sull'incidenza di questo fattori nelle popolazioni carcerarie, sia adolescenziali che adulte. I risultati sono molto differenti, con una percentuale variabile da 25% a 87% di detenuti adulti vittime di precedenti traumi cranici, mentre da 16% a 87% di detenuti adolescenti. Le motivazioni di questo gap sono da ricondurre principalmente alle diverse modalità di screening e di valutazione del trauma stesso, ma anche alla novità del tema trattato e della disciplina che se ne occupa. Si specifica, infatti, come le conseguenze di tale lesione siano molto trascurate, sia in ambito clinico ma soprattutto in ambito penitenziario, in quanto una adeguata e individualizzata riabilitazione sarebbe in grado di attenuare i cambiamenti comportamentali che possono condurre all'ingresso nel sistema penitenziario. La necessità di valutare il trauma e le sue conseguenze è evidente anche in ambito processuale, sia civile che penale; per tale ragione si illustrano i vantaggi e i rischi della prova neuroscientifica, la quale sta prendendo piede negli ultimi anni e si rivela uno strumento di appoggio alla classica perizia psichiatrica molto accurato e convincente, rischiando forse in alcuni casi di essere considerata la risposta all'erroneo quesito di colpevolezza a cui dovrebbe rispondere solamente il giudice. Per illustrare più da vicino la reale correlazione tra il trauma cranico e il comportamento antisociale conseguente si riporta il caso molto rappresentativo di un paziente che, in seguito alla lesione cerebrale ha messo in atto diversi comportamenti aggressivi e antisociali.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/21060