Nel 1997 un'associazione francese di genitori gay e lesbiche coniò il neologismo ¿omogenitorialità¿ per indicare la genitorialità di persone omosessuali, e, più nello specifico, per designare un nucleo famigliare composto da almeno un adulto che si definisce omosessuale con uno o più bambini. Il termine alternativo è ¿omoparentalità¿, il quale è un'errata italianizzazione di gay parenting, in lingua inglese, o di homoparentalité e homoparenté, in lingua francese. L'espressione ¿parent¿ significa, infatti, secondo il vocabolario inglese o francese, ¿genitore¿. La famiglia omogenitoriale, come ogni tipologia familiare, possiede dei propri bisogni e manifesta le proprie esigenze. Vi sono diverse tipologie che ad essa fanno capo: le famiglie di prima costituzione, le famiglie di seconda costituzione, quelle che si sono formate in seguito a una relazione eterosessuale da cui sono nati dei figli, singoli genitori omosessuali, famiglie tetragenitoriali o cogenitoriali. Ognuna di queste tipologie si differenzia poi per la modalità utilizzata per giungere alla procreazione: dalla fecondazione medicalmente assistita alla ricerca casalinga di un donatore e alla maternità surrogata, dall'adozione (ove possibile) all'affidamento alla cogenitorialità. Le forme in cui si presenta la famiglia sono varie, caratterizzate da somiglianze e differenze che ne determinano le peculiarità e ne delineano le esigenze specifiche nel corso della storia, del tempo e dei luoghi. Esistono famiglie ricostituite, adottive, affidatarie, monogenitoriali, etc. Parlare di famiglia ¿tradizionale¿ e affermare che essa sia naturale, stabile e immutabile non risulta corretto visto che essa non è presente in tutte le culture mondiali, è mutata drasticamente con il passare del tempo nei Paesi europei e statunitensi che la sostengono a gran voce e viene oggi affiancata da molte altre conformazioni familiari, ognuna degna di vedere accolte le proprie richieste sociali. Per questo motivo pare più corretto parlare di famiglie, come sostantivo plurale, piuttosto che di famiglia. In Italia e in molti altri Paesi europei e mondiali le famiglie omogenitoriali e i genitori omosessuali non sono tutelati da leggi specifiche e non rientrano nella concezione di famiglia, tanto da non rientrare nelle indagini sociali e nei censimenti che coinvolgono i diversi nuclei familiari. In tal modo tuttavia non vengono tutelati i diritti dei minori che in queste famiglia già vivono, crescono o stanno nascendo, con importanti ripercussioni sul loro benessere psico-fisico e psico-sociale. Il diritto incide sulla legittimazione psicologica che le persone danno ad ogni aspetto propria esistenza e sulla qualità della vita. Nonostante siano vari i quesiti che è ancora necessario indagare, trent'anni di ricerca affermano che non sia l'orientamento sessuale in sé dei genitori ad influire sul benessere o sul malessere del bambino, bensì un insieme complesso di fattori interrelati, come la qualità della relazione che intercorre tra genitore e figlio; il livello di coming-out effettuato dal padre/dalla madre nei diversi ambiti della sua vita personale e della vita del bambino; la qualità della relazione del bambino con i suoi pari; la possibilità per i minori di entrare in contatto con altri figli di genitori omosessuali; la qualità della relazione della coppia genitoriale; i rapporti della famiglia nucleare con la famiglia allargata e il sociale; il supporto sociale reale o percepito.

Aspetti psico-sociali, giuridici e antropologici dell'omogenitorialità

CINARDO, SARAH
2011/2012

Abstract

Nel 1997 un'associazione francese di genitori gay e lesbiche coniò il neologismo ¿omogenitorialità¿ per indicare la genitorialità di persone omosessuali, e, più nello specifico, per designare un nucleo famigliare composto da almeno un adulto che si definisce omosessuale con uno o più bambini. Il termine alternativo è ¿omoparentalità¿, il quale è un'errata italianizzazione di gay parenting, in lingua inglese, o di homoparentalité e homoparenté, in lingua francese. L'espressione ¿parent¿ significa, infatti, secondo il vocabolario inglese o francese, ¿genitore¿. La famiglia omogenitoriale, come ogni tipologia familiare, possiede dei propri bisogni e manifesta le proprie esigenze. Vi sono diverse tipologie che ad essa fanno capo: le famiglie di prima costituzione, le famiglie di seconda costituzione, quelle che si sono formate in seguito a una relazione eterosessuale da cui sono nati dei figli, singoli genitori omosessuali, famiglie tetragenitoriali o cogenitoriali. Ognuna di queste tipologie si differenzia poi per la modalità utilizzata per giungere alla procreazione: dalla fecondazione medicalmente assistita alla ricerca casalinga di un donatore e alla maternità surrogata, dall'adozione (ove possibile) all'affidamento alla cogenitorialità. Le forme in cui si presenta la famiglia sono varie, caratterizzate da somiglianze e differenze che ne determinano le peculiarità e ne delineano le esigenze specifiche nel corso della storia, del tempo e dei luoghi. Esistono famiglie ricostituite, adottive, affidatarie, monogenitoriali, etc. Parlare di famiglia ¿tradizionale¿ e affermare che essa sia naturale, stabile e immutabile non risulta corretto visto che essa non è presente in tutte le culture mondiali, è mutata drasticamente con il passare del tempo nei Paesi europei e statunitensi che la sostengono a gran voce e viene oggi affiancata da molte altre conformazioni familiari, ognuna degna di vedere accolte le proprie richieste sociali. Per questo motivo pare più corretto parlare di famiglie, come sostantivo plurale, piuttosto che di famiglia. In Italia e in molti altri Paesi europei e mondiali le famiglie omogenitoriali e i genitori omosessuali non sono tutelati da leggi specifiche e non rientrano nella concezione di famiglia, tanto da non rientrare nelle indagini sociali e nei censimenti che coinvolgono i diversi nuclei familiari. In tal modo tuttavia non vengono tutelati i diritti dei minori che in queste famiglia già vivono, crescono o stanno nascendo, con importanti ripercussioni sul loro benessere psico-fisico e psico-sociale. Il diritto incide sulla legittimazione psicologica che le persone danno ad ogni aspetto propria esistenza e sulla qualità della vita. Nonostante siano vari i quesiti che è ancora necessario indagare, trent'anni di ricerca affermano che non sia l'orientamento sessuale in sé dei genitori ad influire sul benessere o sul malessere del bambino, bensì un insieme complesso di fattori interrelati, come la qualità della relazione che intercorre tra genitore e figlio; il livello di coming-out effettuato dal padre/dalla madre nei diversi ambiti della sua vita personale e della vita del bambino; la qualità della relazione del bambino con i suoi pari; la possibilità per i minori di entrare in contatto con altri figli di genitori omosessuali; la qualità della relazione della coppia genitoriale; i rapporti della famiglia nucleare con la famiglia allargata e il sociale; il supporto sociale reale o percepito.
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