How we regualte our emotions matters: our well-being is inevitably linked to our emotions. The topic of emotion regulation has now come into its own and gained a lot of attention but, despite this popularity, there remains a certain degree of confusion about what emotion regulation is and isn't and what effetcs emotion regulation has on important outcomes. The thesis tries to provide a conceptual foundation for the field, firstly by presenting the Gross' process model of emotion regulation(2001) that ditinguishes five points in the emotion-generativ process at which emotions may be regulated. In particular, it highlights two commonly used strategies for down-regulating emotions: reappraisal and suppression. The first comes early in the emotion-generative process and consists of changing the way a situation in constructed so as to decrease its emotional impact. The second comes later in the emotion generative process and consists of inhibiting the outward signs of inner feelings. Next, the attention focus on the possible links between emotion regulation and the psychopatology. In fact, emotion dysregulation has long been thought to be a vulnerability factor for mood disorders, particularly for major depressive disorder. The key idea is that depression is related to difficulties with emotion regulation , that is the reason why depressed individuals often fail to react to emotionally significant stimuli, loosing the context-appropriate modulation of emotion and increasing a lack of acceptance and awareness of their emotions. Concerning this, the thesis presents three views of how depression alters emotional reactivity: positive attenuation (reduced positive), negative potentiation (increseased negative) and emotion context insensitivity(reduced positive and negative). Finally, it presents some affective, cognitive and social consequences to this regulatory process, even if it is far from clear which strategies work best when it is necessary to regulate emotions. Surely, emotions should be flexibly employed, in this way they help us to face enviroment challenges, if they are habitually and inflexibly overridden they may compromise our adaptive behavior.
Il modo in cui regoliamo le nostre emozioni conta: inevitabilmente, il nostro benessere psicofisico è connesso ad esse, è per questo motivo che, in questi ultimi anni di ricerca, il tema della regolazione emotiva ha finalmente raggiunto un suo riconoscimento, tramite una sempre più crescente attenzione data a questo campo di ricerca. Nonostante questa popolarità, rimane ancora un certo alone di confusione a proposito di cosa sia e non sia il processo di regolazione delle emozioni e quali effetti possa avere su alcune delle risposte più importanti dell'individuo, dal livello cognitivo a quello fisiologico. La tesi cerca di fornire una base concettuale sull'argomento, innanzitutto presentando il modello processuale di James Gross (2001), che distingue cinque grandi famiglie di strategie regolative che possono intervenire in diversi punti del processo generativo dell'emozione stessa. In particolare, vengono messe in luce due delle strategie più comunemente utilizzate, ovvero la rivalutazione cognitiva e la soppressone. La prima interviene nelle fasi iniziali della generazione emotiva e consiste nel cambiare il modo in cui si pensa alla situazione etimogena, diminuendo il suo impatto emotivo. La seconda, invece, interviene più tardivamente, inibendo l'espressività esteriore delle sensazioni interne, elicitanti la risposta emotiva. In seguito, il focus attenzionale si riversa sulle connessioni tra regolazione dell'emotività e psicopatologia, in particolare concentrandosi sulla sindrome depressiva maggiore. Infatti, si crede che la disregolazione emotiva giochi un importante ruolo come fattore di vulnerabilità nei disordini dell'umore. L'idea chiave dell'elaborato vede correlata la patologia depressiva con difficoltà nella regolazione delle emozioni, per questo motivo gli individui depressi mostrano una reattività emotiva fallimentare, modulando la risposta emotiva in maniera inadeguata rispetto al contesto a cui si riferisce, dimostrando, inoltre, una mancanza di accettazione dell'emotività stessa, così come della sua consapevolezza. A questo proposito vengono presentate tre ipotesi di come la depressione alteri il processo regolativo: l'attenuazione positiva, che vede una ridotta reattività positiva, il potenziamento negativo, che vede invece un aumento della reattività negativa ed infine l'ipotesi di insensibilità al contesto che vede, invece, ridurre entrambe. Infine, vengono presentate alcune delle conseguenze apportate dall'uso di determinate strategie regolative, che interessano sia il piano cognitivo ed affettivo ma, indiscutibilmente, anche sociale, anche se è giusto sottolineare che si è ancora lontani dall'affermare con sicurezza quale sia la via regolativa migliore da adottare. Sicuramente,è meglio pensare alle emozioni come a qualcosa di flessibile, che ci aiuta ad affrontare le sfide lanciate quotidianamente dall'ambiente in cui viviamo. Se queste tendenze di risposta vengono invece rigidamente ed abitualmente soppresse, possono rivelarsi altamente compromettenti per la salute dell'individuo, producendo comportamenti maladattivi.
Regolazione emotiva e depressione maggiore
GUIDA, GIULIA
2011/2012
Abstract
Il modo in cui regoliamo le nostre emozioni conta: inevitabilmente, il nostro benessere psicofisico è connesso ad esse, è per questo motivo che, in questi ultimi anni di ricerca, il tema della regolazione emotiva ha finalmente raggiunto un suo riconoscimento, tramite una sempre più crescente attenzione data a questo campo di ricerca. Nonostante questa popolarità, rimane ancora un certo alone di confusione a proposito di cosa sia e non sia il processo di regolazione delle emozioni e quali effetti possa avere su alcune delle risposte più importanti dell'individuo, dal livello cognitivo a quello fisiologico. La tesi cerca di fornire una base concettuale sull'argomento, innanzitutto presentando il modello processuale di James Gross (2001), che distingue cinque grandi famiglie di strategie regolative che possono intervenire in diversi punti del processo generativo dell'emozione stessa. In particolare, vengono messe in luce due delle strategie più comunemente utilizzate, ovvero la rivalutazione cognitiva e la soppressone. La prima interviene nelle fasi iniziali della generazione emotiva e consiste nel cambiare il modo in cui si pensa alla situazione etimogena, diminuendo il suo impatto emotivo. La seconda, invece, interviene più tardivamente, inibendo l'espressività esteriore delle sensazioni interne, elicitanti la risposta emotiva. In seguito, il focus attenzionale si riversa sulle connessioni tra regolazione dell'emotività e psicopatologia, in particolare concentrandosi sulla sindrome depressiva maggiore. Infatti, si crede che la disregolazione emotiva giochi un importante ruolo come fattore di vulnerabilità nei disordini dell'umore. L'idea chiave dell'elaborato vede correlata la patologia depressiva con difficoltà nella regolazione delle emozioni, per questo motivo gli individui depressi mostrano una reattività emotiva fallimentare, modulando la risposta emotiva in maniera inadeguata rispetto al contesto a cui si riferisce, dimostrando, inoltre, una mancanza di accettazione dell'emotività stessa, così come della sua consapevolezza. A questo proposito vengono presentate tre ipotesi di come la depressione alteri il processo regolativo: l'attenuazione positiva, che vede una ridotta reattività positiva, il potenziamento negativo, che vede invece un aumento della reattività negativa ed infine l'ipotesi di insensibilità al contesto che vede, invece, ridurre entrambe. Infine, vengono presentate alcune delle conseguenze apportate dall'uso di determinate strategie regolative, che interessano sia il piano cognitivo ed affettivo ma, indiscutibilmente, anche sociale, anche se è giusto sottolineare che si è ancora lontani dall'affermare con sicurezza quale sia la via regolativa migliore da adottare. Sicuramente,è meglio pensare alle emozioni come a qualcosa di flessibile, che ci aiuta ad affrontare le sfide lanciate quotidianamente dall'ambiente in cui viviamo. Se queste tendenze di risposta vengono invece rigidamente ed abitualmente soppresse, possono rivelarsi altamente compromettenti per la salute dell'individuo, producendo comportamenti maladattivi.File | Dimensione | Formato | |
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