Giada Acuto, serial number 865315 Supervisor: Prof. Chiara Peila Co-Supervisor: Prof. Alessandra Coscia Use of Griffiths III scales in a cohort of preterm and VLBW infants: evaluation of neurodevelopmental outcomes BACKGROUND / ASSUMPTIONS OF THE STUDY: Preterm infants are at risk of atypical development, not only from a motor point of view, but also from a cognitive one. Although it is difficult to have sensitive and specific tests for this population in the first two years of life, early diagnosis is essential, to allow habilitative interventions to start as soon as possible. TARGET: Our study aimed to examine neurodevelopmental outcomes at 24 months of corrected age in a cohort of preterm infants, through the administration of the Griffiths III scale. Furthermore, the most compromised areas of neurodevelopment were identified through the analysis of the standardized obtained scores. PATIENTS AND METHODS: This study was conducted on a population of preterm infants born <32 weeks of gestational age (GA) or <1500g birth weight, who reached 24 months of corrected age (CA) in the recruitment period (01/09/2021 – 02/05/2023). Within the cohort, we studied the possible relationship between neurological outcomes and various perinatal and neonatal variables, in order to evaluate which of these had the greatest influence on adverse outcomes. RESULTS: Overall, the developmental quotients (DQ) obtained on the various subscales of the Griffiths III test were average compared to the general population, although those born between 23 and 25 weeks of GA obtained a language DQ lower than the average. The subscales that investigate cognitive development, in fact, obtained lower scores than those relating to the motor sphere. In particular, the areas of neurodevelopment that are most compromised concern learning, language and the personal-social-emotional sphere. Adverse neurological outcomes at 24 months of CA were supported by severe neonatal distress, surgery for ROP, BPD, early sepsis and chorioamnionitis, confirming data in literature. Nonetheless, intraventricular hemorrhage (IVH) grades I and II were also found to be an important risk factor for major neurological outcomes. CONCLUSIONS: The present study confirms that preterm birth is associated with a greater risk of adverse neurological outcome at 24 months of corrected age and this probability increases with decreasing gestational age. Among the neonatal disorders that most compromise neurodevelopment, IVH grade I and II stand out. However, in the past it was not considered a particularly relevant factor in determining adverse neurological outcomes. This finding suggests that clinicians should not underestimate intraventricular hemorrhage, even if not large, during follow-up, in order to early diagnose any atypical development and offer timely support to the newborn. Finally, future multicenter studies conducted on a larger population of preterm newborns are needed, to confirm the results obtained. KEY WORDS: preterm infant, neurodevelopment, Griffiths III scales, neurodevelopmental outcome
Giada Acuto, matricola 865315 Relatrice: Prof.ssa Chiara Peila Correlatrice: Prof.ssa Alessandra Coscia Applicazioni della scala di Griffiths III in una coorte di neonati pretermine e di basso peso per età gestazionale: valutazione degli esiti neuroevolutivi BACKGROUND / PRESUPPOSTI DELLO STUDIO: I neonati pretermine sono a rischio di sviluppo atipico, non solo dal punto di vista motorio, ma anche cognitivo. Sebbene sia difficile disporre di test sensibili e specifici per questa popolazione nei primi due anni di vita, è fondamentale la diagnosi precoce, per permettere di avviare gli interventi abilitativi il prima possibile. OBIETTIVI: Il nostro studio si è proposto di esaminare gli esiti neuroevolutivi a 24 mesi di età corretta in una coorte di neonati pretermine, mediante la somministrazione della scala di Griffiths III. Attraverso l’analisi dei punteggi standardizzati ottenuti, inoltre, si vuole andare ad individuare le aree del neurosviluppo più compromesse. PAZIENTI E METODI: Lo studio è stato condotto su una popolazione di neonati pretermine nati <32 settimane di età gestazionale (EG) o <1500g di peso alla nascita, che hanno raggiunto i 24 mesi di età corretta (EC) nel periodo di reclutamento (01/09/2021 – 02/05/2023). All’interno della coorte, è stata studiata l’eventuale relazione tra gli esiti neuroevolutivi e diverse variabili perinatali e neonatali, per valutare quale di queste influisse maggiormente sugli esiti avversi. RISULTATI: Complessivamente, i quozienti di sviluppo (DQ) ottenuti alle varie sottoscale del test di Griffiths III sono risultati nella media rispetto alla popolazione generale, sebbene i nati tra la ventitreesima e la venticinquesima settimana di EG abbiano ottenuto un DQ relativo al linguaggio inferiore alla media. Le sottoscale che indagano lo sviluppo cognitivo, infatti, hanno ottenuto dei punteggi minori rispetto a quelle inerenti all’ambito motorio. In particolare, le aree del neurosviluppo che risultano più compromesse riguardano l’apprendimento, il linguaggio e la sfera personale-sociale-emotiva. Gli esiti neurologici avversi a 24 mesi di EC risultano favoriti dalla sofferenza neonatale severa, dalla chirurgia per ROP, dalla BPD, dalla sepsi precoce e dalla corioamnionite, confermando i dati presenti in letteratura. Ciononostante, è emerso che anche l’emorragia intraventricolare (IVH) di grado I e II rappresenta un fattore di rischio importante per esiti neurologici maggiori. CONCLUSIONI: Il presente studio conferma che la nascita pretermine è associata ad un maggior rischio di outcome neurologico sfavorevole a 24 mesi di età corretta e tale probabilità aumenta al decrescere dell’età gestazionale. Tra le patologie neonatali che compromettono maggiormente il neurosviluppo, si distingue l’IVH di I e II grado, che in passato non veniva considerata un fattore particolarmente rilevante nel determinare esiti neurologici avversi. Questo riscontro suggerisce ai clinici di non sottovalutare l’emorragia intraventricolare, anche se poco estesa, durante il follow-up, in modo da diagnosticare precocemente un eventuale sviluppo atipico ed offrire tempestivamente supporto al neonato. Infine, sono necessari futuri studi, multicentrici, condotti su una popolazione più estesa di neonati prematuri, per confermare i risultati ottenuti. PAROLE CHIAVE: neonato pretermine, neurosviluppo, scala di Griffiths III, outcome neuroevolutivo
Applicazioni della scala di Griffiths III in una coorte di neonati pretermine e di basso peso per età gestazionale: valutazione degli esiti neuroevolutivi
ACUTO, GIADA
2022/2023
Abstract
Giada Acuto, matricola 865315 Relatrice: Prof.ssa Chiara Peila Correlatrice: Prof.ssa Alessandra Coscia Applicazioni della scala di Griffiths III in una coorte di neonati pretermine e di basso peso per età gestazionale: valutazione degli esiti neuroevolutivi BACKGROUND / PRESUPPOSTI DELLO STUDIO: I neonati pretermine sono a rischio di sviluppo atipico, non solo dal punto di vista motorio, ma anche cognitivo. Sebbene sia difficile disporre di test sensibili e specifici per questa popolazione nei primi due anni di vita, è fondamentale la diagnosi precoce, per permettere di avviare gli interventi abilitativi il prima possibile. OBIETTIVI: Il nostro studio si è proposto di esaminare gli esiti neuroevolutivi a 24 mesi di età corretta in una coorte di neonati pretermine, mediante la somministrazione della scala di Griffiths III. Attraverso l’analisi dei punteggi standardizzati ottenuti, inoltre, si vuole andare ad individuare le aree del neurosviluppo più compromesse. PAZIENTI E METODI: Lo studio è stato condotto su una popolazione di neonati pretermine nati <32 settimane di età gestazionale (EG) o <1500g di peso alla nascita, che hanno raggiunto i 24 mesi di età corretta (EC) nel periodo di reclutamento (01/09/2021 – 02/05/2023). All’interno della coorte, è stata studiata l’eventuale relazione tra gli esiti neuroevolutivi e diverse variabili perinatali e neonatali, per valutare quale di queste influisse maggiormente sugli esiti avversi. RISULTATI: Complessivamente, i quozienti di sviluppo (DQ) ottenuti alle varie sottoscale del test di Griffiths III sono risultati nella media rispetto alla popolazione generale, sebbene i nati tra la ventitreesima e la venticinquesima settimana di EG abbiano ottenuto un DQ relativo al linguaggio inferiore alla media. Le sottoscale che indagano lo sviluppo cognitivo, infatti, hanno ottenuto dei punteggi minori rispetto a quelle inerenti all’ambito motorio. In particolare, le aree del neurosviluppo che risultano più compromesse riguardano l’apprendimento, il linguaggio e la sfera personale-sociale-emotiva. Gli esiti neurologici avversi a 24 mesi di EC risultano favoriti dalla sofferenza neonatale severa, dalla chirurgia per ROP, dalla BPD, dalla sepsi precoce e dalla corioamnionite, confermando i dati presenti in letteratura. Ciononostante, è emerso che anche l’emorragia intraventricolare (IVH) di grado I e II rappresenta un fattore di rischio importante per esiti neurologici maggiori. CONCLUSIONI: Il presente studio conferma che la nascita pretermine è associata ad un maggior rischio di outcome neurologico sfavorevole a 24 mesi di età corretta e tale probabilità aumenta al decrescere dell’età gestazionale. Tra le patologie neonatali che compromettono maggiormente il neurosviluppo, si distingue l’IVH di I e II grado, che in passato non veniva considerata un fattore particolarmente rilevante nel determinare esiti neurologici avversi. Questo riscontro suggerisce ai clinici di non sottovalutare l’emorragia intraventricolare, anche se poco estesa, durante il follow-up, in modo da diagnosticare precocemente un eventuale sviluppo atipico ed offrire tempestivamente supporto al neonato. Infine, sono necessari futuri studi, multicentrici, condotti su una popolazione più estesa di neonati prematuri, per confermare i risultati ottenuti. PAROLE CHIAVE: neonato pretermine, neurosviluppo, scala di Griffiths III, outcome neuroevolutivoFile | Dimensione | Formato | |
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