INTRODUZIONE Un'area valutaria ottimale è un insieme di paesi caratterizzati da economie fortemente integrate tra loro, e ad alta intensità di scambi di fattori per cui essi s'impegnano ad adottare rapporti di cambio fissi o relativamente stabili, al fine di trarne benefici. È così che i paesi europei, dopo aver aderito al Sistema monetario europeo, sono giunti a costituire l'Unione Economica e Monetaria, il cui fondamentale obiettivo sarebbe stato quello di introdurre la moneta unica: l'euro. L'UEM definì così le basi per la nascita dell'area euro proprio allo scopo di trarre beneficio dall'adozione della moneta unica, oltre che dalle varie manovre d'integrazione a livello europeo. Non si può negare che l'Europa abbia sempre considerato come ammirevole esempio l'area dollaro, un'altra area valutaria le cui origini sono piuttosto remote quindi, molto diverse dal caso europeo. Infatti, le origini dell'area dollaro risalgono alla nascita della nazione stessa degli USA, cioè circa 200 anni fa, mentre l'area euro è nata meno di un secolo fa. L'analisi dei risultati dell'area euro porta a dedurre che essa presenti molti difetti quindi, che essa non risulti un'area monetaria ottimale. Risalendo alle origini del termine di ¿area valutaria ottimale¿, si vuole descrivere l'evoluzione dei pensieri a partire da Friedman, Mundell, in seguito Mckinnon e infine Kenen che vanno a costituire la teoria delle aree valutarie ottimali o AVO. Definendo le basi di tale teoria, si analizzeranno i punti cruciali che definiscono l'ottimalità di un'area e quindi si studierà l'area euro in confronto con l'area dollaro .Verranno notate le peculiarità ma soprattutto confermate le diversità tra esse, che spiegano così i motivi per cui l'area euro non possa essere considerata come ottimale. LE AREE VALUTARIE OTTIMALI: GLI STUDI TEORICI La Teoria delle aree valutarie ottimali, a oggi considera che sia vantaggioso per un paese, aderire a una AVO, sulla base di un confronto costi-benefici. I benefici sono soprattutto di tipo microeconomico, poiché l'adesione porta a ridurre i costi di transazione e il rischio di cambio. Se le economie dei potenziali paesi membri sono molto integrate tra loro, possono esservi diversi benefici macroeconomici. Tali benefici riguardano la credibilità della politica monetaria e anche i benefici della fase di transizione, in termini di minor disoccupazione, diminuzione del tasso d'interesse e del disavanzo pubblico. I costi riguardano invece principalmente la rinuncia all'autonomia di politica monetaria, ovvero alla manovra del tasso di cambio. CRITERI DI DEFINIZIONE DI UNA AVO La teoria delle Aree Valutarie Ottimali, sviluppata da Mundell e poi approfondita da McKinnon e Kenen, ha lo scopo di definire quando, a un insieme di paesi, risulti ottimale creare un'area monetaria comune ovvero, una valuta unica e un sistema a cambi fissi, tenendo conto dei costi e benefici che ne derivano. È quindi fondamentale definire i criteri che segnano il limite tra la convenienza e la sconvenienza ad adottare una valuta unica. Questi criteri emergono dai contributi degli economisti appena descritti e sono: 1- Il grado di mobilità dei fattori, in particolare del lavoro (Mundell); 2- Grado di apertura e dimensioni dell'economia (McKinnon); 3- Diversificazione dei prodotti (Kenen); 4- Integrazione fiscale (Kenen); 5- Omogeneità nelle scelte di provvedimenti politici; 6- Integrazione interna (sentimento di esser parte dell'unione). Tale teoria e tali criteri r

Aree valutarie ottimali: euro contro dollaro

CAVALLA, MARIAPAOLA
2015/2016

Abstract

INTRODUZIONE Un'area valutaria ottimale è un insieme di paesi caratterizzati da economie fortemente integrate tra loro, e ad alta intensità di scambi di fattori per cui essi s'impegnano ad adottare rapporti di cambio fissi o relativamente stabili, al fine di trarne benefici. È così che i paesi europei, dopo aver aderito al Sistema monetario europeo, sono giunti a costituire l'Unione Economica e Monetaria, il cui fondamentale obiettivo sarebbe stato quello di introdurre la moneta unica: l'euro. L'UEM definì così le basi per la nascita dell'area euro proprio allo scopo di trarre beneficio dall'adozione della moneta unica, oltre che dalle varie manovre d'integrazione a livello europeo. Non si può negare che l'Europa abbia sempre considerato come ammirevole esempio l'area dollaro, un'altra area valutaria le cui origini sono piuttosto remote quindi, molto diverse dal caso europeo. Infatti, le origini dell'area dollaro risalgono alla nascita della nazione stessa degli USA, cioè circa 200 anni fa, mentre l'area euro è nata meno di un secolo fa. L'analisi dei risultati dell'area euro porta a dedurre che essa presenti molti difetti quindi, che essa non risulti un'area monetaria ottimale. Risalendo alle origini del termine di ¿area valutaria ottimale¿, si vuole descrivere l'evoluzione dei pensieri a partire da Friedman, Mundell, in seguito Mckinnon e infine Kenen che vanno a costituire la teoria delle aree valutarie ottimali o AVO. Definendo le basi di tale teoria, si analizzeranno i punti cruciali che definiscono l'ottimalità di un'area e quindi si studierà l'area euro in confronto con l'area dollaro .Verranno notate le peculiarità ma soprattutto confermate le diversità tra esse, che spiegano così i motivi per cui l'area euro non possa essere considerata come ottimale. LE AREE VALUTARIE OTTIMALI: GLI STUDI TEORICI La Teoria delle aree valutarie ottimali, a oggi considera che sia vantaggioso per un paese, aderire a una AVO, sulla base di un confronto costi-benefici. I benefici sono soprattutto di tipo microeconomico, poiché l'adesione porta a ridurre i costi di transazione e il rischio di cambio. Se le economie dei potenziali paesi membri sono molto integrate tra loro, possono esservi diversi benefici macroeconomici. Tali benefici riguardano la credibilità della politica monetaria e anche i benefici della fase di transizione, in termini di minor disoccupazione, diminuzione del tasso d'interesse e del disavanzo pubblico. I costi riguardano invece principalmente la rinuncia all'autonomia di politica monetaria, ovvero alla manovra del tasso di cambio. CRITERI DI DEFINIZIONE DI UNA AVO La teoria delle Aree Valutarie Ottimali, sviluppata da Mundell e poi approfondita da McKinnon e Kenen, ha lo scopo di definire quando, a un insieme di paesi, risulti ottimale creare un'area monetaria comune ovvero, una valuta unica e un sistema a cambi fissi, tenendo conto dei costi e benefici che ne derivano. È quindi fondamentale definire i criteri che segnano il limite tra la convenienza e la sconvenienza ad adottare una valuta unica. Questi criteri emergono dai contributi degli economisti appena descritti e sono: 1- Il grado di mobilità dei fattori, in particolare del lavoro (Mundell); 2- Grado di apertura e dimensioni dell'economia (McKinnon); 3- Diversificazione dei prodotti (Kenen); 4- Integrazione fiscale (Kenen); 5- Omogeneità nelle scelte di provvedimenti politici; 6- Integrazione interna (sentimento di esser parte dell'unione). Tale teoria e tali criteri r
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/20823