All'interno della presente tesi viene trattato l'utilizzo del fuoco prescritto in veste di strumento per la gestione di habitat e particolari specie di interesse faunistico. Il fuoco è uno dei principali agenti di disturbo che a scala globale determinano le dinamiche di successione della vegetazione, creando e mantenendo particolari strutture e habitat. A livello mondiale gli incendi sono tra i disturbi che più hanno subito alterazioni nei regimi dalla rivoluzione industriale ad oggi, portando diversi habitat a perdere gran parte del loro areale o a subire trasformazioni tali da non essere più idonei per la sopravvivenza delle specie naturalmente presenti. Non solo gli incendi di origine naturale hanno subito alterazioni nel loro regime, ma anche quelli antropici, tradizionalmente applicati in molte aree del globo (ad esempio le savane, le brughiere ed altri). Nella tesi è stata analizzata la possibilità di utilizzare il fuoco prescritto, eventualmente in sinergia con altri trattamenti, per ripristinare i regimi naturali o storici d'incendio e permettere la sopravvivenza di alcuni habitat e delle specie animali ad essi strettamente connesse. A tale scopo sono stati analizzati i risultati di diversi studi realizzati in habitat con profonde alterazioni nel loro regime naturale, o antropico, di incendio. Gli studi oggetto di approfondimento sono stati scelti in base ad alcune caratteristiche, ovvero che fossero stati effettuati con l'intento di ripristinare habitat di interesse faunistico, che avessero subito pesanti alterazioni o perdite di areale, che al loro interno avessero una o più specie tipiche dell'habitat su cui i trattamenti di fuoco prescritto avessero sortito degli effetti, preferibilmente positivi e che trattassero habitat differenti. Gli habitat trattati sono stati quelli tipici delle zone umide (bacini fluviali, paludi e torbiere), le foreste di pino nord-americane (Pinus palustris e P. ponderosa, ampiamente studiate) e quelli caratterizzati da scarsa presenza di vegetazione arborea e con incendi molto frequenti (praterie, macchia mediterranea e savana).

Il fuoco prescritto quale strumento di gestione per il miglioramento e la conservazione di habitat di interesse faunistico

LEONARDI, NICCOLÒ
2015/2016

Abstract

All'interno della presente tesi viene trattato l'utilizzo del fuoco prescritto in veste di strumento per la gestione di habitat e particolari specie di interesse faunistico. Il fuoco è uno dei principali agenti di disturbo che a scala globale determinano le dinamiche di successione della vegetazione, creando e mantenendo particolari strutture e habitat. A livello mondiale gli incendi sono tra i disturbi che più hanno subito alterazioni nei regimi dalla rivoluzione industriale ad oggi, portando diversi habitat a perdere gran parte del loro areale o a subire trasformazioni tali da non essere più idonei per la sopravvivenza delle specie naturalmente presenti. Non solo gli incendi di origine naturale hanno subito alterazioni nel loro regime, ma anche quelli antropici, tradizionalmente applicati in molte aree del globo (ad esempio le savane, le brughiere ed altri). Nella tesi è stata analizzata la possibilità di utilizzare il fuoco prescritto, eventualmente in sinergia con altri trattamenti, per ripristinare i regimi naturali o storici d'incendio e permettere la sopravvivenza di alcuni habitat e delle specie animali ad essi strettamente connesse. A tale scopo sono stati analizzati i risultati di diversi studi realizzati in habitat con profonde alterazioni nel loro regime naturale, o antropico, di incendio. Gli studi oggetto di approfondimento sono stati scelti in base ad alcune caratteristiche, ovvero che fossero stati effettuati con l'intento di ripristinare habitat di interesse faunistico, che avessero subito pesanti alterazioni o perdite di areale, che al loro interno avessero una o più specie tipiche dell'habitat su cui i trattamenti di fuoco prescritto avessero sortito degli effetti, preferibilmente positivi e che trattassero habitat differenti. Gli habitat trattati sono stati quelli tipici delle zone umide (bacini fluviali, paludi e torbiere), le foreste di pino nord-americane (Pinus palustris e P. ponderosa, ampiamente studiate) e quelli caratterizzati da scarsa presenza di vegetazione arborea e con incendi molto frequenti (praterie, macchia mediterranea e savana).
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