Introduction: Brugada Syndrome (BrS) is a hereditary ion channel disease predisposing young male patients to sudden death, characterized by a dynamic electrocardiogram (ECG) pattern with coved ST-segment elevation in right precordial leads, often not apparent at basal ECG assessments. Various factors such as increased vagal tone, fever and use of sodium channel-blocking medications, can either reveal or accentuate the pattern; the impact of physical activity (PA) remains unclear. Purpose: to evaluate the effects of PA on Brugada (Br) ECG pattern through the assessment of serial Holter monitoring during an average follow up of 3 years and 8 months. The main endpoints were: 1) to investigate the potential accentuation of spontaneous type 1 ECG pattern in physically active Br patients compared to the sedentary group; 2) to verify if there is a significant difference in unmasking spontaneous type 1 ECG pattern between the two groups with induced type 1 ECG; 3) to determine the prevalence of major arrhythmic events during PA. Materials and Methods: 202 Brugada patients from Brugada Piemonte registry, aged between 18 and 55 years, were enrolled in the study. Data regarding demographic information, levels of PA, basal ECG and 12-lead Holter were prospectively collected. The cutoff between trained and untrained subjects was set at 4 hours per week, defining trained individuals as "recreational athletes" according to ESC Guidelines. To assess differences between groups, the Mann-Whitney U and Chi- squared test were performed, as appropriate. Logistic regression was employed to evaluate the association between PA and the presence of the pattern, adjusted for sex and age . Results: 202 patients were included, 155 male (76.7%) with a median age of 35.5 years. 48 patients (23,7%) were trained, while 154 (76,3%) were untrained. 78 (38,6%) Br subjects showed the spontaneous type 1 pattern, 124 (61.4%) only showed the drug-induced pattern. Between trained and untrained patients, no statistically significant differences were observed regarding the prevalence of the spontaneous pattern (OR=1.71; p=0.126). In subjects presenting the drug-induced pattern, physical activity did not significantly increase neither the prevalence of the spontaneous form (p=0,637) nor the burden percentage (p=0,166). Sex and age at diagnosis were confirmed as risk factors for pattern identification. No patients reported major arrhythmic events during physical activity. Conclusions: In the sample population, physical activity does not lead to a greater unmasking of the Brugada pattern in subjects with a drug-induced type 1 pattern, nor does it increase the expression of the pattern in those who have already manifested the spontaneous form. Additionally, no patients reported major arrhythmic events during physical activity.
Introduzione: La sindrome di Brugada è una malattia dei canali ionici associata ad aumentato rischio aritmico e di morte improvvisa nei soggetti giovani. Il pattern ECG diagnostico è caratterizzato da un tratto ST sopraslivellato con morfologia a tenda nelle derivazioni precordiali destre V1-V2. L’ipertono vagale e l’aumento della temperatura corporea, spesso elicitati dall’attività fisica (AF) intensa, possono slatentizzare il pattern Brugada. Attualmente non sono disponibili dati sull’impatto dell’AF nei pazienti Brugada, pertanto le linee guida italiane ed europee ad oggi negano l’idoneità sportiva agonistica ai pazienti Brugada sintomatici o ad elevato rischio aritmico, a differenza di quelle americane che si mostrano più liberali. Obiettivi: 1) valutare se è presente una differenza, in termini di prevalenza del pattern Brugada di tipo 1, ai monitoraggi Holter eseguiti tra soggetti che praticano sport e soggetti sedentari. 2) verificare, nei pazienti con pattern ECG di tipo 1 indotto farmacologicamente, se l’attività fisica slatentizza maggiormente il pattern spontaneo. 3) determinare la prevalenza di eventi aritmici maggiori (quali aritmie ventricolari sostenute, sincope e arresto cardiaco) durante le ore di attività fisica. Materiali e Metodi: sono stati prospetticamente inclusi nello studio 202 pazienti afferenti al registro Brugada Piemonte, in particolare i soggetti seguiti presso l’ambulatorio di Cardiologia dell’ospedale Molinette di Torino. Criteri di selezione per lo studio sono stati l’età compresa tra 18 e 55 anni e la presenza di monitoraggi Holter ECG a 12 derivazioni disponibili. Sono stati quindi analizzati 518 esami Holter registrati con le derivazioni precordiali destre sia in II che in IV spazio intercostale. Il follow up medio è stato di 3 anni e 8 mesi. I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi: pazienti con pattern Brugada tipo 1 spontaneo e pazienti con pattern Brugada tipo 1 indotto. In base alle linee guida ESC, sono stati definiti “atleti” coloro che praticano almeno 4 ore di attività sportiva a settimana, e sono stati confrontati con il gruppo di “non atleti”. Le differenze tra i due gruppi sono state valutate utilizzando il test di Mann-Whitney per le variabili quantitative oppure il test del chi quadrato per le variabili qualitative. L’associazione tra AF e presenza del pattern è stata indagata tramite l’utilizzo di una regressione logistica multivariabile, aggiustando per sesso ed età. Risultati: sono stati arruolati 202 pazienti, 155 maschi e 47 femmine, e la mediana di età è di 35,5 anni. 78 soggetti (38,6%) riportavano il pattern spontaneo di tipo 1, 124 (61,4%) mostravano solo il pattern farmaco indotto. Dei soggetti con pattern Brugada tipo 1 spontaneo, 21 (26,9%) praticavano sport >4 ore/sett, mentre nei soggetti con pattern indotto gli atleti erano 27 (21,8%). Nel gruppo degli atleti, rispetto ai non atleti, non solo non aumenta né diminuisce la prevalenza del pattern spontaneo di tipo 1 (p=0,126) ma non aumenta neanche la percentuale del burden di pattern tipo 1 (p=0,166). Nei pazienti con solo pattern farmaco indotto, l’attività fisica non comporta una maggior slatentizzazione della forma spontanea (p=0,637). Durante le ore di AF, nessun paziente ha presentato eventi aritmici maggiori. Conclusioni: L’attività fisica non determina una maggior slatentizzazione del pattern Brugada nei soggetti con pattern di tipo 1 farmaco indotto e non comporta un aumento statisticamente significativo del pattern in chi ha già manifestato la forma spontanea. Inoltre, nel corso dell’attività fisica nessun paziente ha riportato eventi aritmici maggiori.
Ruolo dell'attività fisica nei pazienti con sindrome di Brugada: valutazione a lungo termine con monitoraggio Holter ECG a 12 derivazioni
ANGELINO, CARLO
2023/2024
Abstract
Introduzione: La sindrome di Brugada è una malattia dei canali ionici associata ad aumentato rischio aritmico e di morte improvvisa nei soggetti giovani. Il pattern ECG diagnostico è caratterizzato da un tratto ST sopraslivellato con morfologia a tenda nelle derivazioni precordiali destre V1-V2. L’ipertono vagale e l’aumento della temperatura corporea, spesso elicitati dall’attività fisica (AF) intensa, possono slatentizzare il pattern Brugada. Attualmente non sono disponibili dati sull’impatto dell’AF nei pazienti Brugada, pertanto le linee guida italiane ed europee ad oggi negano l’idoneità sportiva agonistica ai pazienti Brugada sintomatici o ad elevato rischio aritmico, a differenza di quelle americane che si mostrano più liberali. Obiettivi: 1) valutare se è presente una differenza, in termini di prevalenza del pattern Brugada di tipo 1, ai monitoraggi Holter eseguiti tra soggetti che praticano sport e soggetti sedentari. 2) verificare, nei pazienti con pattern ECG di tipo 1 indotto farmacologicamente, se l’attività fisica slatentizza maggiormente il pattern spontaneo. 3) determinare la prevalenza di eventi aritmici maggiori (quali aritmie ventricolari sostenute, sincope e arresto cardiaco) durante le ore di attività fisica. Materiali e Metodi: sono stati prospetticamente inclusi nello studio 202 pazienti afferenti al registro Brugada Piemonte, in particolare i soggetti seguiti presso l’ambulatorio di Cardiologia dell’ospedale Molinette di Torino. Criteri di selezione per lo studio sono stati l’età compresa tra 18 e 55 anni e la presenza di monitoraggi Holter ECG a 12 derivazioni disponibili. Sono stati quindi analizzati 518 esami Holter registrati con le derivazioni precordiali destre sia in II che in IV spazio intercostale. Il follow up medio è stato di 3 anni e 8 mesi. I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi: pazienti con pattern Brugada tipo 1 spontaneo e pazienti con pattern Brugada tipo 1 indotto. In base alle linee guida ESC, sono stati definiti “atleti” coloro che praticano almeno 4 ore di attività sportiva a settimana, e sono stati confrontati con il gruppo di “non atleti”. Le differenze tra i due gruppi sono state valutate utilizzando il test di Mann-Whitney per le variabili quantitative oppure il test del chi quadrato per le variabili qualitative. L’associazione tra AF e presenza del pattern è stata indagata tramite l’utilizzo di una regressione logistica multivariabile, aggiustando per sesso ed età. Risultati: sono stati arruolati 202 pazienti, 155 maschi e 47 femmine, e la mediana di età è di 35,5 anni. 78 soggetti (38,6%) riportavano il pattern spontaneo di tipo 1, 124 (61,4%) mostravano solo il pattern farmaco indotto. Dei soggetti con pattern Brugada tipo 1 spontaneo, 21 (26,9%) praticavano sport >4 ore/sett, mentre nei soggetti con pattern indotto gli atleti erano 27 (21,8%). Nel gruppo degli atleti, rispetto ai non atleti, non solo non aumenta né diminuisce la prevalenza del pattern spontaneo di tipo 1 (p=0,126) ma non aumenta neanche la percentuale del burden di pattern tipo 1 (p=0,166). Nei pazienti con solo pattern farmaco indotto, l’attività fisica non comporta una maggior slatentizzazione della forma spontanea (p=0,637). Durante le ore di AF, nessun paziente ha presentato eventi aritmici maggiori. Conclusioni: L’attività fisica non determina una maggior slatentizzazione del pattern Brugada nei soggetti con pattern di tipo 1 farmaco indotto e non comporta un aumento statisticamente significativo del pattern in chi ha già manifestato la forma spontanea. Inoltre, nel corso dell’attività fisica nessun paziente ha riportato eventi aritmici maggiori.File | Dimensione | Formato | |
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