The study is aimed at identifying the effect of coarse woody debris (CWD) on post-disturbance regeneration with specific reference to its protective effect against ungulate browsing. The surveys have been performed in an area damaged by Vivian storm on February 27, 1990, where deadwood was not removed. We established 45 plot (12-m radius) according to a random sampling design in order to measure the adult (pre-disturbance) population. In each sample plot we furtherly sampled deadwood and advance regeneration (concentric 6-m plots), saplings higher than 130 cm (concentric 3-m plots), and seedlings (4 1 m2 quadrans). Information on the protective effect of coarse woody debris on regeneration was collected by measuring the distance between each CWD element and regeneration. The adult stand was typical of the upper montane vegetation belt, with dominance of Norway spruce, followed by larch and Scots pine, and sporadic broadleaves. CWD was abundant (234 m3/ha), highlighting the high severity of the disturbance. Advance regeneration exhibited a decrease of larch; this species in fact is more light-demanding and can't compete under a closed canopy. Seedlings and salpigs, on the other hand, were dominated by broadleaves, with a reduction of spruce and larch reappearing. Fallen logs created a significantly more suitable environment for the establishment of seedlings. Browsing intensity decreased considerably closer to deadwood, a proof that the latter has some protective effect on the regeneration, e.g., by opposing a physical obstruction to the passage of ungulates. More evidence can be helpful in understanding this phenomenon more accurately, perhaps with the aid of spatially-explicit sampling and data on the behavior of the animals. This study can give important indications for forest management, since it evidenced that the release of logs on the ground after a disturbance can be beneficial for: (a) protection and improvement of the soil; (b) regeneration establishment, by protecting it from ungulate browsing and favoring its growth.
Il presente studio è finalizzato ad individuare quale sia l'effetto della necromassa sulla rinnovazione post-schianto, in particolare, per la sua funzione protettiva contro la fauna ungulata. I rilievi sono stati eseguiti in un area soggetto a schianto da vento, a seguito della tempesta Vivian il 27 febbraio 1990, all'interno della quale non è stata asportata la necromassa. Sono state eseguite all'interno dell'area 45 aree di saggio circolari di 12 m di raggio dove sono state rilevate le piante del popolamento adulto. All'interno sono state create tre sotto-aree: un'area concentrica di raggio 6 m dove è stata rilevata la necromassa e la rinnovazione affermata, un'area concentrica di raggio 3 m dove si è registrata la rinnovazione più alta di 1,3 m, 4 quadranti di 1 m2 dove è stata rilevata la rinnovazione di dimensione inferiore, comprese plantule e semenzali. Per avere informazioni sull'effetto protettivo della necromassa sulla rinnovazione, sono state registrate le distanze dai log di ciascun elemento di rinnovazione e i danni subiti dagli ungulati (con attenzione particolare al brucamento). Il popolamento adulto è quello tipico della vegetazione del piano montano superiore con dominanza di abete rosso, seguito da larice e pino silvestre, dove le latifoglie sono sporadiche. La necromassa presente risulta essere abbondante (234 m3/ha), evidenziando come lo schianto sia stato di elevata severità La rinnovazione affermata mostra una diminuzione del larice che per maggiori necessità di luce non riesce a competere in un popolamento privo di disturbi. La rinnovazione è invece composta prevalentemente da latifoglie, con una diminuzione sensibile dell'abete rosso mentre riappare il larice. L'analisi della rinnovazione in relazione alla distanza dalla necromassa mostra come quest'ultima crea un ambiente molto più idoneo all'insediamento delle piantine. L'analisi del brucamento mostra come la percentuale della piante brucate e l'intensità del danno si riducano sensibilmente avvicinandosi alla necromassa, sintomo che quest'ultima ha un effetto protettivo sulla rinnovazione creando un intralcio al passaggio degli ungulati. L'incremento dei dati su questo aspetto dell'ecologia forestale potranno essere utili a comprendere con maggior precisione questo fenomeno, magari con l'ausilio di rilevamenti più particolareggiati e dati più completi sul comportamento di questi animali. Questo studio può dare importanti indicazioni per la gestione selvicolturale: il rilascio di tronchi a terra dopo un disturbo può essere molto utile, in quanto ha inizialmente una funzione di protezione diretta del suolo e di miglioramento dell'insediamento della rinnovazione, proteggendola in seguito dal brucamento degli ungulati e velocizzandone la crescita.
RELAZIONE TRA NECROMASSA E RINNOVAZIONE NATURALE A DUE DECENNI DA UNO SCHIANTO DA VENTO IN UNA PECCETA DELLE ALPI OCCIDENTALI
LOMBARDO, PIETRO
2010/2011
Abstract
Il presente studio è finalizzato ad individuare quale sia l'effetto della necromassa sulla rinnovazione post-schianto, in particolare, per la sua funzione protettiva contro la fauna ungulata. I rilievi sono stati eseguiti in un area soggetto a schianto da vento, a seguito della tempesta Vivian il 27 febbraio 1990, all'interno della quale non è stata asportata la necromassa. Sono state eseguite all'interno dell'area 45 aree di saggio circolari di 12 m di raggio dove sono state rilevate le piante del popolamento adulto. All'interno sono state create tre sotto-aree: un'area concentrica di raggio 6 m dove è stata rilevata la necromassa e la rinnovazione affermata, un'area concentrica di raggio 3 m dove si è registrata la rinnovazione più alta di 1,3 m, 4 quadranti di 1 m2 dove è stata rilevata la rinnovazione di dimensione inferiore, comprese plantule e semenzali. Per avere informazioni sull'effetto protettivo della necromassa sulla rinnovazione, sono state registrate le distanze dai log di ciascun elemento di rinnovazione e i danni subiti dagli ungulati (con attenzione particolare al brucamento). Il popolamento adulto è quello tipico della vegetazione del piano montano superiore con dominanza di abete rosso, seguito da larice e pino silvestre, dove le latifoglie sono sporadiche. La necromassa presente risulta essere abbondante (234 m3/ha), evidenziando come lo schianto sia stato di elevata severità La rinnovazione affermata mostra una diminuzione del larice che per maggiori necessità di luce non riesce a competere in un popolamento privo di disturbi. La rinnovazione è invece composta prevalentemente da latifoglie, con una diminuzione sensibile dell'abete rosso mentre riappare il larice. L'analisi della rinnovazione in relazione alla distanza dalla necromassa mostra come quest'ultima crea un ambiente molto più idoneo all'insediamento delle piantine. L'analisi del brucamento mostra come la percentuale della piante brucate e l'intensità del danno si riducano sensibilmente avvicinandosi alla necromassa, sintomo che quest'ultima ha un effetto protettivo sulla rinnovazione creando un intralcio al passaggio degli ungulati. L'incremento dei dati su questo aspetto dell'ecologia forestale potranno essere utili a comprendere con maggior precisione questo fenomeno, magari con l'ausilio di rilevamenti più particolareggiati e dati più completi sul comportamento di questi animali. Questo studio può dare importanti indicazioni per la gestione selvicolturale: il rilascio di tronchi a terra dopo un disturbo può essere molto utile, in quanto ha inizialmente una funzione di protezione diretta del suolo e di miglioramento dell'insediamento della rinnovazione, proteggendola in seguito dal brucamento degli ungulati e velocizzandone la crescita.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
702042_tesi.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
7.02 MB
Formato
Adobe PDF
|
7.02 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/20115