CLINICAL-PATHOLOGICAL CORRELATION AND SURVIVAL ANALYSIS IN PATIENTS WITH BRAF-MUTATED PRIMARY CUTANEOUS MELANOMA Nowadays, mutational BRAF status’s study is common for melanoma in advanced stadium and it’s performer to obtain a prognostic and predictive data of response to the target therapy currently available. Most of the mutations are referable to the V600 codon and although the most common is the V600E, little is known about other rare mutations including V600K, present with a range from 10 to 30% of cases and V600R and V600D. The few study in literature have been performed on relatively small series (between 7 to 57 patients), with different methods and aims, and for this reasons results are sometimes conflicting. Despite that, all the studies agreed on a greater aggressiveness of melanoma expressing this mutation. Moreover, the correlation between this alteration and all the morphologic and clinical carateristics analyzed by us, has never been inquired. The aim of the tesi i sto research a link between V600K mutation and the histopathological and clinical peculiarities of the V600K-mutated melanoma in order to outline a different melanoma phenotipe in terms of morphology, prognosis and predictive response to therapy. In our study, 317 patients have been included, of which 62 with V600K mutation, observed between January 2015 and December 2021 in the Molecular Pathology Service belonging to the Pathological Anatomy Division of Città della Scienza e della Salute, following oncological request. Mutational analysis was executed with Mass Spectrometry associated to Single Base Extension technology with the SequenomMyriapodDiatechPharmacogenetics system. An internal database was then created with data relating to histological parameters, retrive from Pathological Anatomy reports, and clinical ones, including follow-up with annotation of the site and date of any first recurrence /disease progression, meaning by time of disease progression the period between the date of diagnosis and the date of first loco-regional or distant localization. We found by a uni variate analysis that, in agree with literature studies, there is a greater incidence of this mutation on head/neck site and in the older patients. On the other hand, differences were highlightened in terms of the mean diameter of the lesion between female and male patients but also according to the mutation presented. Furthermore, the correlation between V600K forms and a greater Breslow thickness, and consequently a Clark level, but also a greater frequency of ulceration compared to the V600E forms is innovative. Moreover, a higher frequency of V600K mutation has been observed in melanomas with NM histology. As reported by some studies, a link has been found between High-grade CSD and V600K. Both DFS and PFS are shorter in patients with V600K mutations compared to the V600E ones, indipendently the type of therapy administred, whether it is immunotherapy or a combination target with MEK-inhibitors. Therefor for the first time the phenotype of the patient with melanoma V600K mutated was delineated, through a correlation with clinical, pathological and disease progression parameters. This appears to be characterized by a more aggressive and unfavorable biology in terms of out come and, altough more studies are needed to confirm what has been reported, these observations lead to a better evaluation of which could be the most suitable therapeutic approach in these patients.
CORRELAZIONE CLINICO-PATOLOGICA E ANALISI DI SOPRAVVIVENZA IN PAZIENTI CON MELANOMA CUTANEO PRIMITIVO BRAF-MUTATO Lo studio dello stato mutazionale del gene BRAF è ormai routinario per il melanoma in stadio avanzato ed è eseguito per ottenere un dato prognostico e predittivo di risposta alla terapia target oggi disponibile. La maggior parte delle mutazioni sono riferibili al codone V600 e sebbene la più comune sia la V600E, poco si conosce delle altre mutazioni più rare tra cui V600K, presente con un range dal 10 al 30% dei casi e le V600R e V600D. Gli scarsi studi in letteratura sono stati eseguiti su casistiche relativamente esigue (tra 7 e 57 pazienti), con metodiche ed obiettivi diversi, e per questi motivi i risultati a volte sono tra loro contrastanti. Nonostante ciò, tutti gli studi concordano su una maggior aggressività delle forme di melanoma esprimenti questa mutazione. Inoltre, non è mai stata indagata la correlazione tra questa alterazione e tutte le caratteristiche morfologiche e cliniche da noi analizzate. L’obiettivo della tesi è quello di ricercare un nesso tra la mutazione V600K e le peculiarità istopatologiche e cliniche del melanoma V600K-mutato, al fine di delineare un fenotipo di melanoma diverso sotto il profilo morfologico, prognostico e predittivo di risposta alla terapia. Nel nostro studio, sono stati inclusi 317 pazienti, di cui 62 con mutazione V600K, osservati tra il Gennaio 2015 e Dicembre 2021 presso il Servizio di Patologia Molecolare afferente alla Divisione di Anatomia Patologica della Città della Scienza e della Salute, a seguito di richiesta oncologica. L’analisi mutazionale è stata effettuata mediante Spettrometria di Massa associata alla tecnologia Single Base Extension con il sistema SequenomMyriapodDiatechPharmacogenetics. È stato quindi creato un database interno con i dati relativi ai parametri istologici, recuperati dai referti dell’Anatomia Patologica, e quelli clinici, tra cui il follow-up con annotazione della sede e data di eventuale prima recidiva/progressione di malattia, intendendo per tempo di progressione di malattia il periodo intercorso tra la data di diagnosi e la data di prima localizzazione loco-regionale o a distanza. Abbiamo riscontrato tramite analisi univariate che, in accordo con gli studi presenti in letteratura, c’è una maggior incidenza di questa mutazione al livello del distretto testa-collo e nell’età avanzata. Si sono invece evidenziate differenze a livello del diametro medio delle lesioni tra i pazienti di sesso femminile e maschile ma anche in base alla mutazione presentata. Inoltre, è innovativa la correlazione tra le forme V600K e un maggiore spessore di Breslow, e di conseguenza un livello di Clark, ma anche una maggior frequenza di ulcerazione rispetto alle forme V600E. Oltre a ciò, è stato osservato una maggior frequenza della mutazione V600K nei melanomi con istotipo NM. È stato rilevato, come riportano alcuni studi, un nesso tra un CSD di alto grado e V600K. Sia la DFS sia la PFS sono minori nei pazienti con mutazione V600K rispetto ai pazienti con V600E, indipendentemente dal tipo di terapia somministrata, sia essa immunoterapia o una target di combinazione con i MEK-inibitori. È stato quindi delineato per la prima volta, attraverso una correlazione con parametri clinici, patologici e di progressione di malattia, il fenotipo del paziente con melanoma BRAF-mutato V600K. Questo risulta essere caratterizzato da una biologia più aggressiva e sfavorevole in termini di outcome e, sebbene siano necessari altri studi per confermare quanto riportato, queste osservazioni portano a meglio valutare quale possa essere l’approccio terapeutico più idoneo in questi pazienti.
Correlazione clinico-patologica e analisi di sopravvivenza in pazienti con melanoma cutaneo primitivo BRAF-mutato
CHIARIGLIONE, MARCO
2022/2023
Abstract
CORRELAZIONE CLINICO-PATOLOGICA E ANALISI DI SOPRAVVIVENZA IN PAZIENTI CON MELANOMA CUTANEO PRIMITIVO BRAF-MUTATO Lo studio dello stato mutazionale del gene BRAF è ormai routinario per il melanoma in stadio avanzato ed è eseguito per ottenere un dato prognostico e predittivo di risposta alla terapia target oggi disponibile. La maggior parte delle mutazioni sono riferibili al codone V600 e sebbene la più comune sia la V600E, poco si conosce delle altre mutazioni più rare tra cui V600K, presente con un range dal 10 al 30% dei casi e le V600R e V600D. Gli scarsi studi in letteratura sono stati eseguiti su casistiche relativamente esigue (tra 7 e 57 pazienti), con metodiche ed obiettivi diversi, e per questi motivi i risultati a volte sono tra loro contrastanti. Nonostante ciò, tutti gli studi concordano su una maggior aggressività delle forme di melanoma esprimenti questa mutazione. Inoltre, non è mai stata indagata la correlazione tra questa alterazione e tutte le caratteristiche morfologiche e cliniche da noi analizzate. L’obiettivo della tesi è quello di ricercare un nesso tra la mutazione V600K e le peculiarità istopatologiche e cliniche del melanoma V600K-mutato, al fine di delineare un fenotipo di melanoma diverso sotto il profilo morfologico, prognostico e predittivo di risposta alla terapia. Nel nostro studio, sono stati inclusi 317 pazienti, di cui 62 con mutazione V600K, osservati tra il Gennaio 2015 e Dicembre 2021 presso il Servizio di Patologia Molecolare afferente alla Divisione di Anatomia Patologica della Città della Scienza e della Salute, a seguito di richiesta oncologica. L’analisi mutazionale è stata effettuata mediante Spettrometria di Massa associata alla tecnologia Single Base Extension con il sistema SequenomMyriapodDiatechPharmacogenetics. È stato quindi creato un database interno con i dati relativi ai parametri istologici, recuperati dai referti dell’Anatomia Patologica, e quelli clinici, tra cui il follow-up con annotazione della sede e data di eventuale prima recidiva/progressione di malattia, intendendo per tempo di progressione di malattia il periodo intercorso tra la data di diagnosi e la data di prima localizzazione loco-regionale o a distanza. Abbiamo riscontrato tramite analisi univariate che, in accordo con gli studi presenti in letteratura, c’è una maggior incidenza di questa mutazione al livello del distretto testa-collo e nell’età avanzata. Si sono invece evidenziate differenze a livello del diametro medio delle lesioni tra i pazienti di sesso femminile e maschile ma anche in base alla mutazione presentata. Inoltre, è innovativa la correlazione tra le forme V600K e un maggiore spessore di Breslow, e di conseguenza un livello di Clark, ma anche una maggior frequenza di ulcerazione rispetto alle forme V600E. Oltre a ciò, è stato osservato una maggior frequenza della mutazione V600K nei melanomi con istotipo NM. È stato rilevato, come riportano alcuni studi, un nesso tra un CSD di alto grado e V600K. Sia la DFS sia la PFS sono minori nei pazienti con mutazione V600K rispetto ai pazienti con V600E, indipendentemente dal tipo di terapia somministrata, sia essa immunoterapia o una target di combinazione con i MEK-inibitori. È stato quindi delineato per la prima volta, attraverso una correlazione con parametri clinici, patologici e di progressione di malattia, il fenotipo del paziente con melanoma BRAF-mutato V600K. Questo risulta essere caratterizzato da una biologia più aggressiva e sfavorevole in termini di outcome e, sebbene siano necessari altri studi per confermare quanto riportato, queste osservazioni portano a meglio valutare quale possa essere l’approccio terapeutico più idoneo in questi pazienti.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/2011