Assistenza infermieristica al malato nella fase terminale della vita: strategie di relazione d'aiuto

Reflection on the importance of the helping relationship to the most fragile, suffering from incurable diseases. Palliative care assistance, provided in hospice, is examined to ensure the best possible quality of life, through well-defined, standardized interventions aimed at the humanization of care. These methods can be used by the nurse in order to: maintaining, respecting the life and will of the patient, considering him a human being until death; improving terminal symptoms by offering relief, evaluating disproportionate treatments aimed at postponing death; integrating the technique of palliative care with the ethics of accompaniment to a happy death through human warmth, allowing the dying to live with dignity the time that remains; knowing how to manage the suffering of the patient and the family, with effective collaboration and empathic, truthful communication, through active listening; ensure continuous participation in treatment, paying attention to the environment and wishes of the sick person; enhance the autonomy and freedom of choice of the dying on end-of-life decisions, regarding values, beliefs, projects, expressed emotions; provide psychological help, spiritual comfort, closeness, avoiding loneliness and spatial, temporal, relational isolation. Therefore, for better therapeutic success it is important that the nurse must know how to do and know how to be, through a reflective and holistic approach to taking care rather than healing, developing a good relationship of trust with the patient and the family. On the contrary, carelessness and lack of respect degrade the patients dignity, influencing the qualitative results of the nursing service and professional gratification.

Riflessione sull’importanza della relazione d’aiuto ai più fragili, affetti da malattie inguaribili. Viene esaminata l’assistenza di cure palliative, erogata in hospice, per garantire la miglior qualità di vita possibile, mediante interventi ben definiti, standardizzati, mirati all’umanizzazione delle cure. Tali modalità, possono essere usufruite dall’infermiere al fine di: mantenere, rispettare la vita e volontà del malato, considerandolo un essere umano sino alla morte; migliorare la sintomatologia terminale offrendo sollievo, valutando i trattamenti sproporzionati, volti a posticipare il decesso; integrare alla tecnica delle cure palliative, l’etica dell’accompagnamento alla buona morte mediante calore umano, permettendo al morente di vivere con dignità, il tempo che gli resta; saper gestire la sofferenza del malato e famiglia, con un’efficace collaborazione e comunicazione empatica, veritiera, mediante l’ascolto attivo; garantire partecipazione continua alle cure, ponendo l’attenzione all’ambiente e desideri del malato; valorizzare l’autonomia e libertà di scelta del morente sulle decisioni di fine vita, in merito a valori, credenze, progetti, emozioni espresse; fornire aiuto psicologico, conforto spirituale, vicinanza, evitando solitudine ed isolamento spaziale, temporale, relazionale. Quindi, per una migliore riuscita terapeutica è importante che l’infermiere debba saper fare e saper essere, attraverso un approccio riflessivo ed olistico al prendersi cura piuttosto che al guarire, sviluppando un buon rapporto di fiducia con il malato e la famiglia. Al contrario, la noncuranza, il mancato rispetto, degrada la dignità del malato, influenzando i risultati qualitativi del servizio infermieristico e la gratificazione professionale.