I trattati bilaterali d'investimento (BITs) sono uno strumento di diritto internazionale creato alla fine degli anni cinquanta, che ha conosciuto un poderoso sviluppo nel corso degli ultimi vent'anni. Questi accordi bilaterali tra stati condividono una caratteristica comune: sono definibili come strumenti di diritto atti alla stabilizzazione delle relazioni che intercorrono tra il settore pubblico di uno stato e gli investitori privati stranieri. Di conseguenza la loro vera natura giace in un luogo intermedio tra i contratti tra privati e i trattati che creano relazioni giuridiche tra gli stati. Essi infatti sono trattati, e come tali possono essere firmati e ratificati solamente dagli stati. Tuttavia, a differenza di molti altri accordi tra stati sovrani, il loro impatto ricade principalmente sugli investitori privati aventi la nazionalità di uno dei due stati parte. Questo aspetto mette in luce l'estrema attualità dei trattati bilaterali d'investimento nel panorama economico internazionale. A riprova di quanto detto è sufficiente notare come nel 1959 esistesse un unico BIT, siglato da Germania e Pakistan. Nel 1970 il numero di trattati bilaterali d'investimento era salito a 83, mentre nel 2009 la United Nations Conference on Trade and Development (UNCTAD) ha stimato che il numero totale di BITs in vigore fosse 2.676. Questa tesi si propone di esplorare criticamente le ragioni e i passaggi che hanno portato all'odierna proliferazione dei BITs. In particolare, verranno esplorate le problematiche relative ai principali standard sostanziali che costituiscono la protezioni cardinali offerte dai trattati agli investitori. Saranno poi analizzati gli aspetti procedurali e le dinamiche giuridiche che ampliano lo scopo originario dei BITs permettendo l'internazionalizzazione di controversie altrimenti contrattuali. Dal punto di vista dell'analisi economica invece, l'attenzione ricadrà sul dibattito relativo alla portata liberalizzatrice dei BITs e sulla natura della relazione che li lega all'IDE degli stati firmatari. Inoltre, verrà affrontato il dibattito che vede i BITs come perfetti sostituti delle riforme istituzionali interne non ancora implementate dagli stati che ospitano l'investimento. La dissertazione sarà articolata su una struttura che prevede cinque capitoli. Il primo sarà dedicato all'analisi dei trattati bilaterali d'investimento da un punto di vista storico. Il secondo affronterà la loro dimensione sostanziale e si addentrerà dunque nei contenuti legali e negli standard di garanzia assicurati dai trattati stessi. La terza parte atterrà invece alla dimensione procedurale e dunque alle problematiche relative ai procedimenti arbitrali, che sono l'elemento principe dei sistemi di risoluzione delle controversie presenti nei BITs. Il quarto capitolo della dissertazione sarà invece dedicato all'analisi empirica dei flussi d'investimento e cercherà di contribuire a dirimere il quesito sull'effettiva natura catalizzante dei BITs in rispetto all'attrazione d'investimenti diretti esteri negli stati firmatari. La quinta e ultima parte sarà dedicata alla prospettiva di un trattato multilaterale d'investimento come piattaforma effettiva e definitiva di regolazione degli investimenti internazionali.

Aspetti Giuridici ed Economici dei Trattati Bilaterali d'Investimento

CASTINO, GIOVANNIMARIA
2011/2012

Abstract

I trattati bilaterali d'investimento (BITs) sono uno strumento di diritto internazionale creato alla fine degli anni cinquanta, che ha conosciuto un poderoso sviluppo nel corso degli ultimi vent'anni. Questi accordi bilaterali tra stati condividono una caratteristica comune: sono definibili come strumenti di diritto atti alla stabilizzazione delle relazioni che intercorrono tra il settore pubblico di uno stato e gli investitori privati stranieri. Di conseguenza la loro vera natura giace in un luogo intermedio tra i contratti tra privati e i trattati che creano relazioni giuridiche tra gli stati. Essi infatti sono trattati, e come tali possono essere firmati e ratificati solamente dagli stati. Tuttavia, a differenza di molti altri accordi tra stati sovrani, il loro impatto ricade principalmente sugli investitori privati aventi la nazionalità di uno dei due stati parte. Questo aspetto mette in luce l'estrema attualità dei trattati bilaterali d'investimento nel panorama economico internazionale. A riprova di quanto detto è sufficiente notare come nel 1959 esistesse un unico BIT, siglato da Germania e Pakistan. Nel 1970 il numero di trattati bilaterali d'investimento era salito a 83, mentre nel 2009 la United Nations Conference on Trade and Development (UNCTAD) ha stimato che il numero totale di BITs in vigore fosse 2.676. Questa tesi si propone di esplorare criticamente le ragioni e i passaggi che hanno portato all'odierna proliferazione dei BITs. In particolare, verranno esplorate le problematiche relative ai principali standard sostanziali che costituiscono la protezioni cardinali offerte dai trattati agli investitori. Saranno poi analizzati gli aspetti procedurali e le dinamiche giuridiche che ampliano lo scopo originario dei BITs permettendo l'internazionalizzazione di controversie altrimenti contrattuali. Dal punto di vista dell'analisi economica invece, l'attenzione ricadrà sul dibattito relativo alla portata liberalizzatrice dei BITs e sulla natura della relazione che li lega all'IDE degli stati firmatari. Inoltre, verrà affrontato il dibattito che vede i BITs come perfetti sostituti delle riforme istituzionali interne non ancora implementate dagli stati che ospitano l'investimento. La dissertazione sarà articolata su una struttura che prevede cinque capitoli. Il primo sarà dedicato all'analisi dei trattati bilaterali d'investimento da un punto di vista storico. Il secondo affronterà la loro dimensione sostanziale e si addentrerà dunque nei contenuti legali e negli standard di garanzia assicurati dai trattati stessi. La terza parte atterrà invece alla dimensione procedurale e dunque alle problematiche relative ai procedimenti arbitrali, che sono l'elemento principe dei sistemi di risoluzione delle controversie presenti nei BITs. Il quarto capitolo della dissertazione sarà invece dedicato all'analisi empirica dei flussi d'investimento e cercherà di contribuire a dirimere il quesito sull'effettiva natura catalizzante dei BITs in rispetto all'attrazione d'investimenti diretti esteri negli stati firmatari. La quinta e ultima parte sarà dedicata alla prospettiva di un trattato multilaterale d'investimento come piattaforma effettiva e definitiva di regolazione degli investimenti internazionali.
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