Il presente lavoro di tesi si propone di analizzare approfonditamente il reato di maltrattamenti in famiglia o verso fanciulli disciplinato dall'art. 572 c.p. L'analisi, inizia dall'esame del reato in questione nei codici preunitari e nel codice Zanardelli, per poi soffermarsi su quelli che sono gli elementi oggettivi e soggettivi della fattispecie (la condotta, le circostanze aggravanti speciali e le aggravanti e attenuanti comuni, la questione del suicidio della vittima di maltrattamenti, la necessarietà del dolo come elemento soggettivo del reato e il concorso di questa fattispecie con altre figure di reato). Per analizzare il reato in questione si è ritenuto opportuno approfondire il concetto di famiglia a cui il diritto penale fa riferimento, perchè, non essendo prevista una definizione unitaria in questo senso, è necessario delimitare l'ambito di applicazione della norma di maltrattamenti in famiglia o verso fanciulli. Sono stati poi evidenziati due aspetti che negli ultimi anni sono sorti in merito all'applicazione dell'art. 572 c.p., ovvero l'impiego di minori nell'accattonaggio e il dare o meno rilevanza al fattore culturale nel compiere il reato di maltrattamenti in famiglia. L'art. 572 c.p. è poi stato confrontato con la norma prevista all'art. 571 c.p.: due norme che fin dal passato sono state accostate, per la loro vicinanza, ma anche perchè presentano molte caratteristiche comuni. E' stato poi evidenziato come dottrina e giurisprudenza abbiano cercato di indicare degli elementi su cui basarsi nell'individuare l'ambito applicativo dell'una o dell'altra fattispecie. L'art. 571 c.p., che disciplina il reato di abuso dei mezzi di correzione o di disciplina, è considerato ormai anacronistico, poichè nell'attuale contesto sociale non può essere ammessa la liceità di mezzi correttivi o disciplinari; motivo per cui si auspica l'abrogazione di questa norma, che registra comunque una forte disapplicazione. infine è stato analizzato il quadro normativo che si è delineato nel 2001 con le leggi n. 149 e n. 154, a tutela delle vittime di violenza domestica, espressione che comprende anche i reati previsti dagli artt. 571 e 572 c.p.

MALTRATTAMENTI IN FAMIGLIA E DIRITTO PENALE

LOPRIORE, VALENTINA
2010/2011

Abstract

Il presente lavoro di tesi si propone di analizzare approfonditamente il reato di maltrattamenti in famiglia o verso fanciulli disciplinato dall'art. 572 c.p. L'analisi, inizia dall'esame del reato in questione nei codici preunitari e nel codice Zanardelli, per poi soffermarsi su quelli che sono gli elementi oggettivi e soggettivi della fattispecie (la condotta, le circostanze aggravanti speciali e le aggravanti e attenuanti comuni, la questione del suicidio della vittima di maltrattamenti, la necessarietà del dolo come elemento soggettivo del reato e il concorso di questa fattispecie con altre figure di reato). Per analizzare il reato in questione si è ritenuto opportuno approfondire il concetto di famiglia a cui il diritto penale fa riferimento, perchè, non essendo prevista una definizione unitaria in questo senso, è necessario delimitare l'ambito di applicazione della norma di maltrattamenti in famiglia o verso fanciulli. Sono stati poi evidenziati due aspetti che negli ultimi anni sono sorti in merito all'applicazione dell'art. 572 c.p., ovvero l'impiego di minori nell'accattonaggio e il dare o meno rilevanza al fattore culturale nel compiere il reato di maltrattamenti in famiglia. L'art. 572 c.p. è poi stato confrontato con la norma prevista all'art. 571 c.p.: due norme che fin dal passato sono state accostate, per la loro vicinanza, ma anche perchè presentano molte caratteristiche comuni. E' stato poi evidenziato come dottrina e giurisprudenza abbiano cercato di indicare degli elementi su cui basarsi nell'individuare l'ambito applicativo dell'una o dell'altra fattispecie. L'art. 571 c.p., che disciplina il reato di abuso dei mezzi di correzione o di disciplina, è considerato ormai anacronistico, poichè nell'attuale contesto sociale non può essere ammessa la liceità di mezzi correttivi o disciplinari; motivo per cui si auspica l'abrogazione di questa norma, che registra comunque una forte disapplicazione. infine è stato analizzato il quadro normativo che si è delineato nel 2001 con le leggi n. 149 e n. 154, a tutela delle vittime di violenza domestica, espressione che comprende anche i reati previsti dagli artt. 571 e 572 c.p.
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