La mia Tesi si propone di analizzare la figura del non tele-spettatore: colui il quale sceglie di non guardare la televisione. L'idea di partenza consisteva nel verificare l'ipotesi secondo cui, in un pensiero comune, guardare la televisione significherebbe essere poco profondi intellettualmente, per via del basso livello culturale dei programmi offerti. Pur mantenendo e cercando di dimostrare questa ipotesi, ho pensato di non concentrarmi sui contenuti televisivi bensì sul rapporto spettatore-televisione: nello specifico, la mia attenzione si è rivolta verso coloro che hanno scelto di non consumare televisione: i non tele-spettatori. Attraverso una serie di interviste ad alcuni di essi, dodici in totale, ho cercato di capire i motivi che con i quali essi motivavano la rinuncia alla visione della televisione e se la loro scelta fosse in qualche modo correlata all'ipotesi di partenza. L'argomento non è trattato da alcuna pubblicazione che si occupi di media e televisione. Ho scelto di seguire ugualmente quest'idea proprio per dimostrare l'esistenza di questo fenomeno che, come si potrà vedere leggendo il lavoro, può essere legittimamente considerato in crescita, nonostante nessuno studio di settore lo prenda concretamente in considerazione. La Tesi si compone di quattro capitoli ed è divisa idealmente in tre parti. All'interno della prima, identificabile con il capitolo uno, ho provato ad inquadrare l'oggetto della ricerca all'interno delle fasi che hanno caratterizzato la storia della televisione in Italia e ho analizzato alcune indagini statistiche ISTAT focalizzandomi specificatamente su due, utili per quantificare il consumo televisivo nel nostro paese. Le due indagini scelte, inoltre, hanno caratteristiche specifiche che le rendono importanti per il lavoro di ricerca svolto per questa Tesi. La seconda parte, identificabile con il capitolo due, è dedicata all'analisi di alcuni saggi della letteratura di riferimento. Le pubblicazioni sono per lo più recenti e si occupano di analizzare la televisione contemporanea e capire a quale futuro sia destinata, se paragonata alle nuove tecnologie domestiche in crescita negli ultimi anni. Alcuni di questi saggi sono incentrati sul concetto di ¿crisi della televisione¿, derivato dalla constatazione che il declino dei contenuti televisivi oggi esistenti sia inesorabile e che porti alla disaffezione dei consumatori nei confronti della televisione stessa. Altri saggi analizzati, invece, si occupano di prevedere un futuro per la televisione cercando di capire se la sua importanza all'interno della quotidianità degli utenti sarà immutata. Nessun saggio citato nel secondo capitolo è esplicitamente dedicato all'oggetto della Tesi, i non tele-spettatori. Non avendo trovato alcun testo di riferimento in merito, ho scelto di utilizzare pubblicazioni che abbiano sviluppato un'analisi della televisione coerente con la mia Tesi, i cui autori fossero tendenti, cioè, a considerare la televisione in forma negativa e quindi vicina al pensiero di coloro che rinunciano alla visione. Nella terza e ultima parte della Tesi, identificabile con i capitoli tre e quattro, ho presentato e analizzato le interviste ai non tele-spettatori, svolte in parallelo con l'analisi della letteratura e la stesura dell'elaborato. Al termine della Tesi, in accordo con la mia relatrice, ho scelto di pubblicare un'Appendice contenente la completa sbobinatura delle interviste, già parzialmente riportate in forma frammentaria all'interno del quarto capitolo. Il motivo principale di questa scelta è stato di rendere possibile la lettura integrale dell'intervista seguendone la logica di svolgimento. Ho ritenuto altresì importante che i passaggi delle interviste non citati nel capitolo, ma comunque rilevanti per lo svolgimento delle stesse, risultassero presenti all'interno di questo lavoro.
Il non tele-spettatore: un fenomeno nella storia della televisione italiana.
GHIDELLA, MATTEO
2010/2011
Abstract
La mia Tesi si propone di analizzare la figura del non tele-spettatore: colui il quale sceglie di non guardare la televisione. L'idea di partenza consisteva nel verificare l'ipotesi secondo cui, in un pensiero comune, guardare la televisione significherebbe essere poco profondi intellettualmente, per via del basso livello culturale dei programmi offerti. Pur mantenendo e cercando di dimostrare questa ipotesi, ho pensato di non concentrarmi sui contenuti televisivi bensì sul rapporto spettatore-televisione: nello specifico, la mia attenzione si è rivolta verso coloro che hanno scelto di non consumare televisione: i non tele-spettatori. Attraverso una serie di interviste ad alcuni di essi, dodici in totale, ho cercato di capire i motivi che con i quali essi motivavano la rinuncia alla visione della televisione e se la loro scelta fosse in qualche modo correlata all'ipotesi di partenza. L'argomento non è trattato da alcuna pubblicazione che si occupi di media e televisione. Ho scelto di seguire ugualmente quest'idea proprio per dimostrare l'esistenza di questo fenomeno che, come si potrà vedere leggendo il lavoro, può essere legittimamente considerato in crescita, nonostante nessuno studio di settore lo prenda concretamente in considerazione. La Tesi si compone di quattro capitoli ed è divisa idealmente in tre parti. All'interno della prima, identificabile con il capitolo uno, ho provato ad inquadrare l'oggetto della ricerca all'interno delle fasi che hanno caratterizzato la storia della televisione in Italia e ho analizzato alcune indagini statistiche ISTAT focalizzandomi specificatamente su due, utili per quantificare il consumo televisivo nel nostro paese. Le due indagini scelte, inoltre, hanno caratteristiche specifiche che le rendono importanti per il lavoro di ricerca svolto per questa Tesi. La seconda parte, identificabile con il capitolo due, è dedicata all'analisi di alcuni saggi della letteratura di riferimento. Le pubblicazioni sono per lo più recenti e si occupano di analizzare la televisione contemporanea e capire a quale futuro sia destinata, se paragonata alle nuove tecnologie domestiche in crescita negli ultimi anni. Alcuni di questi saggi sono incentrati sul concetto di ¿crisi della televisione¿, derivato dalla constatazione che il declino dei contenuti televisivi oggi esistenti sia inesorabile e che porti alla disaffezione dei consumatori nei confronti della televisione stessa. Altri saggi analizzati, invece, si occupano di prevedere un futuro per la televisione cercando di capire se la sua importanza all'interno della quotidianità degli utenti sarà immutata. Nessun saggio citato nel secondo capitolo è esplicitamente dedicato all'oggetto della Tesi, i non tele-spettatori. Non avendo trovato alcun testo di riferimento in merito, ho scelto di utilizzare pubblicazioni che abbiano sviluppato un'analisi della televisione coerente con la mia Tesi, i cui autori fossero tendenti, cioè, a considerare la televisione in forma negativa e quindi vicina al pensiero di coloro che rinunciano alla visione. Nella terza e ultima parte della Tesi, identificabile con i capitoli tre e quattro, ho presentato e analizzato le interviste ai non tele-spettatori, svolte in parallelo con l'analisi della letteratura e la stesura dell'elaborato. Al termine della Tesi, in accordo con la mia relatrice, ho scelto di pubblicare un'Appendice contenente la completa sbobinatura delle interviste, già parzialmente riportate in forma frammentaria all'interno del quarto capitolo. Il motivo principale di questa scelta è stato di rendere possibile la lettura integrale dell'intervista seguendone la logica di svolgimento. Ho ritenuto altresì importante che i passaggi delle interviste non citati nel capitolo, ma comunque rilevanti per lo svolgimento delle stesse, risultassero presenti all'interno di questo lavoro.File | Dimensione | Formato | |
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