¿Storia e giornalismo¿. La cosa importante è la ¿E¿ congiunzione che lega i due concetti: non ¿Storia del giornalismo¿ come si è soliti considerare, ma rapporto tra gli eventi di portata storica e l'informazione. Storia e informazione si sono, nel corso dei decenni, strettamente collegati, quasi da essere considerati dipendenti e influenti l'uno da e sull'altro. Considerando l'informazione come fonte storica, tutto quello che vi rientra è davvero la Storia?O sono Storia e devono essere considerati tali anche quei fatti che non hanno interessato quotidiani e lettori?Hanno anch'essi una loro legittimità, una ragione per essere ricordati e il diritto di essere considerati Storia e di essere riconsegnati alla Memoria di un intero Paese?È opportuno chiedersi questo, dal momento che tali fatti non costituiranno solo un mezzo per comprendere il presente, ma entreranno o non entreranno a pieno titolo all'interno della nostra memoria e della nostra percezione della Storia. La scelta di prendere in esame il caso di Peppino Impastato per dimostrare come sia forte il legame tra la Storia e il giornalismo nasce innanzitutto dalla particolarità di questa vicenda, nonché dal ruolo estremamente importante, ricoperto dagli organi di informazione nella costruzione della memoria di questo omicidio avvenuto il 9 maggio 1978. L'immediata comunicazione che venne data all'indomani della sua uccisione, fu che era un terrorista, che si era fatto saltare sui binari con una sorta di pretesa suicida, mentre stava preparando un attentato. Certi giornali, certa magistratura, catalogarono quel delitto di mafia come un incidente occorso ad un terrorista che stava per compiere un attentato nello stesso giorno in cui le Brigate Rosse restituivano agli italiani il cadavere di Aldo Moro. Chiaramente le indagini su Peppino Impastato furono inquinate nel tentativo di non volerne riconoscere la matrice mafiosa ed è proprio questo l'elemento importante ai fini di questa ricerca: il ruolo ricoperto dall'informazione nella cancellazione o distorsione della sua Memoria, nel far passare come vera una versione dei fatti difforme dalla Realtà. Per anni si è dato credito alle notizie che hanno costruito R2, una realtà altra rispetto a quella vera, ma che nonostante questo è entrata di diritto nella Storia, e nella Memoria. Malgrado la lotta della famiglia, quella rappresentazione della realtà è stata considerata a tutti gli effetti come la realtà pura, indiscutibile. Ciò non significa però che la storia di Peppino non esistesse prima di essere portata alla luce e di ottenere la diffusione meritata; al contrario, essa è sempre esistita e soprattutto è sempre stata ¿vera¿, non verosimile come quella che, in realtà l'ha sostituita per lungo tempo. A compiere la giusta sostituzione è stata, a distanza di molti anni, quella che qua è stata definita ¿la forza della memoria¿, il desiderio di affermare la verità, quella piena e fedele a quanto avvenuto.Ma tutto sarebbe stato più semplice se il ¿potere dell'informazione¿ fosse stato finalizzato alla diffusione della Storia reale, ufficiale; diventando in quel caso ¿forza¿, ovviamente positiva, che avrebbe permesso alla memoria di affermarsi tra l'opinione pubblica senza dover affrontare troppe difficoltà. In questo caso la ¿memoria¿ avrebbe potuto mettere in pratica il suo ¿potere¿ e a differenza di quello dell'informazione, questo sarebbe stato sicuramente più utile perché avrebbe contribuito alla creazione di una società più consapevole.
STORIA E GIORNALISMO. PEPPINO IMPASTATO: DA TERRORISTA A SIMBOLO DELLA LOTTA CONTRO LA MAFIA. IL POTERE DELL'INFORMAZIONE E LA FORZA DELLA MEMORIA.
DELLA CROCE, SIMONA
2010/2011
Abstract
¿Storia e giornalismo¿. La cosa importante è la ¿E¿ congiunzione che lega i due concetti: non ¿Storia del giornalismo¿ come si è soliti considerare, ma rapporto tra gli eventi di portata storica e l'informazione. Storia e informazione si sono, nel corso dei decenni, strettamente collegati, quasi da essere considerati dipendenti e influenti l'uno da e sull'altro. Considerando l'informazione come fonte storica, tutto quello che vi rientra è davvero la Storia?O sono Storia e devono essere considerati tali anche quei fatti che non hanno interessato quotidiani e lettori?Hanno anch'essi una loro legittimità, una ragione per essere ricordati e il diritto di essere considerati Storia e di essere riconsegnati alla Memoria di un intero Paese?È opportuno chiedersi questo, dal momento che tali fatti non costituiranno solo un mezzo per comprendere il presente, ma entreranno o non entreranno a pieno titolo all'interno della nostra memoria e della nostra percezione della Storia. La scelta di prendere in esame il caso di Peppino Impastato per dimostrare come sia forte il legame tra la Storia e il giornalismo nasce innanzitutto dalla particolarità di questa vicenda, nonché dal ruolo estremamente importante, ricoperto dagli organi di informazione nella costruzione della memoria di questo omicidio avvenuto il 9 maggio 1978. L'immediata comunicazione che venne data all'indomani della sua uccisione, fu che era un terrorista, che si era fatto saltare sui binari con una sorta di pretesa suicida, mentre stava preparando un attentato. Certi giornali, certa magistratura, catalogarono quel delitto di mafia come un incidente occorso ad un terrorista che stava per compiere un attentato nello stesso giorno in cui le Brigate Rosse restituivano agli italiani il cadavere di Aldo Moro. Chiaramente le indagini su Peppino Impastato furono inquinate nel tentativo di non volerne riconoscere la matrice mafiosa ed è proprio questo l'elemento importante ai fini di questa ricerca: il ruolo ricoperto dall'informazione nella cancellazione o distorsione della sua Memoria, nel far passare come vera una versione dei fatti difforme dalla Realtà. Per anni si è dato credito alle notizie che hanno costruito R2, una realtà altra rispetto a quella vera, ma che nonostante questo è entrata di diritto nella Storia, e nella Memoria. Malgrado la lotta della famiglia, quella rappresentazione della realtà è stata considerata a tutti gli effetti come la realtà pura, indiscutibile. Ciò non significa però che la storia di Peppino non esistesse prima di essere portata alla luce e di ottenere la diffusione meritata; al contrario, essa è sempre esistita e soprattutto è sempre stata ¿vera¿, non verosimile come quella che, in realtà l'ha sostituita per lungo tempo. A compiere la giusta sostituzione è stata, a distanza di molti anni, quella che qua è stata definita ¿la forza della memoria¿, il desiderio di affermare la verità, quella piena e fedele a quanto avvenuto.Ma tutto sarebbe stato più semplice se il ¿potere dell'informazione¿ fosse stato finalizzato alla diffusione della Storia reale, ufficiale; diventando in quel caso ¿forza¿, ovviamente positiva, che avrebbe permesso alla memoria di affermarsi tra l'opinione pubblica senza dover affrontare troppe difficoltà. In questo caso la ¿memoria¿ avrebbe potuto mettere in pratica il suo ¿potere¿ e a differenza di quello dell'informazione, questo sarebbe stato sicuramente più utile perché avrebbe contribuito alla creazione di una società più consapevole.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/19958