Partendo dall'analisi di una serie di miti originari degli indigeni pipiles di El Salvador espressi in lingua náhuat, raccolti dall'antropologo tedesco Leonhard Schultze-Jena nel 1930 a Izalco (zona occidentale di El Salvador, dipartimento di Sonsonate) e di alcune narrazioni più recenti ascoltate a Cantón Pushtan, frazione di Nahuizalco (a pochi chilometri da Izalco), questo lavoro intende evidenziare il lavoro di conservazione, elaborazione e narrazione che la comunità pipil ha operato nel tempo rendendo i miti strumento per una rappresentazione simbolica dei rapporti di forza tra i diversi poteri legittimati e/o subiti dai pipiles. I miti trascritti da Schultze-Jena riguardano: - l'origine dei ¿Ragazzi della Pioggia¿ e il ritrovamento del mais - l'origine di cacao e banane - l'origine degli animali sulla terra - il ciclo dell'acqua I testi ascoltati nel 2005 comprendono, tra gli altri: - un racconto che ripropone la parte iniziale del mito sull'origine dei Ragazzi della Pioggia già trascritto da Schultze-Jena nel 1930 - incontri con personaggi mitologici come la Siguanaba e il Cadejo; Dimensione storica e strutturale (in senso sociale) del presente sono gli elementi che emergono nei miti narrati dai pipiles. Essi acquisiscono significato attraverso il racconto: il potere dell'uomo sulla donna, le diverse autorità, spesso in contraddizione tra loro, a cui si deve lealtà, più in generale gli avvenimenti storici, confluiscono nel racconto mitico che, riportandoli a una dimensione fantastica e poetica, ne fa memoria e li rende narrabili. La storia entra nel mito (il serpente magico Kuyangkúua, creatura mitologica pipil e il toro dorato, simbolo del potere dei conquistatori condividono il potere nel ¿mondo sotterraneo¿), diviene narrabile e in qualche modo accettabile: due poteri basati su principi contrapposti come rispetto e predazione riescono così a convivere in armonia. I pipiles così si trasformano, da vittime passive della conquista in poetici e creativi narratori, attivi costruttori di senso della propria storia. Attraverso la narrazione si rinsalda il legame tra i membri della comunità, si realizza il senso di una comune appartenenza, la costruzione di codici di significato condivisi. La fedeltà, il rispetto delle regole, la maternità, il pudore: l'importanza di questi valori per gli abitanti della comunità di Pushtan viene rinforzata dal racconto mitico e dalle sanzioni che le creature della notte possono infliggere ai trasgressori. La narrazione mitica assume così una valenza di controllo sociale e agisce come deterrente ai comportamenti contrari i valori fondanti la vita della comunità, nello stesso tempo svolge una funzione simbolica di riequilibrio dei poteri all'interno della relazione uomo/donna.
KUYANGKÚUA E IL TORO DORATO LA STORIA ENTRA NEL MITO: NARRAZIONI DI UNA COMUNITÁ PIPIL DI EL SALVADOR
NEGRI, SIMONA
2010/2011
Abstract
Partendo dall'analisi di una serie di miti originari degli indigeni pipiles di El Salvador espressi in lingua náhuat, raccolti dall'antropologo tedesco Leonhard Schultze-Jena nel 1930 a Izalco (zona occidentale di El Salvador, dipartimento di Sonsonate) e di alcune narrazioni più recenti ascoltate a Cantón Pushtan, frazione di Nahuizalco (a pochi chilometri da Izalco), questo lavoro intende evidenziare il lavoro di conservazione, elaborazione e narrazione che la comunità pipil ha operato nel tempo rendendo i miti strumento per una rappresentazione simbolica dei rapporti di forza tra i diversi poteri legittimati e/o subiti dai pipiles. I miti trascritti da Schultze-Jena riguardano: - l'origine dei ¿Ragazzi della Pioggia¿ e il ritrovamento del mais - l'origine di cacao e banane - l'origine degli animali sulla terra - il ciclo dell'acqua I testi ascoltati nel 2005 comprendono, tra gli altri: - un racconto che ripropone la parte iniziale del mito sull'origine dei Ragazzi della Pioggia già trascritto da Schultze-Jena nel 1930 - incontri con personaggi mitologici come la Siguanaba e il Cadejo; Dimensione storica e strutturale (in senso sociale) del presente sono gli elementi che emergono nei miti narrati dai pipiles. Essi acquisiscono significato attraverso il racconto: il potere dell'uomo sulla donna, le diverse autorità, spesso in contraddizione tra loro, a cui si deve lealtà, più in generale gli avvenimenti storici, confluiscono nel racconto mitico che, riportandoli a una dimensione fantastica e poetica, ne fa memoria e li rende narrabili. La storia entra nel mito (il serpente magico Kuyangkúua, creatura mitologica pipil e il toro dorato, simbolo del potere dei conquistatori condividono il potere nel ¿mondo sotterraneo¿), diviene narrabile e in qualche modo accettabile: due poteri basati su principi contrapposti come rispetto e predazione riescono così a convivere in armonia. I pipiles così si trasformano, da vittime passive della conquista in poetici e creativi narratori, attivi costruttori di senso della propria storia. Attraverso la narrazione si rinsalda il legame tra i membri della comunità, si realizza il senso di una comune appartenenza, la costruzione di codici di significato condivisi. La fedeltà, il rispetto delle regole, la maternità, il pudore: l'importanza di questi valori per gli abitanti della comunità di Pushtan viene rinforzata dal racconto mitico e dalle sanzioni che le creature della notte possono infliggere ai trasgressori. La narrazione mitica assume così una valenza di controllo sociale e agisce come deterrente ai comportamenti contrari i valori fondanti la vita della comunità, nello stesso tempo svolge una funzione simbolica di riequilibrio dei poteri all'interno della relazione uomo/donna.File | Dimensione | Formato | |
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