Il lavoro offre la traduzione e il commento di due scritti accomunati dall'argomento - i sogni - e dal nome dell'autore - uno degli ultimi imperatori bizantini, Manuele II Paleologo. La comunanza di argomento è solo superficiale, poiché, se è vero che entrambi i testi parlano di sogni, la loro natura è profondamente diversa; la comunanza dell'autore è dovuta a una falsa attribuzione: il primo testo è opera di Manuele Paleologo; l'autore del secondo, sfruttando l'interesse per i sogni da parte di una personalità così importante, volle conferire prestigio alla propria opera ponendola sotto la sua paternità. I due testi vengono confrontati in quanto esemplari di due generi letterari distinti, che nei decenni finali dell'impero vennero riuniti sotto il nome di Manuele Paleologo; essi rappresentarono gli ultimi prodotti di due diverse tradizioni sui sogni, le cui radici arrivano fino all'epoca classica. Lo scritto autentico di Manuele Paleologo è un'epistola-trattato della fine del XIV sec., che indaga il fenomeno del sogno in quanto possibile mezzo di previsione del futuro, per dimostrare l'infondatezza di tale opinione. Il secondo scritto è un libro di sogni, ovvero un manuale di interpretazioni di immagini oniriche in vista della predizione di eventi reali, contenuto in un codice del XV sec. La tesi studia i rapporti tra i due testi e i due filoni culturali greci sui sogni, quello oniromantico e quello oniricritico-onirologico; essa tratta quindi il tema della tradizione dei libri di sogni, e mostra come essi, da sempre, appartennero al mondo della divinazione esercitata da indovini professionisti dall'antichità fino al Medioevo. Il lavoro di Manuele Paleologo, invece, va ascritto all'approccio filosofico e onirologico, e questa ricerca dimostra chiaramente che è difficile immaginarsi l'imperatore come indovino e autore di un manuale di interpretazione dei sogni. Lo studio dei due testi mette in evidenza che il tema del sogno era tutt'altro che di scarsa rilevanza nella cultura greca antica e poi bizantina. La lettera di Manuele, mentre conduce un'indagine teorica sulla natura del sogno, chiama in causa importanti questioni come l'anima e le sue prerogative, riprendendo più antiche costruzioni filosofiche e teologiche. Il libro di sogni, per parte sua, permette di gettare uno sguardo sulla vita vera delle persone, e sulle pratiche divinatorie ancora attive nella tarda età bizantina. Il confronto tra questi due prodotti di diverse tradizioni culturali raccoglie anche una sfida in merito alla paternità dell'opera pseudepigrafa, ovvero dimostrare la falsa attribuzione non solo su basi stilistiche, ma anche contenutistiche e culturali. La tesi osserva da vicino gli ambiti culturali che hanno originato entrambi i testi, per confermare che l'autore del libro di sogni non è Manuele Paleologo. Dell'epistola non è stata pubblicata una traduzione: quella che viene proposta, quindi, è integralmente originale. Il commento ha l'intento di mostrare i contatti del testo con la tradizione filosofica sui sogni. Del libro di sogni esiste una traduzione in inglese. Esso è scritto in un greco molto distante da quello classico, e presenta numerosi elementi medievali e forme del parlato; il commento, oltre a inquadrare il testo nella tradizione del genere letterario di appartenenza, affronta i nodi problematici della traduzione e i punti di disaccordo con quella inglese.
due testi sui sogni di età paleologa
GENTILE, CHIARA
2010/2011
Abstract
Il lavoro offre la traduzione e il commento di due scritti accomunati dall'argomento - i sogni - e dal nome dell'autore - uno degli ultimi imperatori bizantini, Manuele II Paleologo. La comunanza di argomento è solo superficiale, poiché, se è vero che entrambi i testi parlano di sogni, la loro natura è profondamente diversa; la comunanza dell'autore è dovuta a una falsa attribuzione: il primo testo è opera di Manuele Paleologo; l'autore del secondo, sfruttando l'interesse per i sogni da parte di una personalità così importante, volle conferire prestigio alla propria opera ponendola sotto la sua paternità. I due testi vengono confrontati in quanto esemplari di due generi letterari distinti, che nei decenni finali dell'impero vennero riuniti sotto il nome di Manuele Paleologo; essi rappresentarono gli ultimi prodotti di due diverse tradizioni sui sogni, le cui radici arrivano fino all'epoca classica. Lo scritto autentico di Manuele Paleologo è un'epistola-trattato della fine del XIV sec., che indaga il fenomeno del sogno in quanto possibile mezzo di previsione del futuro, per dimostrare l'infondatezza di tale opinione. Il secondo scritto è un libro di sogni, ovvero un manuale di interpretazioni di immagini oniriche in vista della predizione di eventi reali, contenuto in un codice del XV sec. La tesi studia i rapporti tra i due testi e i due filoni culturali greci sui sogni, quello oniromantico e quello oniricritico-onirologico; essa tratta quindi il tema della tradizione dei libri di sogni, e mostra come essi, da sempre, appartennero al mondo della divinazione esercitata da indovini professionisti dall'antichità fino al Medioevo. Il lavoro di Manuele Paleologo, invece, va ascritto all'approccio filosofico e onirologico, e questa ricerca dimostra chiaramente che è difficile immaginarsi l'imperatore come indovino e autore di un manuale di interpretazione dei sogni. Lo studio dei due testi mette in evidenza che il tema del sogno era tutt'altro che di scarsa rilevanza nella cultura greca antica e poi bizantina. La lettera di Manuele, mentre conduce un'indagine teorica sulla natura del sogno, chiama in causa importanti questioni come l'anima e le sue prerogative, riprendendo più antiche costruzioni filosofiche e teologiche. Il libro di sogni, per parte sua, permette di gettare uno sguardo sulla vita vera delle persone, e sulle pratiche divinatorie ancora attive nella tarda età bizantina. Il confronto tra questi due prodotti di diverse tradizioni culturali raccoglie anche una sfida in merito alla paternità dell'opera pseudepigrafa, ovvero dimostrare la falsa attribuzione non solo su basi stilistiche, ma anche contenutistiche e culturali. La tesi osserva da vicino gli ambiti culturali che hanno originato entrambi i testi, per confermare che l'autore del libro di sogni non è Manuele Paleologo. Dell'epistola non è stata pubblicata una traduzione: quella che viene proposta, quindi, è integralmente originale. Il commento ha l'intento di mostrare i contatti del testo con la tradizione filosofica sui sogni. Del libro di sogni esiste una traduzione in inglese. Esso è scritto in un greco molto distante da quello classico, e presenta numerosi elementi medievali e forme del parlato; il commento, oltre a inquadrare il testo nella tradizione del genere letterario di appartenenza, affronta i nodi problematici della traduzione e i punti di disaccordo con quella inglese.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/19904