Di tutta l'acqua dolce presente sulla Terra, solo lo 0,77% è accessibile all'uomo e soltanto uno 0,003% è costituito da acqua potabile. Pur essendo l'acqua vitale per l'uomo e per le sue attività, è una delle risorse peggio gestite che viene abitualmente sprecata ed inquinata e sono ancora pochissimi gli sforzi in atto per consentirne un adeguato riutilizzo. E' quindi necessario che l'intera umanità affronti il problema della gestione del patrimonio idrico che è ormai una priorità nell'agenda mondiale. Questo lavoro vuole essere uno fra i tanti tentativi per sensibilizzare l'umanità al problema della carenza d'acqua offrendo una panoramica sulle condizioni delle risorse idriche globali e presentando la recente metodologia di calcolo dell'impronta idrica, nata nell'ultimo decennio grazie al contributo di Hoekstra e collaboratori per calcolare l'incidenza delle attività umane sulle risorse idriche globali e capire dove e in che modo intraprendere politiche di intervento. Il concetto di impronta idrica è strettamente collegato a quello acqua virtuale che corrisponde al volume totale di acqua dolce consumata ed inquinata per produrre beni e servizi. Quando un bene o un servizio viene commercializzato a livello internazionale bisogna tener conto non solo dell'acqua fisicamente contenuta nello stesso, ma del volume totale d'acqua che è stata consumata sommando le fasi della sua produzione. Oltre al calcolo vero e proprio verranno analizzate diverse caratteristiche di questa metodologia ancora in fase di sperimentazione e se ne vedrà l'applicazione pratica ad alcune aziende appartenenti al settore agro-alimentare che si sono rese conto dell'importanza di ridurre la pressione sulle risorse idriche mondiali per raggiungere la sostenibilità a lungo termine. Creare trasparenza attorno ai prodotti, formulare obiettivi specifici e misurabili rispetto alla riduzione della propria impronta idrica e dimostrare miglioramenti reali, può trasformare il problema della scarsità d'acqua in un vantaggio competitivo per quelle aziende che intendono reagire in maniera attiva alla sfida.

I CONSUMI D'ACQUA: LA METODOLOGIA DI CALCOLO DELL'IMPRONTA IDRICA.

BONICATTO, ILARIA
2010/2011

Abstract

Di tutta l'acqua dolce presente sulla Terra, solo lo 0,77% è accessibile all'uomo e soltanto uno 0,003% è costituito da acqua potabile. Pur essendo l'acqua vitale per l'uomo e per le sue attività, è una delle risorse peggio gestite che viene abitualmente sprecata ed inquinata e sono ancora pochissimi gli sforzi in atto per consentirne un adeguato riutilizzo. E' quindi necessario che l'intera umanità affronti il problema della gestione del patrimonio idrico che è ormai una priorità nell'agenda mondiale. Questo lavoro vuole essere uno fra i tanti tentativi per sensibilizzare l'umanità al problema della carenza d'acqua offrendo una panoramica sulle condizioni delle risorse idriche globali e presentando la recente metodologia di calcolo dell'impronta idrica, nata nell'ultimo decennio grazie al contributo di Hoekstra e collaboratori per calcolare l'incidenza delle attività umane sulle risorse idriche globali e capire dove e in che modo intraprendere politiche di intervento. Il concetto di impronta idrica è strettamente collegato a quello acqua virtuale che corrisponde al volume totale di acqua dolce consumata ed inquinata per produrre beni e servizi. Quando un bene o un servizio viene commercializzato a livello internazionale bisogna tener conto non solo dell'acqua fisicamente contenuta nello stesso, ma del volume totale d'acqua che è stata consumata sommando le fasi della sua produzione. Oltre al calcolo vero e proprio verranno analizzate diverse caratteristiche di questa metodologia ancora in fase di sperimentazione e se ne vedrà l'applicazione pratica ad alcune aziende appartenenti al settore agro-alimentare che si sono rese conto dell'importanza di ridurre la pressione sulle risorse idriche mondiali per raggiungere la sostenibilità a lungo termine. Creare trasparenza attorno ai prodotti, formulare obiettivi specifici e misurabili rispetto alla riduzione della propria impronta idrica e dimostrare miglioramenti reali, può trasformare il problema della scarsità d'acqua in un vantaggio competitivo per quelle aziende che intendono reagire in maniera attiva alla sfida.
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