Questa ricerca indaga la categoria storiografica "way of ideas" introdotta da John Yolton (1921-2005) nella seconda metà del secolo scorso per indicare l'insieme delle teorie delle idee elaborate da un manipolo di filosofi compresi tra Descartes e Reid. Nella storiografia filosofica contemporanea dedicata alle teorie della conoscenza della prima modernità l'etichetta "way of ideas" è ampiamente diffusa ed è comunemente accettata come un sinonimo del termine rappresentazionalismo. L'ambizione di questa tesi di ricerca è di mostrare, per un verso, come Yolton abbia maturato la propria ipotesi storiografica; dall'altro, di osservare da vicino la portata teorica della "way of ideas" di Yolton, la quale ha avuto una scarsa diffusione nella comunità scientifica. In altri termini, l'obiettivo precipuo di questo lavoro consiste nell'analizzare la "way of ideas" nella sua portata sia storiografica, sia teorica. Il primo capitolo è dedicato alle fasi attraverso le quali Yolton ha riscoperto gradualmente la categoria della "way of ideas" e, successivamente, l'ha elevata al rango di etichetta storiografica. Nel secondo capitolo si conduce un'analisi circostanziata dei testi che compongono il mosaico della "way of ideas", in specie nella sua variante britannica. Le teorie delle idee di Locke, Berkeley e Hume sono presentate nelle loro quattro caratteristiche fondamentali con lo scopo di mostrare come questi autori, pur condividendo l'assunto generale secondo cui sono le idee e non gli oggetti esterni a essere percepiti dal soggetto, si differenzino in molti aspetti trascurati dalla ricostruzione di Yolton. Infine, nel capitolo conclusivo l'attenzione è rivolta alla portata teorica della way of ideas. La ricostruzione della storia della "way of ideas" è per Yolton funzionale alla dimostrazione della propria ipotesi teorica. La storiografia tradizionale crede che le gnoseologie incentrate sul concetto di "idea" siano rappresentazionaliste, cioè che postulino un elemento intermedio, l'idea appunto, che ha lo scopo di rappresentare nella mente del soggetto l'oggetto esterno; Yolton, al contrario, sostiene che la storia della "way of ideas" racconti la storia della nascita, dello sviluppo e dell'affermazione del realismo diretto moderno. Tra il soggetto e il mondo esterno non vi sono ostacolo: l'idea non è un oggetto che impedisce l'accesso al mondo esterno. Pertanto, come ha scritto Yolton, "la way of ideas ha cercato di esprimere il contenuto psicologico di ogni atto di percezione, senza però trasformare questo contenuto in un'entità ontologicamente distinta, e quindi diversa, dall'oggetto esterno".(J.W. Yolton, On Being Present to the Mind: a Sketch for the History of an Idea)
JOHN YOLTON E LA WAY OF IDEAS. Verifica di un'ipotesi storiografica.
BONIFACIO, MATTEO
2012/2013
Abstract
Questa ricerca indaga la categoria storiografica "way of ideas" introdotta da John Yolton (1921-2005) nella seconda metà del secolo scorso per indicare l'insieme delle teorie delle idee elaborate da un manipolo di filosofi compresi tra Descartes e Reid. Nella storiografia filosofica contemporanea dedicata alle teorie della conoscenza della prima modernità l'etichetta "way of ideas" è ampiamente diffusa ed è comunemente accettata come un sinonimo del termine rappresentazionalismo. L'ambizione di questa tesi di ricerca è di mostrare, per un verso, come Yolton abbia maturato la propria ipotesi storiografica; dall'altro, di osservare da vicino la portata teorica della "way of ideas" di Yolton, la quale ha avuto una scarsa diffusione nella comunità scientifica. In altri termini, l'obiettivo precipuo di questo lavoro consiste nell'analizzare la "way of ideas" nella sua portata sia storiografica, sia teorica. Il primo capitolo è dedicato alle fasi attraverso le quali Yolton ha riscoperto gradualmente la categoria della "way of ideas" e, successivamente, l'ha elevata al rango di etichetta storiografica. Nel secondo capitolo si conduce un'analisi circostanziata dei testi che compongono il mosaico della "way of ideas", in specie nella sua variante britannica. Le teorie delle idee di Locke, Berkeley e Hume sono presentate nelle loro quattro caratteristiche fondamentali con lo scopo di mostrare come questi autori, pur condividendo l'assunto generale secondo cui sono le idee e non gli oggetti esterni a essere percepiti dal soggetto, si differenzino in molti aspetti trascurati dalla ricostruzione di Yolton. Infine, nel capitolo conclusivo l'attenzione è rivolta alla portata teorica della way of ideas. La ricostruzione della storia della "way of ideas" è per Yolton funzionale alla dimostrazione della propria ipotesi teorica. La storiografia tradizionale crede che le gnoseologie incentrate sul concetto di "idea" siano rappresentazionaliste, cioè che postulino un elemento intermedio, l'idea appunto, che ha lo scopo di rappresentare nella mente del soggetto l'oggetto esterno; Yolton, al contrario, sostiene che la storia della "way of ideas" racconti la storia della nascita, dello sviluppo e dell'affermazione del realismo diretto moderno. Tra il soggetto e il mondo esterno non vi sono ostacolo: l'idea non è un oggetto che impedisce l'accesso al mondo esterno. Pertanto, come ha scritto Yolton, "la way of ideas ha cercato di esprimere il contenuto psicologico di ogni atto di percezione, senza però trasformare questo contenuto in un'entità ontologicamente distinta, e quindi diversa, dall'oggetto esterno".(J.W. Yolton, On Being Present to the Mind: a Sketch for the History of an Idea)File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
703129_johnyoltonelawayofideas_bonifaciomatteo.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
1.37 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.37 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/19868