L'attuale fase di turbolenza ed instabilità dell'industria finanziaria richiede una nuova rilettura e differenti interpretazioni di un sistema complesso, prendendo in considerazione fenomeni assai variegati: dai rapporti tra l'economia reale e la finanza, alle influenze di sovra-strutture formali ed informali, agli effetti delle politiche di regolamentazione sull'operatività degli attori economici, singolarmente o concentrati in sotto-sistemi. L'industria finanziaria palesa caratteri di sistemicità, in quanto caratterizzato da una moltitudine di componenti e relazioni, decisioni e azioni finalizzate allo svolgimento del suo ruolo di intermediazione. Assumono infatti rilevanza la visione ¿strutturale¿, in presenza di differenti componenti costitutive e delle loro relazioni, e quella ¿sistemica¿, focalizzata sia sulle decisioni e azioni dei singoli operatori economici (banche in primis) sia sulle attese e pressioni provenienti da altri sistemi (organismi nazionali e sovra-nazionali, risparmiatori, imprese, ecc). Come identificato dall'approccio sistemico, anche nel sistema finanziario è possibile provare a ricercare i due elementi chiave: la struttura operativa e l'organo di governo. La prima è stata caratterizzata in questi anni da una rapida evoluzione delle tecnologie informatiche (nuove piattaforme tecnologiche, sistemi di database management, network computing, modelli e strumenti a supporto delle decisioni) e di quelle giuridiche (maggiore quantità e qualità di strumenti utilizzabili sia per raccogliere risorse finanziarie, sia per impiegare fondi da parte degli investitori). Tali nuove tecnologie, pur aumentando l'autonomia degli attori economici, hanno mantenuto limitata la razionalità caratterizzante i comportamenti e le azioni poste in essere dagli stessi. Il secondo ¿ l'organo di governo ¿ è in realtà un insieme magmatico di autorità (banche centrali, organismi di vigilanza) anche appartenenti a diversi sub-sistemi (nazionali e non solo) che hanno il compito regolatore di garantire condizioni di sostenibilità e stabilità nel medio termine. A rendere il sistema sempre più complesso intervengono l'evoluzione dell'attività di regolamentazione, regolazione e controllo da parte delle istituzioni, la progressiva crescita dimensionale degli operatori, nonché l'ampliamento delle loro interdipendenze. Inoltre, a livello di struttura operativa, l'industria finanziaria ha presentato e presenta fenomeni aggregativi e integrativi soprattutto quando si stabiliscono standard comportamentali, modalità e norme, spesso anche frutto di attività di lobbying delle stesse componenti operative. In relazione invece alla regolazione dei sistemi, essa può prevedere l'affermarsi di un effettivo ed efficace organo di governo (top-down regulation) con poteri e capacità di indirizzo o, in alternativa, derivare da processi di auto-organizzazione delle componenti (self-regulation) quale risultato della co-evoluzione delle finalità dei singoli e di quelle del sistema nel suo complesso. Se l'industria finanziaria può essere considerata un sistema sociale complesso è fondamentale analizzare la sua condizione di vitalità e sanità. Un sistema vitale è tale quando, al di là dei fini particolari, esiste non solo un obiettivo di sopravvivenza complessivo nel lungo periodo ma la capacità, grazie ad un processo di adattamento passivo o pro-attivo, di sopravvivenza in un determinato ambiente...
Il governo del sistema finanziario. L'approccio sistemico-vitale (ASV) attraverso la simulazione ad agenti (MAS).
TERRIBILIO, GIUSEPPE
2010/2011
Abstract
L'attuale fase di turbolenza ed instabilità dell'industria finanziaria richiede una nuova rilettura e differenti interpretazioni di un sistema complesso, prendendo in considerazione fenomeni assai variegati: dai rapporti tra l'economia reale e la finanza, alle influenze di sovra-strutture formali ed informali, agli effetti delle politiche di regolamentazione sull'operatività degli attori economici, singolarmente o concentrati in sotto-sistemi. L'industria finanziaria palesa caratteri di sistemicità, in quanto caratterizzato da una moltitudine di componenti e relazioni, decisioni e azioni finalizzate allo svolgimento del suo ruolo di intermediazione. Assumono infatti rilevanza la visione ¿strutturale¿, in presenza di differenti componenti costitutive e delle loro relazioni, e quella ¿sistemica¿, focalizzata sia sulle decisioni e azioni dei singoli operatori economici (banche in primis) sia sulle attese e pressioni provenienti da altri sistemi (organismi nazionali e sovra-nazionali, risparmiatori, imprese, ecc). Come identificato dall'approccio sistemico, anche nel sistema finanziario è possibile provare a ricercare i due elementi chiave: la struttura operativa e l'organo di governo. La prima è stata caratterizzata in questi anni da una rapida evoluzione delle tecnologie informatiche (nuove piattaforme tecnologiche, sistemi di database management, network computing, modelli e strumenti a supporto delle decisioni) e di quelle giuridiche (maggiore quantità e qualità di strumenti utilizzabili sia per raccogliere risorse finanziarie, sia per impiegare fondi da parte degli investitori). Tali nuove tecnologie, pur aumentando l'autonomia degli attori economici, hanno mantenuto limitata la razionalità caratterizzante i comportamenti e le azioni poste in essere dagli stessi. Il secondo ¿ l'organo di governo ¿ è in realtà un insieme magmatico di autorità (banche centrali, organismi di vigilanza) anche appartenenti a diversi sub-sistemi (nazionali e non solo) che hanno il compito regolatore di garantire condizioni di sostenibilità e stabilità nel medio termine. A rendere il sistema sempre più complesso intervengono l'evoluzione dell'attività di regolamentazione, regolazione e controllo da parte delle istituzioni, la progressiva crescita dimensionale degli operatori, nonché l'ampliamento delle loro interdipendenze. Inoltre, a livello di struttura operativa, l'industria finanziaria ha presentato e presenta fenomeni aggregativi e integrativi soprattutto quando si stabiliscono standard comportamentali, modalità e norme, spesso anche frutto di attività di lobbying delle stesse componenti operative. In relazione invece alla regolazione dei sistemi, essa può prevedere l'affermarsi di un effettivo ed efficace organo di governo (top-down regulation) con poteri e capacità di indirizzo o, in alternativa, derivare da processi di auto-organizzazione delle componenti (self-regulation) quale risultato della co-evoluzione delle finalità dei singoli e di quelle del sistema nel suo complesso. Se l'industria finanziaria può essere considerata un sistema sociale complesso è fondamentale analizzare la sua condizione di vitalità e sanità. Un sistema vitale è tale quando, al di là dei fini particolari, esiste non solo un obiettivo di sopravvivenza complessivo nel lungo periodo ma la capacità, grazie ad un processo di adattamento passivo o pro-attivo, di sopravvivenza in un determinato ambiente...File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
254447_tesi_magistrale_terribilio.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
4.03 MB
Formato
Adobe PDF
|
4.03 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/19723